Capitolo 4: Revival

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"Ti espongo il mio programma" afferma Antoine tutto eccitato facendomi ridacchiare

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"Ti espongo il mio programma" afferma Antoine tutto eccitato facendomi ridacchiare. E' così carino quando sorride in quel modo, sembra un bambino il giorno di Natale in procinto di scartare i regali, e io non posso fare a meno di perdermi nei suoi bellissimi occhi azzurri che mi ricordano tanto il cielo del Wyoming nei mesi estivi . Mi porge un foglietto in cui ha stampato l'itinerario e strabuzzo gli occhi quando leggo che parte del suo programma consiste nel raggiungere la città di Monterey in macchina. "Tu sei folle" esordisco completamente scioccata, "Hai la vaga idea di dove si trovi Monterey?" esclamo facendolo accigliare. "Ovvio che lo so, altrimenti non l'avrei inserito nel programma" scrolla le spalle roteando gli occhi.  "Beh, è ovvio che non lo sai" ribatto convinta facendolo sbuffare. "Monterey si trova in California, e noi adesso siamo in Florida" pronuncio con fare da maestrina mentre lui continua a guardarmi esasperato. "E allora? Sarà divertente. Smettila di fare la guastafeste" esclama facendomi assottigliare gli occhi per l'utilizzo di quel nomignolo. "Io non sono una guastafeste, e poi la California è dall'altro lato del Paese, sono più di tremila miglia, ci impiegheremo due giorni ad arrivare se guidiamo anche di notte" sospiro incrociando le braccia al petto. "Si vede che non sei un tipo da avventura" mi sfida provocandomi una smorfia, "Scommetto che ti fai ancora rifare il letto da tua madre" ridacchia facendomi infuriare. "Io..io ti proverò che posso fare questa cosa molto meglio di te" ribatto e lui scuote un po' la testa prima di scoppiare in una sonora risata. Evidentemente non sa con chi sta parlando, sono Samantha Ross, e se sono arrivata dove sono adesso solo con l'aiuto della mia forza di volontà, sono sicura di essere in grado persino di superare questa sfida.  "Facciamo una scommessa" propongo facendolo accigliare. "Che tipo di scommessa" esclama confuso e divertito allo stesso tempo.  La mia voce assume un tono di sfida e i miei occhi lo scrutano con sufficienza "Se riuscirò ad affrontare tutto il viaggio fino in California senza farmi aiutare da te nemmeno una volta tu la smetterai di chiamarmi con quel nome". Ci pensa su un attimo prima di rispondere e il suo viso muta da divertito a serioso. Mi scruta intensamente per poi allargare le labbra in un sorriso luminoso.  "Andata" mi stringe la mano facendomi sorridere soddisfatta. "Ma se perdi" afferma convinto facendomi strabuzzare gli occhi, " Se perdi dovrai fare quello che dico io per tutto il tempo, vale a dire niente domande, niente cambiamenti al mio itinerario, niente lamentele. Dovrai portami la colazione, preparare i pasti e farmi qualche massaggio se ne avrò bisogno" ammicca.  Alzo gli occhi al cielo per poi puntargli il dito contro "Non esiste" mi lamento stringendo le braccia al petto e guardandolo accigliata. "Beh, allora non se ne fa niente " scrolla le spalle con sufficienza facendomi corrucciare. "Io ti proverò che posso farcela.  Smonterò la tua aria da stronzo, arrogante, narcisista in men che non si dica" sbotto infuriata incrociando le braccia al petto. Era da tempo che nessuno mi trattava più in questo modo.  Sono ormai cos' abituata agli sguardi adoranti della gente, che per un attimo mi ero dimenticata cosa significasse essere trattata come una persona normale e non come un modello da idolatrare. E' assurdamente bello il modo in cui ci si sente. E' come smettere di sentirsi continuamente in ansia per paura di essere giudicata dalla gente per il mio modo di essere, e con Antoine io posso essere completamente me stessa. 

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