Il viaggio.

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'Tu..'

Gli occhi di Lodovica si spalancarono trovandosi d'avanti quella figura, più esile di come se la ricordava, cosa ci faceva proprio sul quel treno perché il destino era così beffardo con lei.

'Cosa ci fai qui Greta?' chiese Lodovica ancora fissandola, in risposta ricevette un sorriso, 'Non è che mi segui?' proseguì per poi ridere insieme alla ragazza al suo fianco, 'Ero andata a trovare i miei genitori, si sono trasferiti ma io sono rimasta a Milano per proseguire gli studi e il lavoro, tu invece?'.

Lodovica abbassò lo sguardo, le faceva male solo il pensiero in questo momento.
'Ero andata a trovare la mia "ragazza" per qualche giorno'.

'Perché hai fatto le virgolette pronunciando quella parola?' Chiese la ragazza, avvicinandosi di più.

Lodovica alzò lo sguardo e per un attimo si fermò a osservarla, specialmente quei due grandi occhi azzurri, così azzurri che le ricordavano sempre il cielo in piena estate una volta di quei occhi ne era persa.

'Sua madre non sa di noi e per sbaglio mi ha raccontato di come lei stia continuando una relazione con un ragazzo a mia insaputa, mi sono sentita così ferita e umiliata che non sono riuscita nemmeno a salutarla decentemente prima di andare, non mi sono nemmeno fatta accompagnare da lei in stazione ma solo dalla madre, mi ero aperta così tanto a lei che ora mi sento completamente persa e vulnerabile' disse Lodovica iniziando a singhiozzare per poi proseguire 'Sai dopo di te non sono riuscita più ad aprimi con nessuno, ho sempre tenuto quella corazza che mi faceva sembrare una ragazza forte agli occhi di altre persone, ma lei me l'ha distrutta pezzo per pezzo lasciando spazio ad un amore incondizionato per ogni cosa che mi diceva e faceva, per ogni sorriso che mi regalava, ma credo di avere sbagliato nuovamente, cado sempre nello stesso errore, mi fido e resto bruciata'.

Gli occhi blu la stavano osservano, senza dire nessuna parola in risposta nemmeno la più misera, azzerò lo distanze e la abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo, quello è sempre stato il loro modo di curarsi a vicenda, da quando si conoscevano un abbraccio fermava il dolore, ma questo non uno di quei casi al contrario Lodovica pianse di più, pianse tutte le lacrime che era stanza di trattenere, pianse tutte la paura.

Ma finite le lacrime non smisero di abbracciarsi, rimasero unite durante tutto il tragitto del treno, senza dire una parola ascolta solo la musica che risuonava dagli auricolari, finché il viaggio finì e si sorrisero, Lodovica fece per prendere la borsa e andarsene ma la ragazza parlò 'Ma tu hai voglia di andare a casa? Perché io sinceramente non ne ho così tanta e vorrei compagnia'.

'Non aspettavo altro' fu   la risposta di Lodovica, si sorriso nuovamente e con i loro borsoni si diressero all'uscita dalla stazione avviandosi alla macchina della ragazza degli occhi azzurri.

'Non chi credo, non si è ancora fermato questo ferro vecchio?' si sentì arrivare un pugno giocoso sulla spalla 'Ei il ferro vecchi mi porta dove voglia che poi non è vecchio ma è d'epoca, sai quando amo questa mia piccola 500', si osservarono e salendo in macchina sussurrando Lodovica disse 'si più di me'.

La ragazza mise in modo l'auto e spiegò a Lodovica come l'aveva appena fatta restaurare e come aveva modificato l'impianto audio per renderlo più potente, detto questo accese la radio e iniziò a guidare verso una meta ancora sconosciuta a Lodovica.

Greta iniziò a trafficare con i bottoni cercando una canzone che potesse piacerle fino a quando la trovò, si voltò verso Lodovica e le sorrise poggiando una mano sulla sua coscia tornò a guardare la strada. 

'Ti ho raccontato storie che ancora mi somigliano nell'universo nero si disperdono sono diversa sono nuova ma le note ancora mi appartengono parlo con te parlo con te.'

Iniziò a cantare la ragazza dagli occhi azzurri, Lodovica si voltò verso di lei e la osservò pronunciare quella parole. 

'E tu spiegami adesso tutto questo silenzio dove va a finire se non riesco a parlarti e non so più toccarti mi sento morire

Era da tanto che non la sentiva cantare, le era sempre piaciuto essere cullata dalla sua voce, dal modo in cui le canta.
Aveva sempre adorato la sua voce come sapeva trasmettere dolcezza e passione semplicemente cantando.

'Spiegami questa distanza spiegami tu l'indifferenza ora non so più mentire ho trovato il coraggio di dire mi sento morire, morire come fosse l'ultima speranza di trovare una bellezza ancora intatta'

La continuava ad osservare, ogni parola pronunciata da quelle labbra sembrano dedicate a lei, ogni movimento che faceva sembrava così dolce.

Quella ragazza, quella voce la stavano facendo distrarre da tutti i troppi pensieri che le stavano invadendo la testa, le disse di accostare la macchina e appena lo fece saltò sulle gambe della ragazza la strinse forte 'Grazie' sussurrò.

Restata stupida dal gesto Greta non pronunciò nessuna parola semplicemente le prese il viso fra le mani la guardò e la baciò dolcemente assaporando il sapore delle labbra che voleva baciare da ormai troppe ore, non aveva più la forza di resistere quindi si perse in quel contatto, in quel calore che non avveniva più da anni, in quel bacio ricordarono tutta la loro storia se pur breve ma intensa come poche. 

Lodovica di staccò dalla ragazza 'Mi sei sempre mancata, ma hai spezzato il mio cuore una volta non ti permetterò di farlo un'altra volta' disse. 
Greta non si allontano ma la stinse più forte 'Non mi importa quanto tempo ci vorrà o se dovrò aspettare ma ti riavrò' rispose. 

Rimasero così ad osservarsi per vari minuti ma poi si ricomposero e ritornarono sulla strada, 'avevo ragione, ogni tanto il destino si diverte a giocare con me' penso Lodovica.


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