Capitolo 36

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Rose si morse freneticamente il labbro osservando i suoi genitori prepararsi per la battaglia. Lei era pronta: mantello nero da viaggio e vestiti interamente neri. I suoi capelli erano più selvaggi del solito: si arricciavano e si gonfiavano, leggiadri e sinuosi.

Victoire era sul punto di esplodere dalla felicità o dalla paura. Sembrava spaesata negli abiti da Mangiamorte.

"Andremo con la metropolvere fino a Villa Malfoy e poi ci smaterializzeremo" illustró Michael.

"Perché non possiamo smateralizzarci da qui?"

"Perché la distanza é troppa, Victoire" spiegò sua madre spazientita.

Si diressero vicino al camino e presero la Metropolvere. "Villa Malfoy!"

Rose si trovò catapultata nel camino dell'elegante casa di marmo bianco. Il salotto era deserto: nessun Mangiamorte era stato risparmiato dalla battaglia a Hogwarts. Quando arrivarono tutti e quattro si accordarono sulla destinazione: la collinetta del Platano Picchiatore.

Rose si smaterializzò. La familiare sensazione di vuoto la pervase, e poi si ritrovò ad Hogwarts. Non si sarebbe mai aspettata un panorama così disastroso: un gigante sembrava distruggere tutto al suo passaggio. Perfino da quella distanza riusciva a vedere i lampi di luce rossi e verdi che spuntavano dalle piccole macchie nere che dovevano essere i Mangiamorte. Le si strinse il cuore al pensiero che tra di loro doveva esserci Draco.

Victoire apparì accanto a lei e appena vide la scuola le sfuggì un gemito di paura. La situazione era pessima; c'erano muri spaccati e finestre rotte ovunque. Nel buio della notte non riuscivano a distinguere i volti, ma Rose era sicura che Voldemort non fosse lì. "Andiamo" ordinò brusco Micheal.

Rose scoccó un occhiata infastidita al padre e inizió a camminare. Man mano che si avvicinavano il panorama si faceva più crudele, le macchie indistinte dei volti prendevano forma. Urli e strilla, maledizioni e fatture, frastuono e caos... l'anarchia, il disastro più totale.

Victoire si strinse a Rose non appena arrivarono davanti alla scuola. Si scambiarono uno sguardo: tutte e due sapevano chi volevano cercare.

I loro genitori erano spariti chissà dove nella tempesta di suoni. Neanche una parola di conforto o incoraggiamento.

Le gemelle si misero a correre, chinandosi per schivare maledizioni. Rose superò con gemito un elfo domestico rannicchiato per terra. Si ritrovò a sperare che non fosse morto.

"Petrificus Totalus!"

Rose si tuffó di lato, evitando per un pelo l'incantesimo. Si voltò verso il suo aggressore: un Grifondoro del suo anno, ne era abbastanza certa.

"Seamus!" strillò Victoire.

Seamus per un attimo parve sorpreso; poi strinse più forte la bacchetta. Rose prese per un braccio la sorella e la trascinò via, oltre i cancelli di Hogwarts.

"Lui non è così" Victoire la guardò, gli occhi azzurri pieni di sorpresa. "Non voleva-"

"Andiamo, Tori" Rose era spazientita. "Sono una mangiamorte. Voleva eccome"

Corsero su per la rampa di scale, constatando con una certa gioia che il numero di Mangiamorte era pari a quelli di Hogwarts.

Victoire spinse Rose di lato appena una scintilla verde le sfiorò la spalla.

Rose la tirò dietro al muro ma Victoire si liberò dalla presa. "Tori! Torna qui!"

Rose ebbe il coraggio di guardare. Victoire era schierata davanti a Dolohov, vicino ad una ragazza bionda dagli occhi azzurri accasciata a terra. Si stringeva forte un braccio, e Rose poteva vedere la mano insanguinata tremare. "Stupeficium!"

She saved me. Where stories live. Discover now