Capitolo quarantotto.

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Quando Beatrice aprì gli occhi, la prima cosa che notò fu il fatto di trovarsi nella camera degli ospiti - la stanza che lei aveva usato per dormire durante le prime settimane - e non in camera di Niall. Si rese conto anche di come quel letto fosse grande e vuoto senza di lui ad occuparne i tre quarti.

Inspirò profondamente con il naso rigirandosi tra le coperte e anche in quel modo sentì quella sensazione di nostalgia attanagliarle il petto, perchè persino l'odore nell'aria era diverso: non c'era il solito profumo di Niall ad impregnare le coperte, nemmeno sui cuscini e neanche sui propri vestiti. Forse fu proprio quest'ultimo punto a farle rendere conto di quanto Niall stesse via in quel periodo.

Sbadigliò, non curandosi nemmeno di nascondersi la bocca dietro una mano, e si alzò infilando le pantofole ai piedi. Lasciò una carezza sul pancione e sorrise quando sentì qualcosa muoversi lì dentro. Era una sensazione stranissima sapere che dentro di lei stava crescendo un bambino.

La mancanza di Niall era così forte e presente che Beatrice aprì un'anta dell'armadio e, invece di afferrare una sua maglia, prese in prestito una delle poche magliette che Niall aveva lasciato a casa.

Si sfilò quella sua e indossò quella del ragazzo decisamente più grande. A Beatrice piaceva, sia perchè adorava la stampa al centro del tessuto sia - e soprattutto - perchè profumava di lui. Fece affondare il naso nella maglia bianca e inspirò profondamente, di nuovo. Sembrava quasi un drogato che cerca di sniffare il più che può quello che gli è rimasto dell'ultima bustina di cocaina, cercando di non finire in astinenza.

Ma lei, in astinenza, ci era già da un bel pezzo. Fin da quando Niall era uscito dalla porta di casa trascinandosi dietro quella valigia che... seriamente, Beatrice si chiedeva ancora come potesse trasportare tutta quella roba che Niall si era portato dietro: era davvero piccola!

Come se non bastasse, il giorno seguente sarebbe stato il suo compleanno e Niall aveva un evento di beneficenza, per cui non sarebbe potuto tornare a casa e festeggiare con lei.

Si sentiva tremendamente sola: Marianne, la sua collega di lavoro, continuava a lavorare, perciò non avrebbe potuto tenerle compagnia; sua madre e suo padre erano tornati in Italia e i ragazzi erano partiti.

Di sicuro per Beatrice quello sarebbe stato il compleanno più brutto di sempre.

Sospirò mentre versò un po' di latte nel pentolino per riscaldarlo. Stava pensando così tanto che non si era nemmeno accorta di essere scesa al piano inferiore e di star già cucinando la colazione.

Sospirò pesantemente - di nuovo - pensando al regalo di compleanno che le aveva fatto sua madre prima che Beatrice ritornasse in Inghilterra: un buono per due persone per passare un'intera giornata alle terme più famose di Londra.

Beatrice era contenta: pensava che avrebbe passato quel giorno con qualcuno, con Marianne o con Niall, ma invece il buono scadeva la settimana prossima e sicuramente Niall sarebbe stato ancora in Australia e la sua amica ancora impegnata al locale.

Aveva quindi deciso di usare il buono per il giorno seguente, in modo da avere qualcosa da fare il giorno del suo compleanno.

Beatrice stava giusto per accendere il televisore quando sentì il suono del campanello rimbombare tra le pareti di quella casa. Subito si avvicinò alla porta e si accorse di essere a piedi nudi mentre guardava dallo spioncino. Si sorprese di riconoscere il signore delle consegne.

Aprì la porta e lo guardò alzando un sopracciglio.

"Salve" salutò l'uomo, educatamente. Tra le mani reggeva un pacco abbastanza grande.

"C'è un pacco per lei"

"Oh" mormorò Beatrice, mordendosi le labbra "Io non ho ordinato niente"

Responsibility || Niall HoranWhere stories live. Discover now