Capitolo 37

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"Era necessario un addio perché capissi, che non c'è un addio per noi."

GIORGIO'S POV:

"Attenta, scotta" allungo la tazza di camomilla che ho fatto per Ginevra. Ci ho messo mezz'ora ma questi sono futili dettagli.

"Grazie" sussurra con voce rotta accettando la tazza fumante.

Mi siedo accanto a lei e la osservo in silenzio mentre sorseggia la camomilla e cerca di trattenere visibilmente le lacrime.

"Dovrei andare a cercare Rafael" singhiozza non riuscendo neanche a parlare.

"E' meglio lasciarlo sbollire, tornerà presto sui suoi passi" le accarezzo la schiena restandole vicino.

"Tu dici?" lancia subito un'occhiata dubbiosa.

Non ho idea, cazzo.

"Certo, dagli tempo. Vedrai" le sorrido e la invito a finire la camomilla.

"Io...perdonami, sono stata così concentrata su Rafael che non ho pensato a come potessi stare tu. Sarà stata una batosta anche per te" inspira col naso e non mi stacca gli occhi di dosso.

Scuoto la testa "E' stato sicuramente una...novità anche per me"

"Solo una novità?"

"No, più che una novità. Una bella merda incandescente" replico facendola scoppiare a ridere.

Finalmente un sorriso.

"Hai reso perfettamente l'idea" ridacchia Ginevra mentre all'improvviso sentiamo suonare alla porta.

"Vedi? Che ti dicevo" mi alzo per andare ad aprire.

"Oh, grazie Signore" mormora Ginevra seguendomi sollevata di sapere che Rafael sia tornato a casa.

Apro la porta convinto al cento per cento di trovare Rafael quando mi blocco a riconoscere la figura di papà.

"Mamma?" domando osservando al suo fianco mamma che non aspetta un secondo per spalancare le braccia e stringermi.

"Cosa...cosa ci fate qui?" sussurro ancora incredulo di trovarli qui.

"Cosa ci fai tu qui?" replica invece papà duro per poi spostare lo sguardo dietro di me.

"Adil" sento sussurrare alle mie spalle.

Faccio subito spazio a Ginevra che si aggiusta velocemente i capelli e mormora "Che...sorpresa" alza lo sguardo a me aggiungendo "E che tempismo"

"Ginevra, giusto?" chiede papà osservandola con attenzione, penso stia iniziando a ricordarsi di lei.

"In persona, accomodatevi prego" spalanca la porta composta, come se non avesse appena pianto per un'ora.

"Noi ce ne stavamo per andare in realtà" dice papà per poi indicarmi "Siamo venuti per lui"

"Io...credo che dobbiate entrare un attimo. Abbiamo molto di cui parlare"

"Possiamo fare una videochiamata domattina" comincia a fare lo stronzo papà.

Faccio per dirgli di smetterla di comportarsi da cafone, ma è proprio mamma a prendergli la mano e dire a Ginevra "Se non disturbiamo troppo, ci farebbe piacere fare la tua conoscenza"

Butto un sospiro di sollievo, menomale che c'è mamma.

"Ma certo" Ginevra fa segno di entrare a casa e io faccio spazio.

Come dicevo prima, la casa non è esattamente una reggia.

"Si gela fuori" borbotta mamma entrando a casa e strofinandosi le braccia.

Il brivido di amartiWhere stories live. Discover now