Capitolo 27: Arriverà la fine, ma non sarà la fine.

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"Sam ti prego fermati" Elsi continua a chiamarmi a qualche metro da me, ma io continuo a camminare frettolosamente fino alla mia tenda sia mentalmente che fisicamente distrutta

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"Sam ti prego fermati" Elsi continua a chiamarmi a qualche metro da me, ma io continuo a camminare frettolosamente fino alla mia tenda sia mentalmente che fisicamente distrutta. Le lacrime continuano a scendere incontrollate impedendomi persino la vista, e quasi inciampo con un sasso che si trova sul sentiero se non fosse per un albero vicino grazie a cui mi sono retta per restare in piedi. "Sam" pronuncia Elsi adesso proprio dietro di me "Mi dispiace tanto" afferma con voce rotta, "Lui non ti merita, è solo un coglione" continua poggiando una mano sulla mia spalla, "E tutto okay" sussurro voltandomi verso di lei "Però è meglio che io vada adesso" le rivolgo un sorriso tirato per poi proseguire verso la mia meta. Mi sento così triste e stanca che sembra che persino il cielo rifletta il mio umore, si è ingrigito e cosparso di grossi nuvoloni che preannunciano un temporale imminente, l'aria è umida e fredda e devo stringermi meglio nella mia felpa per coprire i piccoli brividi che hanno tempestato la mia pelle. "Non devi andare via per forza, puoi restare con me" afferma Elsi facendomi ridere nervosamente "Cosa?" mi blocco sui miei piedi cercando i suoi occhi "Elsi, davvero ti ringrazio per tutto, ma non posso" alzo le mani disperatamente sconfitta "Non posso essere trattata di nuovo come uno straccio, non posso più davvero, e non credo nemmeno di meritarlo" sputo fuori le parole con una grossa nota di amarezza "Ci sono già passata, e non voglio più sentirmi una nullità, non voglio annullarmi completamente per un uomo" mi pulisco il viso ricolmo di lacrime con la manica della felpa "Mi tiro fuori" ammetto sconfitta più a me stessa che a lei. "Lo dimenticherò un giorno, dimenticherò come ci si sente ad essere stretti tra le sue braccia, dimenticherò il sapore delle sue labbra, dimenticherò il suo profumo, dimenticherò il tocco gentile della sua pelle vellutata e anche le sfumature cangianti dei suoi magnifici occhi chiari" alzo gli occhi al cielo per provare a ricacciare indietro le lacrime "Ho perso il conto di tutte le volte che ho pensato che questa volta sarebbe stato diverso ma non lo è stato, forse ormai dovrei solo farci l'abitudine, sembra che qualsiasi persona si prenda il mio cuore abbia l'innata facoltà di farlo a pezzi, sento il peso del fallimento sulle mie spalle " confesso per poi emettere un sospiro sconfitto, "Vorrei sapere se tutto questo un giorno finirà, sembra che il dolore ormai ci abbia fatto l'abbonamento con me, mi segue ovunque, e a volte mi chiedo riuscirò a restare in piedi anche questa volta, o sarò destinata a perire un giorno", lei mi rivolge un'occhiata triste e poi si avvicina a me di qualche passo fino a prendere le mie mani nelle sue e stringerle dolcemente dandomi finalmente la forza di liberarmi da quel peso che da anni mi attanaglia l'anima "Il mio ex ragazzo mi picchiava" ammetto improvvisamente abbassando lo sguardo verso le nostre mani per non dover incontrare i suoi occhi "Non l'ho mai detto a nessuno, qualcuno dei miei collaboratori l'ha capito, ma non sanno tutta la verità" confesso "Era la notte dei Grammy di due anni fa, lui aveva tre candidature, mentre io avevo una candidatura come collaborazione dell'anno, ricordo che l'hanno prima avevo vinto in quasi tutte le categorie a cui ero stata candidata, avevo 17 anni quando ho vinto il mio primo Grammy, e non mi sarei mai aspettata di essere candidata anche l'anno dopo per una collaborazione. Quella notte vinsi il mio sesto Grammy, mentre lui perse in tutte le categorie a cui era stato candidato. Era giù di morale, e come ogni volta in cui qualcosa non andava come voleva lui sniffava cocaina e beveva whisky. Io sono corsa nel suo camerino per consolarlo, ma lui era arrabbiato, ha iniziato ad urlarmi contro, mi ha incolpato per la sua sconfitta e ha provato ad abusare di me. Mi sono difesa, per la prima volta nella mia vita da quando stavamo insieme, non ho lasciato facesse quello che voleva, gli avrei permesso di picchiarmi, ma mai di violare il mio corpo. Ho preso la bottiglia vuota sul suo tavolino e ho provato a colpirlo, ma lui nonostante fosse ubriaco è riuscito a spostarsi in tempo. Dovevi vedere i suoi occhi, erano rossi e pieni di odio, quel giorno ho creduto davvero di poter morire. Mi ha tirato un pugno in pieno viso e mi ha colpito ripetutamente l'addome calciandolo. Ero inerme, paralizzata, non riuscivo neppure ad urlare, era come se mi fossi annullata completamente. Andrew, il mio primo bodyguard è entrato dopo aver sentito dei rumori strani provenire dal camerino del mio ex, e l'ha allontanato da me. Quello è stato il secondo giorno più brutta della mia vita. A nessuno importava che fossi distesa sul quel pavimento sanguinante, a loro importava solo trovare un accordo con i manager del mio ex per insabbiare la storia e non far sapere nulla ai giornali. Quella fu la prima volta in cui capii finalmente di essere solo un oggetto per loro. Mi costrinsero a non dirlo a nessuno, nemmeno ai miei genitori, 'Tua madre non sopporterà anche questo' dicevano, hanno usato le mie debolezze per farmi tacere. Non avrei mai dovuto permetterlo" scuoto la testa ormai in preda ad un pianto nervoso mentre le continua a stringermi le mani "Perché non l'hai mai detto a nessuno?" domanda finalmente dopo un lungo silenzio "Mi vergognavo" ammetto scrollando le spalle "Mi sentivo così sbagliata, c'è stato un periodo in cui ho pensato fosse colpa mia" continuo "Non l'ho mai detto a nessuno, nemmeno alla mia migliore amica" prendo un grosso respiro per poi ricacciare fuori tutta l'aria "Sam, ti ho conosciuta per caso ed è stato il caso più bello della mia vita, non lascerò che tu continui a mortificarti in questo modo, non lascerò che tu abbatta te stessa, non ti lascerò crogiolare nella convinzione che tu non sia abbastanza, perché Sam te lo giuro, basta guardare i tuoi occhi per irradiarsi della luce che emani, e se Antoine non lo capisce, allora è stupido, e quel ragazzo quello che ti ha trattata in quel modo non merita il tuo silenzio, dovresti mandarlo in galera quello stronzo. Sam tu non sei sbagliata, ci sono tantissime persone lì fuori che hanno sperimentato la luminosità della tua anima, che ti amano, e che farebbero qualsiasi cosa per te, tesoro, tu sei importante per la gente, loro ti hanno scelta fra 7 miliardi di persone cazzo, e questo non è un caso, tu hai talento, e sei una brava persona, non lasciare che siano gli altri a dirti chi sei, sei tu che devi dirlo a loro" pronuncia tutto d'un fiato rubandomi un sorriso "Ho ascoltato così tanto le tue canzoni che mi sembra di conoscerti da sempre" ammette scrollando le spalle "Non esiste una formula per la mia musica, è semplicemente radicata nel mio cuore e nella mia anima. Il mio unico scopo da quando ho iniziato è stato coinvolgere le persone nel mio viaggio alla scoperta della vita, e le parole che mi hai detto mi hanno fatto capire ancora di più che è quello per cui sono nata, questo non è il mio posto Els, il mio posto è la mia musica, il mio lavoro, e abbandonarlo è stata forse la più grande stronzata che abbia mai fatto in vita mia" replico rivolgendole un sorriso ricolmo di gratitudine "Grazie" pronuncio infine stringendola in un abbraccio "Non ti dimenticherò Elsi, non ti dimenticherò mai, sappi che ti stresserò ogni giorno per sapere come procede con Joshua, oppure anche soltanto per chiederti come è andata la tua giornata, se hai conosciuto qualche tipo carino da presentarmi o anche per sfogarti, ma ti avverto quando verrò in tour a Berlino tu starai con me per tutta la durata del mio soggiorno in Germania" continuo facendola ridacchiare "Certo" annuisce staccandosi dall'abbraccio "Neppure io ti dimenticherò mai Samantha, è stato un onore e un piacere conoscerti" sussurra quando una piccola lacrima di posa sulle sue guance "Non mi piacciono gli arrivederci" sbuffa alzando gli occhi per provare a ricacciare indietro le piccole lacrime di commozione che le hanno rigato le guance "Puoi venire a trovarmi quando vuoi, casa mia è anche casa tua" provo a raccoglierle le lacrime con la punta delle dita "E poi ho un sacco di vestiti con ancora l'etichetta che fascerebbero il tuo culo perfettamente" ridacchio facendole fare una giravolta "Beh, allora credo che verrò a trovarti spesso" scuote la testa divertita "Adesso vado, è meglio che tu torni dagli altri" le rivolgo un ultimo sorriso prima di voltarmi indietro alla mia vecchia vita.

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