Capitolo 25: Like blood through my veins

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"Puoi smetterla di muovere la forchetta in quel modo? Questo rumore mi sta dando alla testa" Antoine rimprovera Elsi rivolgendole un'occhiataccia a cui lei prontamente risponde con un sonoro sbuffo "Anche a me da fastidio la tua voce però non poss...

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"Puoi smetterla di muovere la forchetta in quel modo? Questo rumore mi sta dando alla testa" Antoine rimprovera Elsi rivolgendole un'occhiataccia a cui lei prontamente risponde con un sonoro sbuffo "Anche a me da fastidio la tua voce però non posso obbligarti a non parlare, se non vuoi sentire questo rumore vai a farti una passeggiata" lo fulmina per poi riprendere a ruotare la forchetta sul piatto, a mio parere solo per fare un dispetto ad Antoine. Lui alza gli occhi al cielo infastidito per poi alzarsi di scatto "Buona notte" pronuncia bruscamente per poi affrettarsi a percorrere il sentiero allontanatosi dal piccolo fuoco in cui ci eravamo accerchiati tutti quanti "Oggi ha il ciclo" sbuffa Elsi portandosi una mano alla bocca per coprire uno sbadiglio "Ha rotto i coglioni tutto il giorno, è più pesante di una vacca in braccio" continua facendomi accigliare "Forse è solo stanco" sussurro per farmi sentire solo dalla mia amica "Secondo te dovrei andare a vedere come sta?" domando vicino al suo orecchio ricavandone uno sbuffo spazientito "Sam" sussurra contro il mio orecchio "Smettila di andargli dietro come un cagnolino, ieri e oggi non hai fatto che riempirlo di attenzioni e lui ti ha sempre ignorata" risponde facendomi abbassare lo sguardo affranta. È vero, oggi non ha fatto altro che ignorarmi o trattarmi in modo brusco senza una spiegazione apparente, ed è inutile nascondere che io ci sia rimasta male, perché è così. "Io me ne vado a letto" pronuncio alzandomi dal tronco in cui mi ero seduta accanto ad Elsi per poi salutare il resto del gruppo con la mano "Vai da Antoine?" chiede Nicky facendomi alzare gli occhi al cielo, 'La sua voce è peggio di una condanna a morte' penso accigliandomi "No, me ne sto andando a letto" ribatto rivolgendole un'occhiataccia per poi girargli le spalle e allontanarmi a grandi passi senza attendere una sua risposta, 'Dio, dammi la pazienza perché se mi dai la forza finisce male' penso stringendomi meglio nella mia felpa a causa del freddo gelido della sera. 

Quando arrivo al nostro piccolo accampamento lui è seduto fuori a qualche passo dalla sua tenda con una sigaretta accesa in mano, lo guardo stranita per un attimo per poi scuotere la testa come a voler cancellare il suo volto dalla mia testa, lui mi fissa per qualche istante per poi distogliere bruscamente lo sguardo facendomi sussultare "Non credevo fumassi" oso dire incrociando le braccia al petto e piazzandomi davanti a lui. Lui alza lo sguardo su di me emettendo una smorfia di disgusto "Non fumo infatti" ribatte gelido passandosi una mano nervosamente tra i capelli come è sua abitudine "Allora perché lo stai facendo adesso?" ribatto seccatamente e suona più come un rimprovero che come una domanda "Questi non sono affari tuoi, impara a stare al tuo posto Sam" replica furioso facendomi allontanare istintivamente di qualche passo. Perché deve essere così? Perché non può semplicemente essere di buon umore tutto il tempo? Odio il suo cambiare atteggiamento da un momento all'altro, odio il suo essere scostante, e più di tutto odio il fatto che il suo cambio repentino di umore alteri anche il mio. "Buona notte Antoine" rispondo non trovando il coraggio di continuare questa conversazione "Buona notte" sussurra lui spostando la testa di lato per non incrociare il mio sguardo stanco. Cammino nervosamente fino alla mia tenda per poi infilarmici dentro e affondare la testa sul cuscino in preda alla rabbia "Non lo sopporto" sbraito tirando dei leggeri pugni contro il mio sacco a pelo "Vorrei picchiarlo adesso" continuo levandomi via le scarpe "Vorrei picchiarlo violentemente" sbuffo lanciando il suo cappellino in un angolo della tenda. Mi sfilo velocemente la felpa per poi piegarla bene e riporla nella mia piccola valigia per poi fare lo stesso con la mia T-shirt e i miei leggings rimanendo solo in intimo per cercare il mio pigiama con gli unicorni nella tasca interna della valigia. La zip della tenda si abbassa improvvisamente facendomi alzare gli occhi di scatto in preda al panico, "Sam" pronuncia Antoine infilandoci la testa attraverso, appena nota il mio solo abbigliamento sgrana gli occhi immediatamente puntandoli sul mio seno facendomi arrossire vergognosamente, afferro il mio plaid per coprirmi rivolgendogli un'occhiataccia di rimprovero "Vai fuori" urlo imbarazzata costringendolo ad alzare gli occhi sul mio viso in fiamme "Mi hai sentito? Vai subito fuori" urlo furiosa coprendomi alla bene e meglio. "Scusa" balbetta lui sforzandosi di tenere lo sguardo sul mio viso per poi richiudere frettolosamente la zip facendomi emettere un sospiro di sollievo. Porto la punta delle dita sulla mie guance in fiamme e se avessi dei rilevatori che misurano la temperatura corporea adesso segnalerebbero quella massima, mi viene voglia di scavarmi una fossa ed infilarmici dentro per l'imbarazzo, 'Mi ha praticamente visto mezza nuda' penso portandomi entrambe le mani ai capelli, non uscirò mai più da qui, sarebbe troppo imbarazzante, non credo io possa più incontrare il suo sguardo senza pensare a quello che è accaduto poco fa. Mi infilo velocemente il pigiama per poi estrarre della valigia il mio Beauty Case, afferro il mio pettine ed inizio a spazzolarmi i capelli iniziando dalle punte stando attenta a non spezzarli quando il passaggio dei denti viene ostruito da alcuni nodi particolarmente ostici, per poi legarli in una treccia disordinata. 'Quando torno a Los Angeles avrò bisogno di una cura ricostituente, i miei capelli sono un disastro per non parlare delle mie unghie piene di pellicine e la mia pelle secca' penso riponendo il mio Beauty Case nella valigia, circondo le mie spalle con il plaid per poi affondare la testa sul cuscino inspirando forte per poi ricacciare fuori tutta l'aria 'Questa giornata è stata pesantissima' penso 'e lunghissima' aggiungo sentendo i miei piedi indolenziti a causa delle lunghe escursioni intorno alla baia. 

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