Capitolo 21

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CAPITOLO 21

9 Settembre

Oggi sono in facoltà a vedere quando cominciano le lezioni, il 27 settembre a quanto pare riprenderò i ritmi universitari. Non mi è mai dispiaciuto stare sui libri, ma dopo un'estate come quella appena trascorsa è difficile pensare che devo tornare a studiare e a concentrarmi. Mentre esco dalla facoltà sento qualcuno chiamarmi, una voce maschile che usa il mio nome intero e che è sempre più vicino.

-Isabella, ciao! Aspettami! – Quando la gente si accolla in questo modo potrei anche ucciderla. La persona che mi sta parlando si chiama Andrea e mi aveva già rotto le scatole l'anno scorso, quando Sara aveva cominciato la sua relazione con Theo. Tra l'altro, ci aveva provato anche con Sara, e pensavo che si fosse finalmente rassegnato ... Tutta questa situazione risulta irritante.

-Ciao. – Lo saluto indifferente, e continuo a camminare impettita fuori dall'edificio.

-Non ti ho più vista a Roma – continua imperterrito.

-Sono partita – dico asciutta. Intanto sono arrivata al parcheggio semi deserto dove ho parcheggiato la moto. Ma che gliene frega a lui della mia vita?

-Senti io vorrei un'altra possibilità con te, per conoscerci meglio ... So che non sono stato proprio galante ma ... vorrei rimediare, ecco. - Gli faccio segno di tacere.

-Adesso mi ascolti bene. Mi stai seriamente dando fastidio, se il messaggio dell'anno scorso non era abbastanza chiaro, te lo ripeto ora a chiare lettere: smettila di rompermi le palle. – A quel punto lui mi mette le mani sui fianchi.

-Mi piaci proprio perché sei così aggressiva e diversa, Isabella ... Cosa ho fatto perché tu debba respingermi, non lo capisco. Sara non mi interessa più, te lo posso giurare. In realtà non mi interessa più nessuno. – E' pericolosamente troppo vicino. Con una mossa abile, che ho imparato al corso di difesa fatto qualche anno fa, lo stendo a terra e lo tengo fermo per un braccio mentre gli poggio un piede sulla schiena (magari non sono pesante, ma il tacco dovrebbe fargli male). Adesso dovrebbe stare fermo e mi abbasso a sussurrargli delle parole all'orecchio.

-Non avvicinarti più a me ... e non ti azzardare a mettermi di nuovo le mani addosso o te le stacco dai polsi, poi chiamo il mio ragazzo e ti faccio staccare la testa. – Lui mi implora di lasciarlo andare. In realtà non ho mai avuto intenzione di raccontare nulla a Liam, so che potrebbe arrabbiarsi molto e venire a difendermi seriamente, ma lui ha un'immagine pubblica e non può metterla a rischio. Penso che sto facendo realmente male alla merda che sta a terra, so esercitare una forza incredibile. Così lo lascio ma mi ritrovo bloccata tra la moto e lui. Percepisco subito che non avrebbe problemi a fare qualcosa di brutto.

-Se non la lasci immediatamente, quello che ti ha fatto lei ti sembrerà un massaggio. – Appena sento la voce di Liam - dal tono tagliente - mi tranquillizzo ... anche se mi chiedo cosa ci faccia lui qui, visto che lo aspettavo a casa. Le sue parole, nonostante siano in inglese, sembrano essere recepite dall'idiota che mi sta addosso, perché mi lascia immediatamente e si gira verso di lui. Liam è nel suo speciale travestimento per rendersi irriconoscibile. Andrea appena vede questo gigante se la dà subito a gambe. Penso che per un momento volesse affrontarlo, ma Liam deve averlo spaventato. Non appena lo stronzo è lontano vado ad abbracciare il mio Cupcake, lui mi stringe forte ed è meraviglioso sentire di nuovo il suo corpo contro il mio.

-Ciao principessa ribelle. –

-Ciao Cupcake. – Usiamo i nostri rispettivi soprannomi. Molto meglio che usare gli sdolcinati soprannomi che usano tutti.

-Ora dimmi una cosa, lo avevi steso ... perché non lo hai lasciato a terra? – E' un mezzo rimprovero. Gli levo gli occhiali da sole per poterlo guardare negli occhi, e li vedo preoccupati. I suoi meravigliosi occhi azzurri, quanto mi sono mancati.

Come Vivere In Un Sogno - Liam HemsworthWhere stories live. Discover now