Capitolo ventidue.

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Niall si passò nervosamente una mano tra i capelli. Mancava un paio d'ore all'inizio della trasmissione e Niall non riusciva a fare a meno di pensare alle parole di Richard.

Quell'uomo sapeva essere veramente perfido quando voleva, e quelle parole avevano ferito Niall.

Continuò a muovere le dita sullo schermo del cellulare, giocando a quello stupido gioco che più di mandargli il cervello in pappa non faceva. Poi sospirò, annoiato, e lanciò l'apparecchio sul divanetto.

I ragazzi erano come scomparsi. L'ultima volta li aveva visti a "pranzo" - se così si poteva definire - quando Niall era andato a procurarsi un panino imbottito per fermare il brontolio nella sua pancia.

Chiuse gli occhi due minuti, giusto per riposarsi un poco. Ma forse non avrebbe dovuto farlo.

Ripensò alle parole di Richard, di nuovo.
Sei l'anello debole del gruppo.

Una fitta nel petto e una smorfia di dolore sul viso. Era umiliante sentirsi dire ciò dal tuo stesso manager.

Si strofinò forte le palpebre con le dita e si lasciò sprofondare tra la stoffa del divano.

Non passò molto tempo prima che il silenzio in cui era calato precedentemente l'intero studio fosse spezzato da una voce.

"Vaffanculo!" urlava qualcuno, senza preoccuparsi di ciò che avrebbero potuto pensare le persone.

"Vaffanculo!" gridò di nuovo, e questa volta più forte, e la voce fu seguita dallo sbattere di una porta. Niall si alzò in quello stesso momento per avvicinarsi alla porta e capire cosa stava succedendo. Non ebbe nemmeno il tempo di arrivarci, che un Harry completamente tra le lacrime, gli passò davanti furiosamente. Sbatteva i piedi rabbioso e provocava così un rumore simile al passo di un ippopotamo.

"Harry" lo chiamò Niall, piano, come se avesse paura di una sua brutta reazione.

Il riccio non lo ascoltò, continuò a camminare velocemente e ad asciugarsi con stizza le lacrime dal volto.

"Harry!" questa volta a chiamarlo non fu Niall, fu Louis. Quest'ultimo spalancò la porta da dove era appena uscito Harry. Percorse il corridoio per alcuni metri prima di fermarsi definitivamente.

"Harry, ascoltami un momento!" gridò, per farsi sentire dall'altro ragazzo.

"Non me ne fotte un cazzo"

Niall rabbrividì al sentire la voce carica di disprezzo di Harry. Si sentì di peso, come se non c'entrasse nulla in quella situazione. E in effetti era così.

"Sono stanco di te e del fatto che te ne freghi" continuò, dall'altra parte del corridoio.

Louis assottigliò lo sguardo e chiuse le mani a pugno, preso da un moto di rabbia. Non era affatto vero, a lui frega di Harry.

Arrivato a quel punto, Niall non riuscì più a seguire, a guardare quella scena. Semplicemente fece un passo indietro e chiuse la porta lasciando che le voci fossero attutite dal legno di essa.

Deglutì. Quei due negli ultimi tempi non facevano altro che litigare e il motivo Niall lo conosceva fin troppo bene.
Evidentemente non era l'unico che stava passando un periodo non molto bello.

***

Nonostante questi piccoli imprevisti, quel giorno passò velocemente. La trasmissione era andata bene, e si erano anche divertiti, o almeno lui si.

Anche per Beatrice quella giornata era passata più o meno velocemente. Il fatto che Niall l'avesse raggiunta quella mattina le aveva rallegrato non poco la giornata. Si sentiva sollevata.

Responsibility || Niall HoranWhere stories live. Discover now