Capitolo trentaquattro.

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Quando Beatrice riaprì gli occhi, tutto quello che vide fu azzurro, l'azzurro negli occhi di Niall e l'azzurro negli occhi di Laura.

Strizzò gli occhi e a quel punto cominciò a rendersi conto di quello che era successo. Era svenuta come un sacco di patate e adesso si ritrovava sul divanetto del camerino su cui aveva dormito con Niall.

Quest'ultimo stava lì inginocchiato per terra accanto a lei e la fissava immobile. Beatrice si prese più tempo per guardarlo, notò l'espressione preoccupata sul suo viso e le guance rosse. Stava quasi per allungare una mano in modo da accarezzargli la guancia, ma poi anche la rabbia nei suoi confronti ritornò a galla e si ritrasse di scattò. Niall se ne accorse e sembrò deluso. Intanto, Beatrice spostò lo sguardo sull'altra figura in piedi accanto a lei e riconobbe sua madre. Aveva una mano davanti la bocca e gli occhi rossi; era spaventata, si notava benissimo.

"Stai bene?" la voce di Niall le arrivò ovattata alle orecchie. Portò due dita ad accarezzarsi le tempie: solo adesso si rendeva conto del forte mal di testa a fracassarle la mente.

Fece no con la testa, mentre cercava di tirarsi in piedi.

"Sta' ferma, il dottore sta arrivando" l'avviso Niall, afferrandole un polso dolcemente. Beatrice si ritrasse, come scottata e non lo ascoltò.

"Beatrice" la richiamò.

"Sta zitto Niall!" gli urlò invece lei ormai persa la pazienza. Il ragazzo serrò i pugni, cercando di trattenersi dal fare qualsiasi cosa, e poi sentì le punte delle orecchie e le guance diventare caldissime.

"Hai intenzione di continuare ancora per molto?" sibilò Niall, trattenendo la rabbia che si andava espandendo.

Beatrice lo guardò, ancora seduta.

"Ho appena cominciato" rispose.

Niall sembrò scoppiare. Persino Laura, che stava assistendo la scena a qualche metro di distanza, riusciva a percepire il suo respiro irregolare.

Niall strinse la mascella e mandò a quel paese tutti i buoni propositi per mantenere la rabbia.

"Sai cosa c'è? Mi hai stufato! Tu e questo cazzo di atteggiamento che hai!" gridò.

"Fanculo! Io farei di tutto per avere la mia famiglia accanto e dopo tutto quello che sta facendo tua madre per scusarsi, te ne stai fregando!" continuò, calciando il mobiletto accanto. A Beatrice vennero i brividi vedendo quella scena.

"Niall" sussurrò Beatrice, scioccata.

"No, basta!"

Ci furono esattamente tre secondi di silenzio - Laura li aveva contati - prima che Niall uscisse dal camerino sbattendo la porta. Ma solo Beatrice si accorse delle sue guance rigate e degli occhi lucidi per le lacrime.

***

"Stai benissimo, è stato solo un calo di pressione" affermò il dottore togliendo dal braccio di Beatrice l'oggetto che aveva usato precedentemente per misurarle la pressione.

"Devi stare attenta. Evita qualunque tipo di sforzi e cerca di non arrabbiarti troppo"

Beatrice sospirò sconsolata: si sentiva un po' come quelle persone che non hanno più possibilità di salvezza e stanno per morire di qualche malattia incurabile. Invece era solo incinta.

Il dottore le lasciò un pizzico giocoso sulla guancia prima di levare le tende.

"Grazie mille" lo ringraziò Laura che non l'aveva lasciata sola un solo secondo e l'aveva riempita di domande pur sapendo che Beatrice non avrebbe risposto a nessuna di esse. Certo, lo aveva fatto a monosillabi o accennando un si o un no con la testa ogni tanto, ma almeno lo aveva fatto!

Beatrice continuò a sospirare anche quando il dottore varcò la soglia della porta e scomparse dalla loro vista, lo fece anche quando sua madre si lasciò andare sulla sedia e lo fece quando il silenzio fu davvero troppo insopportabile.

"Dovresti andare da lui"

Beatrice la guardò, all'inizio non capendo a cosa si riferisse, ma poi spalancò la bocca, incerta.

"N-non credo che sia una buona idea..." balbettò, insicura.

"Di cosa hai paura?"

La ragazza ci pensò. Aveva paura di tante cose in realtà: prima di tutto, aveva il timore di un rifiuto da parte di Niall, aveva paura di trovarlo ancora così arrabbiato da non volerle parlare e soprattutto aveva paura di avere torto. Si sa, Beatrice preferisce fare tutto da sola e odia sapere di avere sbagliato. In quel momento, quando Niall aveva lasciato la stanza con le spalle ricurve, aveva cominciato a sospettarlo. Guardò sua madre attentamente, come non lo faceva da mesi. Forse stava esagerando con lei.

Allora parlò, rispose alla sua precedente domanda e le confidò tutti i suoi timori. All'inizio per Laura fu parecchio difficile concentrarsi sulle parole della figlia e non sul fatto che le stava finalmente rivolgendo parola senza un filo di astio.. Ma poi si sforzò e allora riuscì a convincerla. Beatrice, allora, si tirò in piedi e semplicemente si diresse verso la porta. Prima di uscire, però, si voltò verso sua madre e la guardò.

"A casa nostra c'è una camera in più, se ti interessa"

E poi si chiuse la porta alle spalle.

***

Niall era fuori. Stava seduto sui gradini che davano sulla porta secondaria e giocava distrattamente con un gioco sul cellulare.

Beatrice fece sbattere la porta di proposito per fargli notare la sua presenza, ma non ottenne alcun risultato. Allora gli si avvicinò e lasciò che una mano passasse tra i suoi capelli morbidi. Lui, a differenza di come aveva pensato, non si ritrasse, anzi si lasciò cullare da quel tocco e smise di picchiettare sullo schermo del telefono. Beatrice si sedette accanto a lui, facendo attenzione ad abbassarsi. Niall non la guardò, restò con lo sguardo perso nel vuoto.

"Scusa"

Niall chiuse gli occhi.

"Scusa tu" borbottò, con la voce ridotta ad un filo.

Beatrice scosse la testa, si sporse e gli lasciò un bacio sulla tempia.

"Capisco come ti senti..."

"Ma ho esagerato" continuò Niall sospirando.

"No, avevi... hai ragione"

Non volevo urlarti addosso" ammise il ragazzo storcendo la bocca.

"Lo so" lo sapeva davvero.

Niall non ci pensò due volte, si girò verso di lei e l'avvolse con le sue mani, di scatto. Beatrice sorrise nell'abbraccio e lo ricambiò accoccolandosi meglio e posandogli le mani sulla schiena. Poi fece passare le dita sotto l'orlo della T-shirt nera e gli accarezzò la pelle, perché sapeva quanto in realtà lo rilassasse., soprattutto se a farlo si trattava di lei.

Beatrice si staccò per prima, ma non resistette e allora fece unire le loro bocche. Gli pressò le labbra contro e fu lei a rendere quel bacio di più. Fu Niall ad aprire la bocca e a lasciarle così il modo per accarezzare le loro lingue.

Quel bacio, però, fu interrotto dalla porta sul retro che si apriva lasciando spazio alla figura di Mark.

"Nì, devi andare sul palco"

E allora l'ansia pre-concerto cominciò a sentirsi di più perché adesso non c'erano nemmeno le mani di Beatrice a tranquillizzarlo.

Come se lo avesse letto nel pensiero Beatrice gli baciò una spalla.

"Vai là e spacca tutto" gli sussurrò con un sorriso ad incorniciare il tutto.

E Niall lo fece.

Responsibility || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora