Capitolo 35

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Un anno dopo

"Pensi che ci divertiremo, questa estate?"

"Vi divertirete di sicuro, Lou" replicó Rose stancamente.

"Già, lo penso anche io. E voi?"

"Oh, noi non sappiamo cosa faremo" ammise Victoire. Sembrava rinata, non più magra e spenta come l'anno prima. Era viva, gli occhi che brillavano e un vago sentimento di malinconia negli occhi.

"Peccato, vorrei che poteste venire con me e Quentin" ammise Louise. Era una ragazza vispa e furba dagli occhi verdi scattanti, uno svolazzante caschetto di capelli rossi e il fisico magro e alto da modella.

Rose non riusciva a invidiarla, anche se ne aveva tutte le ragioni. Era carina e con un ragazzo perfetto, il genere di persona a cui sembra che capitino sempre le cose più belle. E infatti il suo unico pensiero al momento era l'imminente estate con Quentin, il suo ragazzo.

"Sono contenta che l'anno sia finito. Voi no?" chiese con un sorriso sognante.

Rose annuì distrattamente, tornando a tenere gli occhi sul suo libro. Era una vecchia storia celtica, una di quelle antiche leggende che leggeva per passare il tempo. Gli esami a Beauxbatons erano più facili di quelli di Hogwarts, quindi non doveva fare molto sforzo per capire gli argomenti.

Victoire, dal canto suo, era discretamente felice. Certo non le mancava la costante preoccupazione di Harry, ma erano persino riusciti a sentirsi ogni tanto. Lui era sembrato stanco, e lei si sentiva quasi in colpa di essere al sicuro a Parigi mentre Harry rischiava la vita per tutto il mondo magico.

Guardò sua sorella, osservandola come ormai faceva d'abitudine. Aveva reagito bene alla lontananza, o almeno così dava a vedere. Ma Victoire poteva sentire senza vedere le lacrime che aveva versato i primi mesi e che continuava a versare quando i ricordi la sopraffacevano; ma non poteva fare niente, perché quando faceva per abbracciarla lei le assicurava che stava bene.

Ma non stava bene e di sicuro neanche Draco, chissà dove a Hogwarts. Qualche volta si chiedeva con chi se la stesse spassando, ma reprimeva il pensiero perché sapeva che non era una anno felice per nessuno. Non con i Mangiamorte dentro alla scuola che volevano proteggere.

Victoire si riscosse dai pensieri. Era notte appena sentì fastidio al braccio. Si sfiorò il Marchio, ma il dolore aumentava.

E appena si rese conto che il Marchio Nero stava iniziando a bruciare, incontrò gli occhi di Rose e fu cone ritrovare la parte di se' che avevano deciso di nascondere.

Si smaterializzarono sotto lo sguardo stupito di Louise, seduta ancora lì con loro in camera. Ma le due gemelle erano strane, lo sapeva bene: non era da tutti sparire per un anno e tornare l'anno dopo senza una spiegazione soddisfacente.

Si materializzarono nella loro vecchia casa, quella in cui si erano trasferiti appena tornati a Parigi. Micheal Lihley era seduto, la mano premuta sull'avambraccio destro a fermare il dolore. Ma non si fermava, continuava a fare male.

"Cosa facciamo?" chiese brusca Rose con fare pratico.

"Dobbiamo andare" decise il padre.

Victoire si voltò di scatto verso la sorella, immaginando di vedere una qualche reazione sul suo viso. Ma nulla, sembrava impassibile alla notizia. "Ma Mike, se il Marchio ci chiama oggi..."

"Oggi? Cosa succede?" si intromise Victoire.

"L'ultima battaglia. É così, vero?" Rose lanciò un'occhiata fiammante al padre. "A Hogwarts. Potter è a Hogwarts"

Victoire faceva i salti di gioia all'idea di rivedere il ragazzo che non aveva smesso di amare. Ma non lo voleva vedere morto, così come avrebbe preferito tenere al sicuro sua sorella.

She saved me. Where stories live. Discover now