Capitolo 19

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*Flashback*

Distribuire la polverina in due linee precise era diventata ormai una mia specialità, non che ne fossi fiera, ma era pur sempre divertente! Molte persone della mia età lo facevano, ero famosa e avevo i soldi, non potevo sprecare queste opportunità. Per altro ero sfinita, esausta e il bisogno di una carica aumentava di giorno in giorno. Il programma del gruppo era diventato una cosa da matti da quando avevamo rilasciato il nostro terzo album.

Dopo aver finito uno stressante pomeriggio a registrare ritornai all'appartamento con Jason che, grazie a Dio, aveva portato la sostanza con sé. Sniffai la polverina e subito sentii una scossa attraversarmi il corpo. Ogni cellula di esso vibrava, era inspiegabile, ti sentivi al settimo cielo.

L'uomo dai capelli scuri non ne aveva mai fatto molto uso, ma per qualche strano motivo mi incoraggiava sempre a farlo. Era una specie di fidanzato, anche se non parlavamo mai di cose del genere. Stavamo insieme, ci divertivamo. In pratica era una sorta di distrazione dal gruppo e le ragazze. Ero cresciuta sotto una cupola, colpa di quel management di merda: non potevo esprimermi con la musica che più mi rappresentava, il mio stile. Ma non solo io, anche le altre.

Mi sedetti sul letto freddo, anche se fuori faceva abbastanza caldo. Il corpo tremava più del solito questa volta. La testa mi girava, lo stomaco era in battaglia con sé stesso e il panico iniziò a sovrastare.

"Penso di averne usata troppa, Jason." La mia voce spaventata parlò e l'uomo mi guardò. Si avvicinò, sedendosi di fianco a me e osservò subito le mie pupille.

"Caspita, sì che ne hai usata troppa!" Iniziò ad andare di matto.

"Bene, cosa faccio adesso?" Chiesi ancora scossa.

Quelle iridi fredde, color blu, si posarono su di me, osservandomi dal basso fino all'alto. Tirò fuori un piccolo pacchetto. Seguendo i suoi movimenti, vidi un'altra pillola.

"Prendi una di queste, ti aiuteranno a calmarti." Mi iniziavo a spaventare di più. Qualcosa nei suoi occhi mi terrificò e di conseguenza scossi la testa.

"Sembrano droga pura cazzo! Ti ho detto che non prendo nessuna pillola!" Dissi, cercando di sembrare sicura di me.

Non ascoltò la mia risposta e tirò fuori la pillola verde, posandola sulla mia mano.

"Vuoi calmarti, giusto?" Lo fece suonare come se dovessi. Questa volta ero davvero spaventata, avrei potuto avere un attacco di overdose.

Con gli occhi dello stesso colore osservai la pillola, intanto il suo indice tracciava le mie cosce pallide, colpa mia che avevo indossato dei pantaloncini e una semplice maglietta. Sapevo cosa volesse, ma questa volta non sarei svenuta mentre lui faceva, cazzo, Dio sa che cosa. Qualcosa scattò nella mia testa, capii che ero davvero in uno stato pericoloso. Forse era la paranoia della droga, ma per un secondo mi tornò la lucidità.

Per questo gli ridiedi la pillola indietro, decidendo di aspettare invece di prendere altro.

"Fa come ti pare." Disse e mi afferrò la faccia con entrambe le mani. I suoi baci erano cattivi e grezzi. Mi sentivo sporca, uno schifo come non lo ero mai stata, sentivo il vomito salirmi su per la gola quando le possenti mani si infilarono nelle mie mutande.

"No, non voglio farlo adesso." Gliele afferrai e le tirai fuori dal mio intimo.

"Oh andiamo. Sarò così figo talmente sei fatta in questo momento." Jason continuava a spingermi sul letto, con le mani che andavano dappertutto.

"Fermati, sono seria." Cercai di nuovo di liberarmi dalla sua presa.

"Chiudi quella cazzo di bocca, ok?" Sibilò improvvisamente e mi afferrò i polsi talmente forte, che pensavo potesse spezzarmi le ossa. "Pensavo avessimo un patto. Mi devi ripagare per tutto quello che ti sei sniffata in questi ultimi mesi."

Do I Wanna Know? (Traduzione Italiana) [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now