Capitolo 45: And I am tellig you I'm not going

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Avete mai avuto la sensazione che il tempo rallentasse e che una luce intensa, o un flash dorato vi investisse in pieno impedendovi la vista? O che un bip metallico continuasse a martellarvi nella testa mandandovi il cervello in panne? Avete mai avuto la sensazione che la vostra gola si restringesse impedendovi di respirare? O che qualcuno a voi conosciuto vi costringesse sott'acqua e voi realizzaste la lenta agonia della morte incombente? Beh, io mi sento peggio. Avverto la mia aura scivolarmi dalle dita e le mie ossa sgretolarsi sotto il suo sguardo falsamente bonario. Sento i neuroni spegnersi uno ad uno e il sangue cercare una via d'uscita per schizzare fuori dalle vene. Mi sento come un fiore che sta consapevolmente appassendo, senza voce, senza colore, senza anima. Antoine continua a fissarmi in attesa, mentre la falsa tranquillità di Sean è abbastanza per mandare il mio cervello completamente in tilt. "Amore stai bene?" mi chiede Antoine poggiando una mano sulla mia spalla coperta solo dal sottile strato del mio cardigan di puro cashmere facendomi sussultare. "Si" balbetto abbassando lo sguardo verso il pavimento non avendo il coraggio di incontrare il suo sguardo smarrito. "Sei così pallida, forse dovresti sederti" replica facendo scivolare i piedi di una sedia più indietro per farmi accomodare. "Dovresti mangiare qualcosa, posso chiedere al cameriere di portarti qualcosa di zuccherato" pronuncia amorevole dandomi un bacio sulla fronte. "Torno subito, tu resta seduta qui, ci penserà Sean a darti un'occhiata". Istintivamente stringo la mano nel tessuto della sua camicia di jeans impedendogli di avanzare "Resta con me, non mi lasciare" mormoro sentendo già le lacrime affluirmi agli occhi. "Minet, ci sono qua io, non ti succederà niente, te lo prometto" si abbassa alla mia altezza accarezzandomi le guance con i polpastrelli. "Ti amo tanto" sussurra, e queste due parole bastano per dare un po' di colorito alla mia pelle diafana. "Io di più" pronuncio con voce flebile quasi ridotta ad un sussurro mentre lui continua a guardami apprensivo. Sento il suo sguardo maligno bruciare su di me, e sono sicura che in questo momento il suo cervello malsano stia macchinando mille strategie per potermi torturare. "Sto già meglio pulcino, siediti accanto a me" ignoro la smorfia di disappunto che mi rivolge all'udire il nomignolo con lui l'ho apostrofato. "Sei una monella lo sai" sussurra contro il mio orecchio prendendo posto accanto a me per poi lasciarmi un dolce bacio sui capelli. "Sei la mia vita" replico facendolo sorridere di rimando "E tu la mia".

"Allora Sean, dov'è la tua ragazza? Hai detto che sarebbe stata con noi" esordisce Antoine avvolgendomi le spalle con un braccio. Il suo sguardo si alterna tra me e lui carico di rabbia e risentimento "Purtroppo è dovuta tornare a San Francisco, il suo capo aveva bisogno di lei" si finge affranto, convincendo il mio ragazzo delle sue menzogne, ma non me che lo conosco troppo bene.

"Non sapevo avessi una ragazza" le parole lasciano le mie labbra senza che io me ne renda neppure conto catturando immediatamente lo sguardo dei due ragazzi. "Beh, neppure io sapevo che ne avessi uno. Ho incontrato Antoine per caso sull'ascensore, non sapevo foste insieme" replica risoluto spingendosi più indietro sullo schiena della sedia. "Voi due vi conoscete?" si intromette il mio fidanzato spostando lo sguardo tra me e Sean che ci inviamo segretamente occhiate di fuoco. "Superficialmente" replica Sean continuano a tenere lo sguardo fisso sul mio viso per poi abbassarlo distrattamente verso il menù tra le sue mani. "E com'è che vi conoscete?" domanda Antoine aumentando la stretta intorno alle mie spalle. "Hollywood non è poi così grande" scrolla le spalle versandoci dell'acqua nel bicchiere per poi riempire il suo. "Avete collaborato a qualche canzone insieme" pronuncia Antoine mentre l'aria continua a surriscaldarsi sempre di più. "Non abbiamo mai collaborato insieme, Samantha è la mia ex ragazza" pronuncia con nonchalance facendomi paralizzare di colpo. L'ha detto davvero? Vi prego, ditemi che non l'ha fatto. Sbatto un paio di volte le palpebre incredula mentre lo sguardo di Antoine si sposta da me a lui con una furia che non avevo mai conosciuto. "Che cazzo stai dicendo?" pronuncia con un tono troppo alto di voce facendo voltare tutti i presenti nella nostra direzione. "Non è un mistero, lo sa tutto il mondo che io e Sam siamo stati insieme". Abbasso gli occhi verso il tovagliolo posato sulle mie gambe, mentre le mie mani continuano a torturare il tessuto dei miei pantaloni di lana e seta firmati Gucci. Sento lo sguardo di entrambi bruciare sul mio viso in attesa di una mia possibile reazione, ma è come se fossi completamente pietrificata. Il mio umore si alterna fra la vergogna e l'umiliazione, mai avrei pensato di potermi sentire di nuovo così tanto inutile come un tempo. "Tu non hai nulla da dire?" sputa Antoine facendomi sussultare. Scuoto la testa in dissenso continuando a tenere lo sguardo basso, mentre lui sfila bruscamente il braccio dalla mia spalla facendo crollare l'ultimo granello di protezione a cui mi potevo aggrappare. Anche se non posso vederlo, posso immaginare le sue labbra curvarsi in un ghigno soddisfatto e i suoi occhi verdi brillare di una strana scintilla di appagamento, che raggiunge solo quando arriva a mortificarmi in questo modo. Sean Cooper è la rovina della mia vita. Sento i piedi della sedia accanto alla mia stridere bruscamente contro il pavimento e in un attimo la persona che credevo non mi lasciasse mai, si allontana come una furia dal mio tavolo sbattendo con violenza la porta di ingresso spostando l'attenzione dei presenti sulla sua figura. "Mi costerà parecchi soldi" insabbiare la sceneggiata messa su dal tuo ormai ex ragazzo "Ma come tu sai, questi non sono certo un problema per me". Lo sento alzarsi dal suo posto per poi avvicinarsi languido a me prendendo il posto di Antoine nella sua sedia. "Non hai bisogno di lui amore, ci sono qui io adesso" sussurra contro il mio orecchio spostando una mia ciocca di capelli. "Ti amo tanto Samantha, sono pronto per ricominciare, ti giuro che non farò più gli stessi errori di prima, ti renderò felice". Accarezza con i polpastrelli la mia guancia mentre il suo alito misto di whisky e marijuana continua a battere sul mio collo facendomi rabbrividire. Ho sempre associato il suo odore a quello della paura, e adesso come anni fa mi ritrovo immobile in un punto in balia delle sue azioni malsane. "Dimmi che mi ami piccola. Dimmi che verrai in camera mia e faremo l'amore per cancellare tutti i peccati che abbiamo commesso in passato. Solo tu e io, per sempre."

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