Capitolo 5: Raw Misunderstandings

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"Posso?" dico indicando un cappellino verde militare poggiato sul sedile posteriore, lui annuisce sorridendo dandomi così il permesso di prenderlo

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"Posso?" dico indicando un cappellino verde militare poggiato sul sedile posteriore, lui annuisce sorridendo dandomi così il permesso di prenderlo. Lo indosso abbassando tatticamente la visiera per non farmi riconoscere una volta dentro e intreccio i miei capelli ai lati. "Scendiamo?" mi chiede Antoine una volta fermata la macchina nel parcheggio, annuisco e lui mi sistema meglio il cappellino in testa facendomi arrossire. "Sei carina così" mi dice, lo ringrazio con un cenno del capo e una volta scesa dall'auto mi allontano da lui per non mostrargli il mio viso rosso dall'imbarazzo. Camminiamo per qualche metro prima di inoltrarci per la Lincoln Road, mi sistemo meglio nel mio cappellino e proseguo a testa bassa cercando di non incontrare lo sguardo dei passanti, Antoine è adesso accanto a me, e insieme entriamo nel negozio. "Buongiorno, come state?" ci saluta cordialmente la commessa, la ignoro e mi dirigo a passo spedito verso l'ala che mi interessa. "Sei stata scortese prima" mi rimprovera Antoine mentre io cerco tra gli scaffali qualcosa che possa andare, alzo gli occhi al cielo e decido di ignorarlo. Sistemo degli abiti che potrebbero andare sulle braccia e mi dirigo verso il camerino attenta a non farmi riconoscere da nessuno. Provo un paio di cose senza uscire dal camerino, mi accontento di guardarmi lì dentro allo specchio nonostante la luce soffusa, non voglio incorrere in rischi inutili. Dopo un paio di minuti esco dal camerino ancora con il capellino ben sistemato sulla testa e trovo Antoine appoggiato al tavolo che mi aspetta con le mani in tasca, appena mi vede alza gli occhi al cielo e sbuffa annoiato "Finalmente, è passata un'eternità da quando sei entrata lì dentro" mi rimprovera facendomi sbuffare "Sono passati solo cinque minuti" mi difendo "Cinque ore vorrai dire", alzo gli occhi al cielo e lo supero senza rispondergli dirigendomi fino alla cassa. Estraggo il mio portafogli dalla borsa, ma prima che io possa dare la mia carta di credito alla commessa lui ha già poggiato i soldi sulle sue mani, "Che stai facendo?" sbotto irritata facendolo sospirare "Non devi pagare per la mia roba, posso benissimo pensarci da sola" lo rimprovero, ma lui mi ignora completamente, prende le buste e si dirige fuori senza aspettarmi. Saluto velocemente la ragazza alla cassa che ci guarda confusa e lo seguo attraverso la Lincoln fino ad arrivare al parcheggio, "Ma che ti prende?" sbotto cercando di seguirlo "Perché sei scappato così?" continuo, ma lui mi ignora completamente e sale in macchina. Mi pianto fuori con le braccia incrociate al petto e mi rifiuto di salire "Non salirò in macchina con te finchè non mi darai una dannata spiegazione" dico infuriata, ma lui sembra molto più arrabbiato di me, chiude gli occhi come per trattenersi dal parlare e scende dall'auto sbattendo la portiera. Sussulto al rumore e seguo con lo sguardo i suoi movimenti finchè non si ferma proprio davanti a me "Senti, se non vuoi salire in macchina puoi anche restare qui, sono stanco di stare dietro ai tuoi capricci da bambina! Sei entrata lì dentro comportandoti come un star, hai completamente ignorato quella ragazza e hai fatto una scenata quando io volevo solo fare un gesto gentile pagandoti gli abiti! Scendi dal piedistallo perchè non sei nessuno" sbotta incazzato facendomi fare un paio di passi indietro. Mi sento ferita e mortificata dalle sue parole, non mi ero neppure resa conto di essermi comportata in quel modo. Mi guarda con occhi arrabbiati e delusi mentre i miei iniziano a pizzicare annunciandomi l'eminente arrivo delle lacrime. "Io non volevo essere scortese" pronuncio facendolo accigliare "Mi dispiace" dico mentre una piccola lacrima si deposita sulla mia guancia. Non volevo comportarmi così, non mi sono mai comportata così con nessuno, non ho mai fatto la star, ero solo spaventata all'idea di essere scoperta e di dover ritornare di nuovo da Stacie. I suoi occhi da furiosi, si allargano un po' fino a chiudersi per un attimo e poi aprirsi lentamente. Il suo viso si incupisce e le labbra gli si chiudono in un'espressione triste. Si avvicina a me accorciando ogni distanza facendomi appoggiare il viso sul suo petto.

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