Capitolo 33

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"Era una dolcezza rara, selvaggia, dolce al punto giusto, al punto che ti restava dentro, nei pensieri, nella pelle." Charles Bukowski

JASMINE'S POV:

Mi alzo surriscaldata e scostando le coperte, scendo dal letto sentendo il pavimento freddo sotto i miei piedi.

Mi riavvio i capelli portandoli in un lato per lasciare prendere aria il collo sudato e alzandomi controllo nel cellulare l'orario.

Sono le quattro e mezza di notte, ho la sveglia per andare a scuola tra due ore eppure non riesco a chiudere occhio.

Raggiungo a piedi scalzi la finestra e la spalanco per far arieggiare la stanza, mi sembra di soffocare dentro.

Mi affaccio in sovrappensiero con la testa piena di nozioni di filosofia mentre sento il cellulare fra le mie mani suonare.

Abbasso lo sguardo a questo stranita trovando un messaggio da parte di un numero sconosciuto "Non riesci a dormire?"

Cosa diavolo...?

Premo la foto del profilo, ma mostra soltanto una foto della luna.

Mi guardo subito attorno quando ricevo un secondo messaggio "Non puoi vedermi da lì"

Ok, adesso sono davvero spaventata.

"Chi sei?" digito frettolosamente.

Faccio per bloccare il numero mentre leggo il messaggio successivo "Xavier"

Ah cavolo, che scema. Certo, chi potrebbe essere altrimenti. 

Quanto sono melodrammatica?

"Come hai avuto il mio numero?" decido di chiedere, mi ricordo di non averglielo dato.

"Parli con un hacker"

Ovviamente.

"Domani ho interrogazione di filosofia, sono un po' agitata" rispondo alla prima domanda che aveva fatto.

"Vuoi venire a ripetere?"

Corrugo la fronte al messaggio "Adesso?"

"Ho finito di fare anch'io filosofia, scendi"

Alzo lo sguardo al buio pesto davanti a me, se non per qualche palo della luce in fondo alla strada.

"Dove?"

"Alza gli occhi" li alzo tempestivamente quando noto in lontananza un cellulare acceso. Mi sta facendo segno.

"Sei solo?" chiedo non avendo il coraggio di ripetere filosofia davanti a tutti gli altri spacciatori.

Sarebbe davvero molto imbarazzante.

"Sì" si limita a rispondere.

"Arrivo" è la mia ultima risposta mentre richiudo la finestra e corro a lavarmi e cambiarmi.

C'è un po' di freschetto fuori, quindi opto per dei leggins per stare comoda, una felpona pesante e una giacchetta di pelle. 

Mi faccio una veloce coda e mettendo del burrocacao per non far seccare le labbra, recupero lo zaino e le chiavi.

Per fortuna mamma non c'è stanotte e posso svignarmela senza problemi.

Scendo le scale del palazzo e percorrendo il cortile, raggiungo la strada dei garage che dà alla mia finestra.

Accanto a ogni garage ci sono piccoli corridoi che uniscono i due condomini e sono così tanti che potresti perderti, come sta succedendo a me adesso.

"Pss" sento all'improvviso e girandomi noto di aver superato Xavier senza vederlo.

Il brivido di amartiWhere stories live. Discover now