Capitolo undici.

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Alla fine i managers avevano davvero deciso di trascinare Beatrice a Orlando.

Lei non poteva nemmeno ribellarsi, perché faceva parte del contratto, doveva accettare tutto quello che le imponevano di fare se voleva che Niall la aiutasse con il bambino - o bambina -

Anche loro consideravano quella situazione di intralcio per Niall, per la sua carriera.

Dire che lui l'aveva presa malissimo, era dire poco.

In seguito alla crisi di nervosismo che aveva avuto quella sera e che aveva superato grazie a Zayn, era giunta una seconda crisi, circa due giorni dopo.
Beatrice viene con voi, avevano semplicemente detto con il tono tipico di qualcuno a cui non frega nulla.

Tutte le sue proteste, le sue lamentele, non erano servite proprio a nulla: era costretto a portarsela dietro ovunque.

Alla fine della conversazione, aveva lanciato il telefono dall'altra parte della stanza, preso da un'altra ondata di rabbia.

Prese ad imprecare, a dire cose senza senso, una dietro l'altra.

"Non solo mi sta rovinando la vita" diceva "vuole anche mandare all'aria la mia carriera"

E Beatrice, seduta in cucina, le aveva sentite quelle parole. Le aveva sentite eccome. Erano arrivate veloci e taglienti alle sue orecchie e il cervello non ci aveva messo molto a elaborarle. Non c'é nemmeno bisogno di spiegare come si sentiva: credeva davvero di essere una pezza usa e getta in quel preciso istante. Non era abbastanza dire che ci era rimasta male. Sentiva un peso gravarle sul petto.

"Io" balbettò " io credo di dover andare via" la voce ridotta a un sussurro mentre si alzava dalla sedia e salutava velocemente Maura senza guardarla negli occhi.

"E dove vai?" si informò l'altra, con una ruga di perplessità tra le sopracciglia.

"Mh, devo... insomma, prendere dei vestiti a casa mia" mentì "e poi ho il turno al ristorante" continuò, e almeno questa parte della storia era vera.

Aveva preso fin troppi giorni liberi, e il capo non le avrebbe più concesso nessun giorno fino alla fine del mese.

"Oh" sul viso di Maura si dipinse un'espressione un po' delusa "e quindi non torni stasera?"

Beatrice si ricordò proprio in quel momento che quella sera Maura sarebbe partita per ritornare in Irlanda.

Beatrice si portò una mano sulla fronte e fece uscire dalla sua bocca un suono di esasperazione.

"Scusa Maura, ma non posso proprio mancare, altrimenti quello mi licenzia"

Maura scosse la testa e fece piegare le labbra in un sorriso.

"Non preoccuparti, ci salutiamo adesso"

Poi si alzò dalla sedia e le si avvicinò. Beatrice si sporse per darle un bacio sulla guancia, ma fu preceduta dalle azioni dell'altra. Infatti Maura la prese e le avvolse le braccia attorno. All'inizio rimase interdetta nel capire che si, la stava abbracciando sul serio. Poi però sorrise e ricambiò.

"Alla prossima, tesoro"

"Alla prossima, Maura"

***

Niall era disteso sul divano, avvolto in una coperta abbastanza leggera. Dopo quella mezza sfuriata con cui si era sfogato, aveva deciso di sedersi un poco.

Era quindi finito per guardare un vecchio episodio di Scrubs che sapeva praticamente a memoria. Stava quasi per addormentarsi, quando fu riportato alla realtà dal rumore provocato dallo sbattere della porta. Scattò seduto guardandosi intorno, mentre portò le dita a strofinarsi gli occhi.

Responsibility || Niall HoranWhere stories live. Discover now