Capitolo 69 Part Two: Always Be My Baby

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Il viaggio fino a Madrid è stato silenzioso e malinconico

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Il viaggio fino a Madrid è stato silenzioso e malinconico. Antoine è stato subito richiamato dalla società a presentarsi in sede entro le ventuno di questa sera, mentre io nonostante abbia insistito a lungo per accompagnarlo, sono stata costretta a rimanere a casa.

Rimango seduta sul divano, mentre Hooki scodinzola ai miei piedi felicissimo di vedermi, e io un po' gli sono grata della sua compagnia, non so quanto avrei resistito a restare da sola in questa casa che porta con sé una valanga di brutti ricordi. Le tende sono state tolte, come anche la pila di CD e DVD infilati nel mobile sotto la televisione. I tappetti del salone e della cucina, sono tutti arrotolati in un angolo in attesa di essere impaccati, lo stesso le cornici e i quadri, che sono avvolti nel pluriball. La maggior parte dei mobili sono rimasti allo stesso posto, se non per il tavolino da soggiorno che adesso non c'è più. Non ho osato mettere un piede oltre le scale, ma deduco che del piano di sopra sia rimasto ben poco, a parte le camere da letto che Antoine ha intenzione di cambiare. Tutti i suoi soprammobili dell'NBA, il biliardo, il calciobalilla da collezione e altri oggetti a cui tiene particolarmente sono già racchiusi in degli scatoloni e sistemati all'ingresso. Non so sé dipenda dal fatto che adesso sia più o meno spoglia, o dal carico di catastrofi che si porta dietro, ma l'aria è totalmente triste e carica di disperazione.

Continuo ad osservare lo schermo del mio cellulare contando i minuti che passano, sono già le dieci e mezzo, ed Antoine non è ancora tornato. Accendo la televisione e sistemo Hooki tra le mie gambe. Faccio zapping con il telecomando per minuti, poi alla fine premo il pulsante di spegnimento, esasperata per non essere riuscita a trovare un programma in inglese. Il cagnolino mi fissa intensamente, poi piega la testa di lato, e non posso fare a meno di sorridere per la tenerezza della sua posa. Gli accarezzo la testolina, e poi gli lascio un piccolo bacio sul pelo che lo fa uggiolare in apprezzamento.

"Sei dolcissimo piccolino. Che dici, andiamo a preparare qualcosa da mangiare per papà?" pronuncio alzandomi dal divano per raggiungere la cucina, seguita da uno scodinzolante Hooki.

Do un'occhiata al frigo stracolmo di roba per una sola persona, e nello scompartimento in basso trovo una confezione di tortillas già aperta che posso consumare, e una vaschetta di petti di pollo. Ispeziono il frigo da cima a fondo, e alla fine trovo tutto quello che mi serve per preparare delle meravigliose fajitas di pollo.

Quando Antoine torna a casa sono quasi le undici e mezza, e io me sto sul divano a sonnecchiare avvolta in un plaid, mentre Hooki dorme sul tappetto e i titoli di coda del cartone Anastasia scorrono accompagnati dalle voci di Richard Marx e Donna Lewis in At the Beginnig.

"Minet" pronuncia Antoine baciandomi teneramente la fronte.

"Ti ho svegliata?".

Scuoto la testa, per poi afferrare la sua mano e stringerla forte nella mia.

"Mi sei mancato tanto" sussurro invitandolo a sdraiarsi sul divano accanto a me.

"Anche tu amore" replica accarezzandomi i capelli, mentre io gioco con i bottoncini della sua camicia.

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