Sono nella mia stanza a studiare ma dopo ore di studio decido di chiudere i libri. Ho bisogno di scaricare questa tensione che ho dentro di me dal primo e ultimo incontro con Lucy. Certo oggi a scuola ci siamo salutati ma non ho avuto il coraggio di avvicinarmi. L'unico modo che conosco oltre che giocare a calcio per farlo è suonare la chitarra. Così lo faccio. La prendo e inizio a suonare. Suono da quando avevo 6 anni. Ho imparato principalmente perché la chitarra era lo strumento preferito di mia madre, infatti è lei che mi ha insegnato a suonare e che poi successivamente mi ha regalato una chitarra nuova. Suono finché non mi fanno male le dita. Finché non sento la porta aprirsi alle mie spalle e mi fermo, resto immobile. So che è lui prima ancora che apra bocca. So che odia la chitarra con tutto se stesso, perché gli ricorda di lei.
Non parla e mi spaventa.
"La cena è pronta."
Sorpreso mi giro. E lo vedo. È ancora in tenuta da lavoro, quindi è tornato da poco.
"Okay. Arrivo"
Prima di andarsene dice " ancora suoni? Quante volte ti devo dire che quello strumento non si deve più suonare in questa casa?" Il suo sguardo è vuoto, la sua voce è bassa e minacciosa.
" okay la metto via. Ma ti prego fammela tenere è l'unico ricordo che ho di lei."
"Magari io avessi solo questo. La sofferenza sarebbe almeno sopportabile. Questa casa, no, ogni stanza a me ricorda di lei. Se potessi brucerei questa casa, ma non ce la faccio a stare nemmeno senza ogni ricordo che ho di lei. Almeno posso vivere ricordandola, respirandola" detto questo chiude la porta e mi lascia lì sul mio letto, da solo e distrutto. Responsabile ancora una volta del suo dolore. Cosa l'ho presa a fare questa dannata chitarra. La butto a terra. E atterra con un tonfo e il rumore delle corde. E sono frustrato perché subito dopo mi rendo conto di cosa ho fatto e la riprendo e la poso con delicatezza assoluta sulla sua asticella, l'accarezzo e sussurro contro il legno della chitarra "mi manchi. Mi manchi tanto" mentre lacrime scendono lungo le mie guance. E io le faccio scendere senza asciugarle " vorrei tanto che tu fossi qui con me, e con papà"
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Senza te non sono niente.
RomantikIl mio nome è Ryan Mason. Sono il capitano della squadra di calcio della mia scuola.Quando sono in campo sono libero. Quando sono in casa sono un prigioniero. Molti mi definiscono arrogante, playboy, egoista. Ma nessuno conosce il vero me. Tranne l...