Capitolo 40

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Oh quante sono incantatrici, oh quanti incantator tra noi, che non si sanno! -Ludovico Ariosto

INES'S POV:

Caro Gigio,

è da un po' che non scrivo, ma sarà l'ultima lettera che ti scriverò dall'America perchè ho intenzione di tornare a casa, da te. Conto di dartela di persona questa lettera, conto di ritrovare lo stesso Giorgio che ho lasciato quando decisi di intraprendere quest'esperienza e tornare a divertirci insieme, come abbiamo sempre fatto.                                                      

Ho pensato molto prima di prendere questa decisione, sono a un passo dal prendere il diploma qui eppure...non mi sento più bene. Sento la tua mancanza come a una persona manca il respiro quando scende in acqua, mi sento di soffocare ogni volta che penso a te così lontano da me. Speravo che mi potessi perdonare un giorno, andare avanti e supportarmi, ma non è stato così e solo adesso comprendo che con la mia scelta io possa averti ferito più di quanto potessi pensare.

Sono in lacrime adesso mentre ti scrivo questa lettera, non perchè sia triste, ma perchè non vedo l'ora di vederti, parlarti, riabbracciarti. Mi chiedo come possa reagire al mio ritorno, magari ci rideremo su e io mi butterò addosso a te stringendoti forte forte o magari...no, non voglio pensare al fatto che tu possa odiarmi. Sento il cuore stringersi solo all'idea che tu non mi possa più amare.

Questi anni in America mi hanno fatto capire quanto tu fossi fondamentale nella mia vita, sei il sole che ruota e scalda il mio mondo, non potrei mai sopravvivere senza. Credevo fosse possibile, credevo potesse fare meno male col tempo, ma non è così.

Ho solo una sera per fare le valigie, domani pomeriggio ho il volo e, se va tutto bene, tra 48 ore ti rivedrò. Il mio cuore sussulta di gioia solo al pensiero.

Ci rivediamo prestissimo amore mio,

tuo granchio.

PRESENTE:

"Dove...dove mi trovo?" mugolo sentendomi frastornata, ho un terribile mal di testa e mi sento completamente senza forze, come se qualcuno me le avesse risucchiate tutte.

"Tesoro...come ti senti?" sento zia Viviana prendermi la mano e accarezzarmi il viso, continuo a essere molto confusa.

"Bene, ma cos'è successo?" domando non capendo nulla, sento un'incudine sulla mia testa che pesa come un macigno.

"Ti abbiamo trovata svenuta in bagno, non è nulla però. Sarà stato lo shock degli ultimi eventi, è importante adesso che riposi un po' " una porta si apre attirando la nostra attenzione ed entra zio Adil con due bicchierini di caffè nelle mani.

"Ehi, sei sveglia" mi sorride subito raggiungendomi.

E' solo adesso che inizio a ricordare, ho un flash degli occhi di Giorgio terrorizzato mentre con un tonfo cade sulle scale e scivola dritto in acqua come un peso morto...mi si blocca il respiro, è morto?

"Giorgio?" chiedo cercando nei loro occhi una risposta.

Non tarda da una lacrime che scorre sul viso di zia Viviana, ho subito un nodo in gola che non mi permette di respirare.

"Giorgio è in vita" spiega zio Adil venendo in aiuto a zia che neanche riesce a parlare.

"E' vivo?" spalanco gli occhi con un sorriso esagerato che si dipinge sul mio volto, un sorriso che va sparendo notando l'espressioni degli zii "Non...dovreste essere felici?"

"Lo siamo. Siamo stati molto fortunati, anche se..." pure la voce di zio inizia a tremare quando completa la frase "Sta ancora dormendo"

"Oh...immagino che si rialzerà a momenti, domani al massimo" cerco di rassicurarli, ma zia Viviana scuote la testa portando una mano ad asciugare le lacrime sfuggite "Non ne siamo certi tesoro, Giorgio è in condizioni molto critiche e il dottore ci ha detto che potrebbero passare anche anni"

Il brivido di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora