Capitolo 16

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I due tornarono timidamente alla vita normale, beccandosi le frecciatine divertite dei Serpeverde, increduli di vedere finalmente il grande Malfoy comportarsi da persona capace di provare sentimenti.

Perché Draco non ci pensó due volte. Al diavolo la prudenza, al diavolo tutto quello che avrebbe potuto evitare e invece aveva fatto. Poteva farlo, finalmente, poteva baciarla come e quando voleva.

Non che a Rose dispiacesse; anzi. Era felice. Felice perché piaceva a Draco, finalmente, e vedeva nei suoi occhi rispecchiarsi il suo amore per lui. E non c'era cosa più bella.

Quello di cui aveva paura era di essere un peso per lui, qualcosa che servisse solo per rovinarlo. Sapeva che ai genitori di Draco sarebbe andata bene qualsiasi ragazza Purosangue proveniente da una famiglia antica e ricca, e la sua lo era. Qualsiasi ragazza che possedesse la capacità di dare un erede ai Malfoy sarebbe andata bene ai genitori di lui.

Ma Rose sapeva anche di non poter salvare Draco, di non potergli impedire di compiere la sua missione. Perché avrebbe scatenato l'ira di Lord Voldemort, e a quel punto non avrebbe più dovuto avere nessun suocero a cui piacere.

E anche perché, e questo Rose lo sapeva benissimo, non voleva perdere Draco. Quindi si ritrovava a sperare che la missione comprendesse la morte del minimo indispensabile di persone, perché era l'unica, dannatissima cosa che poteva fare.

Sperava che l'animo di Draco si mantenesse più puro possibile, ma perché?

Non voleva stare con un assassino, forse.

Ma il suo stesso padre era un assassino, un folle. Il seguace di un folle.

E lei stessa aveva paura, come poteva non averne?

Ma si sentiva protetta quando Draco la stringeva. Si sentiva amata.

* * *

"Il ballo del Ceppo sarà fra due settimane, iniziate a invitare i vostri partner!" li informó la McGranitt dall'altra parte della Sala Grande.

Lo sguardo di Rose corse inspiegabilmente verso sua sorella. Era arrossita guardando Potter, che forse le aveva appena chiesto di andare al ballo insieme.

Distolse lo sguardo. Dannazione, non li sopportava.

"Pansy, con chi ci vai?" chiese a Pansy, che sembra assorta nella contemplazione della torta alla melassa che aveva davanti.

"Non lo so, nessuno me l'ha ancora chiesto" borbottó lei.

Quando le aveva raccontato di lei e Draco Pansy era stata abbastanza felice. Le aveva sorriso, ma dietro quel sorriso c'era una sorta di avvertimento non detto. Draco non era un ragazzo facile, le aveva ricordato. Ma lei lo sapeva bene, e la cosa più bella era proprio quanto accettasse e amasse questa cosa di lui.

Rose si riscosse dai pensieri mentre uno stormo di gufi entrava nella Sala.

Un maestoso e fiero gufo dalle piume corvine si posó piano vicino a lei. Pansy gli offrì una briciola di torta, che Dan accettò con gratitudine. Rose lo accarezzó lentamente e staccó la lettera legata alle zampe. Notò subito la calligrafia di sua madre.

E un'altra volta, aveva paura di quello che stava per leggere. Non c'erano buone notizie, in quella lettera, lo percepiva persino dalla pergamena chiusa. Ma non poteva ignorarlo e basta. Non poteva.

Strotoló la lettera e inizió a leggere, il cuore che batteva sempre più forte.

Rose,

Non so perché tu non mi scriva mai. Spero che vada tutto bene, anche tua sorella ha smesso di scriverci.

Tuo padre sta entrando a far parte della cerchia più ristretta dei seguaci del Signore Oscuro e vorrebbe incontrarvi, tra qualche mese circa. Questo non significa che verrete arruolate tra le file dei mangiamorte.

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