Quando infine è arrivata Silvia con due immense valigie e come al solito vestita a pennello, nella sua gonna a tubino... io e Jake l'abbiamo guardata come se fosse pazza ''scusami e tu dove stai andando?'' le ho chiesto già con il sorriso da chi la sa lunga ''da un idiota che se non la smette di farmi incazzare, finirò per castarlo''.

non può che parlare di Trevis.

Appena atterrati in California, decidiamo di andare tutti e tre a casa dei ragazzi. Dobbiamo recuperare Wiskie, lasciare Silvia nelle mani di Trevis e portare a Nat il cibo italiano che mi aveva chiesto... assillandomi, ovviamente, ogni giorno.

Quando Trevis ha visto Silvia, ci mancava poco che gli prendesse un infarto, dalla felicità che aveva nel volto... entrambi erano felici.

E ce l'hanno dimostrato abbondantemente saltandosi addosso, lì, davanti a tutti...ci mancava poco che lo facessero nel salone, con noi che li fissavamo.

Passa anche capodanno, in cui decidiamo tutti insieme di passarlo nella barca del padre di Jace... era da una vita che non ci salivo e mentre passavamo i due giorni insieme a tutti, mi sono resa conto come le cose siano cambiate dall'ultima volta.

Quando venni la prima volta qua, Jake decise di darmi l'esclusiva...o almeno di provarci. E adesso siamo qua, dopo tutto questo tempo e aspettiamo Pallino. Certo può sembrare una situazione idilliaca vista da fuori, ma purtroppo non è così.

Anche perché, anche se lo amo e mi fido di lui, sono certa che mi stia di NUOVO nascondendo qualcosa.

Devo solo capire cosa. Lo conosco troppo bene e ormai non mi frega.

Spero e prego solo che non sia per la storia di Melanie, non so come reagirei...non voglio neanche pensarci.

Magari è solo strano.. continuo a ripetermi questa frase all'infinito, ogni volta che lo sento e vedo nervoso. Ogni volta che mi guarda con il senso di colpa negli occhi, quello che non può mascherare... ogni volta che mi sorride, ma non lo fa veramente.

Vorrei solo che si aprisse, non riesco a capire perché questa volta non lo fa.

Ho provato a riaffrontare l'argomento, ma è off limits.

E così aspetto, aspetto...aspetto. Ma la mia pazienza non è infinita.

Siamo tornati a Berkeley da due settimane e siamo appena scesi dall'auto di Jake, diretti verso lo studio della dottoressa.

Ovviamente io sono in fibrillazione, contrariamente a Jake che non parla da tutto il giorno. La cosa che mi ha fatto più piacere è che si è ricordato da solo che oggi avevamo l'appuntamento e me l'ha comunicato mentre pranzavamo.

Ne sono rimasta così contenta che l'ho abbracciato subito, dandogli una serie di baci che non finivano più, mentre lui mi guardava sempre più sorpreso.

Non gli ho detto il motivo del mio slancio di felicità.

Appena siamo all'interno della sala d'aspetto, ci mettiamo a sedere e oltre a noi ci sono una coppia con una donna che dalla pancia che ha, credo sia incinta di almeno otto mesi e, una donna che credo sia più o meno del mio stesso periodo, con un uomo e un bambino di forse due anni che gioca con delle macchinine nell'immenso tappeto bianco, nel centro della stanza.

Guardo la pancia della donna quasi al termine del periodo di gestazione e rimango quasi incantata... anche a me piacerebbe avere un bel pancione, ma, come già so.. la mia conformazione fisica, non me lo permetterà mai.

Non so neanche se mi cresceranno più di tanto le tette... odio questa cosa.

Mi volto verso Jake che sembra sia sul punto di vomitare ''Jake, tutto apposto?'' smette di fissare il bambino davanti a lui e si volta verso di me ''credo...credo di sì'' il bambino si alza ed inizia a urlare e a ridere mentre con le macchinine percorre tutte le superfici disponibili nella stanza.

Oltre noi, l'infinito #wattys2017 Where stories live. Discover now