Capitolo 11

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Le mie mani stavano tremando, le guance mi iniziarono a bruciare appena sentii il telefono di Camila cadere al suolo. Mi risvegliai da quello che sembrava un sogno; cancellai dalla mia mente la nostra litigata di poco prima, dimenticandomi di tutti i problemi che avevo, proprio quando la donna parlò. Ogni cosa era irrilevante.

"Ho.. bisogno.. di andare all'ospedale." Balbettò agitata la giovane donna.

"Ti porto io." Dissi e lei mi guardò con un'espressione che non avevo mai visto sul suo volto. Mi spaventava, perché era come se fosse sul punto di crollare. "Non sei nelle condizioni di guidare, quindi lascia fare a me."

Sorprendentemente non protestò e mi seguì verso il parcheggio. Continuai a fissarla mentre guidavo, ma lei sembrava congelata: impassibile. Non c'era segno di nessuna emozione sul suo volto. I miei occhi si focalizzarono per un momento sull'anello, ma poi ritrassi lo sguardo dal gioiello, che probabilmente era il segno della fine delle "camren". Ero incredibilmente spaventata per cosa sarebbe successo una volta raggiunto l'ospedale, ma dovevo assicurarmi che lei stesse bene. Anche dopo la nostra madornale litigata.

Camila balzò praticamente fuori dalla macchina non appena parcheggiai davanti all'edificio, dove si supponeva fosse ricoverata la madre. Le corsi dietro, senza sapere il perché. Sembrava sapesse esattamente dove stesse andando e in quel momento mi ricordai di quando mi aveva raccontato che andava spesso a fare la terapista di musica negli ospedali. In più sua mamma era già stata lì prima.

La nostra maratona si fermò bruscamente quando vedemmo Hanna davanti all'entrata con una ragazza.

"Cosa è successo?" Camila ansimò non appena le raggiunse. Rallentai il passo poiché ormai si era fermata e mi sentii fuori di testa per un momento quando realizzai che la ragazza di fianco alla donna bionda era Sofi, la sorella di Camila. Non l'avevo quasi riconosciuta, ma la somiglianza con Camila era ovvia. La teenager era girata dandomi la schiena e si girò quando sentì i miei passi.

"Lauren." Quasi balbettò.

Non sapevo cosa dire, la situazione era così intensa. Fortunatamente Sofi sembrò capire e sorrise, carezzandomi il braccio per poi voltarsi verso la coppia.

"Tua mamma ha avuto un attacco cerebrale." Hanna spiegò e il mio cuore affondò nel petto, alla visione delle due sorelle in lotta con le lacrime.

"Ma come è possibile? Aveva il cancro al seno, non un tumore al cervello." Camilà urlò tanto che si sentiva il rimbombo della sua voce per tutto il palazzo.

Sentii Sofi afferrarmi la mano improvvisamente e io la strinsi leggermente per rassicurala. Avevamo una bella relazione prima e io mi sentivo sollevata dal fatto che non mi odiasse per aver lasciato la famiglia Cabello tutto d'un tratto cinque anni fa.

"C'è una cosa che devi sapere e non so come dirtelo." Hanna disse nervosamente.

"Alcuni mesi fa tua madre venne da noi per un controllo e scoprimmo che l'intervento non l'aveva guarita del tutto. Il tumore aveva iniziato a spargersi negli altri organi, fino ad arrivare persino al cervello. Le proponemmo un'altra intensa chemioterapia e più interventi, ma lei rifiutò il trattamento. Le sue probabilità di resistere erano molto basse e disse che non voleva coinvolgere la famiglia di nuovo. Invece preferiva vivere una vita normale, anche se corta."

Mi sentivo intorpidita. Sentire ciò che stesse dicendo Hanna mi fece spezzare il cuore in milioni di pezzi. Sofi iniziò a piangere e si aggrappò a me. Misi le braccia attorno all'esile corpo e l'abbracciai. Anche i miei occhi erano stracolmi di lacrime e la ragazza di cui ero innamorata era completamente pietrificata.

"Mi stai dicendo che mia mamma sta per morire?" Chiese e fece scendere la prima lacrima sulla guancia.

"Mi dispiace tanto." La donna bionda rispose.

Do I Wanna Know? (Traduzione Italiana) [IN REVISIONE]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora