Capitolo 35: I have nothing, if I don't have you.

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Striscio la card per aprire la porta della mia camera d'albergo e dopo aver distrattamente tolto le scarpe e lanciate in un angolino della stanza, mi levo la giacca e la sistemo su una sedia accanto alla grande scrivania in legno scuro sistemato a...

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Striscio la card per aprire la porta della mia camera d'albergo e dopo aver distrattamente tolto le scarpe e lanciate in un angolino della stanza, mi levo la giacca e la sistemo su una sedia accanto alla grande scrivania in legno scuro sistemato ad un lato della stanza. Mi butto di peso sul letto desiderando di non aver mai vissuto questa giornata: ho perso di nuovo contro lo stesso giocatore. Per la terza volta in un anno, Cristiano Ronaldo, ritenuto uno dei migliori calciatori di tutti i tempi, come ogni previsione registrava mi ha battuto ancora una volta, e anche oggi, davanti agli occhi di tutto il mondo non sono altro che un perdente. Emetto un grosso sospiro cercando di mandare via la tristezza e delusione. Sapevo di non poter vincere quel premio, ma mentirei se dicessi che in parte ci speravo. Come se non bastasse però, a questo si aggiunge qualcosa di molto più grave che mi fotte il cervello e mi impedisce di pensare lucidamente. Samantha, la donna che amo più di ogni altra cosa al mondo continua ad ignorarmi senza che io ne sappia il motivo. Mi alzo istintivamente dal letto quando il ricordo della sua risate diventa insopportabile per il mio povero cuore, decidendo infine di optare per una doccia calda, sperando in una fedele alleata contro i miei malumori. Cammino fino al bagno moderno interamente in marmo con doccia e vasca idromassaggio. Mi spoglio velocemente gettando i miei abiti alla rinfusa nella cesta dei panni sporchi. Regolo l'acqua una volta entrato nella spaziosissima doccia, ma sembra che neanche il suo getto caldo in parte rilassante riesca a lavare via il dolore che sento quando penso a lei così lontana e distante da me. Mi manca, mi manca terribilmente tanto. Mi manca il suo bel viso, i suoi occhi verdi, la forma gentile del suo naso, il suo sorriso luminoso e le sue labbra piene. E ancora mi manca la sua risata, il rumore dei suoi passi, il suo respirare piano quando dorme accanto a me. Mi mancano persino il suo broncio capriccioso e le sue pretese da bambina viziata. Vorrei solo avere la possibilità tornare indietro così da poter rimediare a tutti i miei errori. Vorrei solo aver fatto le cose con calma, e non seguendo il mio istinto che mi ha portato a commettere una marea di cazzate. E magari, in parte questa notte mi sarei sentito sicuramente meglio se consolato dalle braccia della mia minet.
Dopo aver strofinato la mia pelle con del bagnoschiuma ai lamponi, che mi ricorda tanto il suo profumo dolciastro, faccio scorrere il getto sul mio corpo per lavare via la spuma. Spengo per il getto e mi sporgo verso l'esterno per afferrare l'accappatoio subito dopo e indossarlo. Raggiungo biascicando la camera da letto per prendere alcuni abiti puliti per la notte che si prospetta essere lunga e malinconica. Mi infilo un paio boxer per poi prendere una canotta da basket e un paio di pantaloncini dalla valigia e indossarli. Sistemo meglio il cuscino sulla testata del letto e accendo la tv, non ho alcuna intenzione di dormire stanotte, non credo neppure che ci riuscirei viste le condizioni in cui mi trovo.

In tv trasmettono un film con quella che interpretava Hannah Montana e il fratello di Thor. Odio i film romantici, li trovo melensi, noiosi e dal finale scontato, ma questo è sicuramente molto meglio del silenzio assoluto che regnerebbe in questa stanza se solo dovessi tenere la TV spente e che mi farebbe letteralmente impazzire.

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