Greatest love of all

Capitolo 34: All of me

Continuo a fissare lo schermo del cellulare senza trovare il coraggio di premere invio a quel maledetto messaggio. Sono passati due giorni da quando io e Sam abbiamo smesso di scriverci, almeno io le ho scritto, ma lei non ha mai risposto al mio messaggio. All'inizio ho pensato le fosse successo qualcosa o che stesse male, ma quando ho visto le sue foto insieme a quel coglione mentre uscivano da un locale di Los Angeles spopolare su internet ho lanciato il telefono contro il muro e sono stato costretto a comprarne uno nuovo. Che si sia già stancata di me? Non la biasimo. Lei potrebbe avere chiunque al suo fianco, perché accontentarsi di uno come me? Sui social i suoi fans non fanno che scrivere quanto lei e Cameron siano belli insieme, che formino la coppia perfetta, e io non posso fare a meno di perdere la calma ogni volta che leggo tweet del tipo "Sposatevi e fate figli xdxd", 'Il cazzo, lui non si deve permettere a sfiorarla neppure con un dito' penso cancellando l'ennesimo messaggio che avevo pensato di scriverle. Un pensiero mi balena in testa e sono costretto a mettermi le mani davanti alla bocca per non rimettere all'istante, Sam e il coglione a letto insieme, lui che la fa sua e lei che continua a ripetere il suo nome quando è ormai arrivata all'apice. Sto per impazzire, non credo di poter resistere un altro solo istante con le mani in mano ad aspettare che qualcuno la porti via da me, lei è mia, mi appartiene in un modo che nessuno può capire, e che gli altri lo vogliano o no, Sam è stata fatta apposta per essere solo ed esclusivamente mia. Emetto un grosso sospiro e dopo aver raccolto tutto il coraggio necessario premo il tasto verde aspettando una sua risposta, uno, due, tre, quattro squilli ma nulla, "Messaggio gratuito, il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile, la preghiamo di richiamare più tardi." Sblocco il cellulare per poi riporlo sul sedile, allaccio la cintura di sicurezza e premo l'acceleratore della mia Lamborghini in direzione del Calderón con il nervi a mille. Sono arrabbiato, deluso, triste, amareggiato, nervoso, stringo le nocche intorno al volante che quasi diventano bianche per la forza che vi sto esercitando, la mia testa viaggia a mille km al secondo, non riesco a smettere di pensare a lei neanche per un attimo, mi chiedo come sia possibile che un essere così piccolo riesca ad entrarti nella testa e sconvolgere la tua vita drasticamente, mi chiedo come sia possibile che tra tutte le donne che abbia mai conosciuto lei sia stata l'unica a scatenare in me questo senso di impotenza e frustrazione. Entro nei parcheggi del campo, e dopo aver preso il borsone dal cofano mi avvio a grandi passi fino allo spogliatoio per cambiarmi "Ehi, amico come stai?" mi saluta Koke finendosi di allacciare gli scarpini "Bene, sono solo un po' stanco" ammetto sfilandomi la maglietta "Si vede, sei molto strano ultimamente, sicuro di stare bene? Se non ti senti puoi chiedere sempre a Simeone di farti tornare a casa" replica facendomi scuotere la testa in dissenso "No amico tranquillo" affermo fingendo un sorriso "Andiamo ad allenarci."

"Allora mascalzone" Yannick mi da una pacca sulla spalla curvando le labbra in un sorriso malizioso "Ci hai dato dentro l'altra sera con Lola" continua facendomi indispettire "Cazzo" sbuffo allontanandomi da lui davanti agli occhi confusi dei miei compagni di squadra "Ehi fratello, ma che cavolo ti prende?" si intromette Fer parandosi davanti a me "Sei assente con la testa e non fai che rispondere male a tutti, devi dirci qualcosa?" incrocia le braccia al petto deciso a farmi confessare "Non devo dirvi nulla, imparate a farvi gli affari vostri" replico stizzito afferrando bruscamente il mio borsone per poi mettermelo in spalla "Buona sera a tutti" affermo sbattendo con forza la porta. Avanzo a grandi passi verso la mia macchina con l'umore a pezzi quando mi sento richiamare da una voce familiare, "Antoine, Antoine, puoi fermarti?" mi volto e mi ritrovo il mister scrutarmi intensamente con le braccia sui fianchi "Mister, è successo qualcosa?" chiedo facendo scattare le sicure della macchina "E' proprio quello che volevo chiederti Antoine, è successo qualcosa?" domanda facendomi accigliare "No" scuoto la testa in dissenso mentre lui mi guarda non particolarmente convinto, "Non eri molto concentrato in allenamento, non hai fatto altro che fare errori su errori, che tu solitamente non commetti" mi rimprovera rivolgendomi uno sguardo truce "Perciò ti chiedo, è successo qualcosa? Sei forse preoccupato per la premiazione di Montecarlo?" scuoto la testa in dissenso, Montecarlo ora come ora è l'ultimo dei miei problemi "Ronaldo è molto quotato, non vorrei tu te la sentissi se dovessi perdere di nuovo contro di lui, voglio che tu sappia che io credo molto in te e nelle tue potenzialità, sei migliorato molto negli ultimi anni" abbasso la testa emettendo un grosso sospiro, quest'anno è stato assurdo, ho perso due finali tutte con lo stesso giocatore, la Champions League, gli Europei, quando credevo di avercela davvero fatta, lui riusciva sempre ad avere la meglio facendo crollare tutte le mie aspettative. Forse lui merita Sam più di me, lui è un vincente, lei è una star da milioni di seguaci, sarebbero perfetti insieme mentre io, io non riesco neppure a vincere un fottuto titolo di squadra. "Forse solo un pochino" affermo cercando il suo sguardo, lui sembra rilassarsi un poco per poi darmi una leggera pacca sulla spalla incurvando le labbra in un sorriso "Non importa tu vinca o meno, ai miei occhi sei stato il migliore" afferma facendomi sorridere di rimando, "Grazie" pronuncio con gratitudine, lui annuisce per poi lasciarmi un'altra leggera pacca sulle spalle prima di camminare via.