Il vero addio.

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Stanca dalla giornata precedente Lodovica si alzò sul tardo pomeriggio si girò e rigirò nel letto accorgendosi che accanto c'era solo un letto vuoto. 

"Forse è al lavoro" pensò Lodovica pensando a dove potesse essere la moglie. Vista l'ora decide di alzarsi dal letto e recarsi nell'unico posto dove sapeva che si sarebbe potuta distrarre, al suo ristorante, chiuso per il giorno di riposo. 

Arriva e avvicinandosi alla porta notò qualcosa di strano, c'era un biglietto attaccato alla porto "Come abbiamo iniziato ti dirò addio" erano le uniche parole che lesse, non riusciva a capire cosa potessero significata, riusciva solo a capire che fosse il mittente. 

Entrò e si ritrovò la sala da pranzo piena di palloncini ma nulla di più, avvicinandosi ancora poteva notare che alcuni di essere sopra avevano delle scritte e quindi prese il primo e iniziò a leggere.

"- Sei felice senza di me? 

- Io non sono niente senza di te." 


Greta era riuscita a trovare il modo di entrare in questo posto, sapeva che sarei venuta qui per distrarmi, lei sapeva che per stare solo o non pensare avrei dovuto cucinare ma nello stesso tempo non avere nessuno intorno, rimase a leggere quelle poche parole per secondi che sembravano infiniti ma poi ne prese un altro. 

"Se avessi saputo che quello era l'ultimo abbraccio, giuro, t'avrei stretta più forte."


E la colpa era solo sua, Lodovica lo sapeva che avrebbe dovuto parlare chiaramente fin da subito, dirle che poi se ne sarebbe andata, andata lontano da lei, lontano dal loro amore. Prese un altro palloncino e lesse anche quello. 

"Io ci speravo, ecco perché fa male."

Lodovica ci aveva sperato così tante volte che ormai aveva perso il contro, ma ugualmente una lacrima iniziò a rigarle il volto. 

"E io ti amo, hai capito ti amo. Anche se tu fai finta che è impossibile, io non ho limiti. Spingo a dire che sei mia fino all'inverosimile." 

Per Greta era sempre stato semplice fare emozionare Lodovica, farla sorridere o farla piangere, ci metteva veramente una frazione di secondo. Come ci metteva così poco anche a colpirle il cuore o a trovare la frase che rappresentasse loro. 

"Pensare che non l'ho, sentire che l'ho perduta. Sentire la notte immensa, più immensa senza di lei. L'inferno è non amare più."

Non poteva semplicemente andarsene senza tutto questo? No Greta doveva lasciare ancora un segno indelebile nel cuore, nell'anima e nel corpo di Lodovica a ricordarle che il loro tatuaggio brucerò sulla pelle ogni volta che anche un lieve ricordo di lei le passerò davanti agli occhi, perché entrambe le ragazze lo sapevano che quei loro ricordi si sarebbero fatti risentire nei momenti sbagliati quando sembrerà andare tutto bene un ricordo anche piccolo tornerà nelle loro teste come per dire "ei l'hai amata ma non è più qua" come ogni ricordo più infimo e bastardo. 

"Non puoi pensare vada tutto bene perché in questo mondo mica tutto va, certe volte sembra vada tutto bene, ma dall'altra parte c'è sempre un ma."

E nella loro vita sanno sempre quei ma, ma chissà come sarebbe andata se per una volta non avrei lasciato vincere la paura, oppure ma chissà se per una volta non mi sarei arresa per nulla al mondo cosa sarebbe successo. 

Alzò il volto da quel palloncini e quelle parole che le stavano riempiendo la testa di fin troppi pensieri e gli occhi di lacrime che sembrano non voler cessare mai. E la vide, vide la foto di loro due stese nel letto di quella casa che ormai era diventare la loro casa, dove volevano vivere insieme. Erano stese mentre ridevano e si ricorda benissimo quel momento. Stavano ridendo perché Greta come suo solito aveva fatto una battuta che solitamente non fa nemmeno sorridere ma vedendo la serietà di Greta entrambe scoppiarono a ridere e esattamente in quel momento quella ragazza dagli occhi azzurri ne approfittò per scattare quella fotografia, la prese e la voltò e anche dietro quella ci trovò altre parole.

"Tutti che tornano, ma tu quando torni?" 

Poche semplici parole, concise e dritte al punto, se gliele avesse detto qualsiasi altra persona non ne avrebbe dato peso, ma dette da lei erano come un macigno sul cuore, quel cuore che voleva fosse di ghiaccio ma piano piano si stava rompendo sempre di più, doveva andare via da li, doveva smettere di guardare certe cose, e Greta doveva smettere di farle trovare certi particolare di loro due, un loro amore così grande ma così impossibile. 

Lodovica ovviamente si dava la colpa di tutto perché sapeva che era soltanto causa sua e delle sue parole che loro ora erano separate e non potevano amarsi come voleva, ma in ogni modo avrebbe dovuto andare avanti con sua moglie. 

Tornò a casa il più velocemente possibile, entrando in casa vide Cristina ballare in giro per la cucina mentre preparava la cena anche se entrambe sapevano che era un frana, approfittando della musica alta Lodovica si avvicinò senza farsi sentire e la osservò in ogni suo dettaglio, i capelli che le cadevano lungo le spalle, i movimenti dei suoi fianchi che ogni volta la incantavano, e poi si voltò e vide il suo sorriso, di una donna felice, era da tanto che non vedeva quel sorriso ma ora rivedendola capì che forse le paura le avevano anche fatto fare la scelta giusta. 

"Cosa hai da guardare così imbambolata?" chiese Cristina guardando al moglie. 

"La donna che amo" rispose Lodovica sorridendole.

L'altra donna le corse in contro e le saltò fra le braccia incrociando le gambe intorno alla vita di Lodovica e per poco non persone l'equilibrio, iniziarono a ridere, ma poco dopo le risate vennero interrotte dai loro baci. 



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Scusa il capito breve, non mi piace poi così tanto, Ma oggi ho perso una persona quindi non avrei potuto fare di me

Recuperò nel prossimo capito. 

Old or new love?Où les histoires vivent. Découvrez maintenant