Capitolo 2 -Isabel-

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Sono incinta.

Continuo a ripetermelo da una settimana e credo continuerò a ripeterlo all'infinito. Fino a quando non lo dirò a Jake.

Che mi ammazzerà e quindi non avrò più modo di dirlo.

E se non glielo dicessi?

Prendo la mia borsa e dopo essere uscita di casa come un razzo raggiungo Nat che mi sta aspettando in macchina sotto casa.

Ho preso un appuntamento dalla ginecologa che ormai frequento da quando sono qua. È in gamba, gentile e mi ispira fiducia. Oltre ad essere molto qualificata.

''ciao Nat'' salgo in macchina cercando di sorridere, ma non ce la faccio.

La mia unica speranza di oggi è che la ginecologa mi dica che realmente non sono incinta e in quel caso farei causa alla ditta produttrice di quei maledetti test di gravidanza.

''ehi come siamo solari stamattina..niente SSJ?'' la guardo male mentre prendo il muffin che mi porge. Vorrei rifiutarlo ma vedo che mi sta già guardando male ''mangia, devi mangiare. In caso ti venga da vomitare ho portato anche un sacchetto, quelli che si trovano dentro gli aerei..non chiedermi dove l'ho preso'' parte nel traffico cittadino mentre io mi sforzo di mangiare.

''sì, c'è stata la SSJ. E credo sarà anche una delle ultime'' dio, mi viene da piangere.

Sospira mentre beve un goccio del suo caffè doppio. Ora capisco perché è così piena di energie.

''smettila di dire stronzate. Sì, è vero...Jake non vuole avere figli, ma se ne farà una ragione'' scoppio a ridere come un'isterica ''Jake non se ne farà una ragione, Jake mi lascerà per poi andarsene o sbattermi fuori di casa. E tornerà a fare la vita di prima, senza complicazioni'' ''come sei pessimista'' do un ultimo morso al muffin ''no, Nat. sono realista. E poi inizia a sospettare qualcosa. Vede che sono strana, non è scemo. Non riuscirò a tenerglielo nascosto ancora per molto''.

''devi dirglielo'' sospiro ''lo so''.

Passano alcuni minuti di silenzio, ognuna immersa nei propri pensieri ''com'è successo?'' sbotta di colpo ''cosa?'' ''quella cosa che ti sta crescendo in pancia. Com'è successa?'' la guardo torva ''sei seria Nat? ancora non lo sai che i bambini non li trovano sotto i cavoli?'' scoppia a ridere ''che scema che sei. Voglio sapere se sai quando è stato concepito''.

Cerco di non farmi prendere da un attacco isterico. In un altro contesto, magari se sapessi che il mio ragazzo sarebbe felice di diventare padre, sarei felice in questo momento.

''sì..credo che sia stato concepito quella sera in cui venisti da noi il pomeriggio insieme agli altri. Il ruolo chiave è stato svolto dalla tua maledetta bottiglia di vino. Che ci siamo scolati da soli e dopo aver fatto le peggio cose per tutta casa, ho concluso la serata vomitando. E la pillola non credo abbia fatto effetto. È l'unica spiegazione possibile, sempre se l'ho presa. Ma Jake me lo ricorda sempre...sai, lui non vuole avere figli'' dico sarcastica e vedo che lei sta cercando di non ridere ''quindi un giorno quando racconterete a vostro figlio com'è stato concepito, ci sarò anche io nella storia'' la guardo allibita ''ma che stai dicendo? Oltre a suonare veramente male come cosa, non ci sarà nessun domani''.

Mezz'ora dopo siamo dentro la sala d'attesa della dottoressa Tuffler. Abbiamo solo un paziente prima di noi e io rischio di svenire da un momento all'altro.

Contrariamente a Nat che continua a girovagare per la stanza, cantando un maledetto ritornello mentre le altre donne la guardano come se avessero davanti un alieno.

Con quei capelli sfumati di fucsia e il corpo coperto di tatuaggi non passa di certo inosservata, non ci passerebbe in ogni caso visto quanto è bella.

Oltre noi, l'infinito #wattys2017 Where stories live. Discover now