Capitolo 32

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L'inizio del pentimento è l'inizio di una nuova vita. -George Eliot

GIORGIO'S POV:

"Sì Bilel, ora te la mando quella cazzo di tabella excel" sbotta papà al telefono mentre digita il codice della porta dell'ufficio ed entrando mi ritrova seduto sulla sua poltroncina che gli do le spalle.

Corruga subito la fronte "Ehi campione, tua madre ti cerca e...chi ti ha dato il permesso di entrare nel mio ufficio?"

Mi rigiro sulla poltroncina per affrontarlo e nota subito cos'ho in mano.

"Ci sentiamo più tardi Bilel" riattacca di scatto e gettando il cellulare sul divano, mi raggiunge furioso "Che cazzo ti è passato per la testa?" fa per prendermi la pistola tra le mani, ma me la punto subito sulla tempia facendolo paralizzare.

"Giorgio? Questo non è un gioco, è la vita reale. Posa la pistola" sibila rosso in volto.

Sblocco la sicura e gli faccio capire che sono assolutamente serio "Esatto papà, questa è la vita reale"

"Non so che cazzo stia succedendo, ma Giorgio ti supplico di posare quella dannata pistola. Non è così che si risolveranno le cose" sbotta stringendo i pugni.

"Ma come? Tu l'hai risolta proprio così...non ricordi?" sibilo a mia volta bruciandolo con lo sguardo.

"Di cosa parli Giorgio? Sei impazzito? Abbassa quella pistola."

"L'hai sempre e solo risolta con la violenza, hai idea di quanti morti hai causato dagli attentati che hai ordinato?"

Papà sospira e incrociando le braccia sbotta "Ho pagato abbastanza per il mio passato Giorgio, continuo a pagare"

"Non è vero, hai rovinato la vita a centinaia di persone e sei ancora a piede libero che ti vivi una vita che non meriti affatto. Saresti dovuto morire anche tu"

Non sembra che il mio disprezzo gli colpisca più di tanto perché si avvicina alla scrivania e dice "Vuoi farlo tu?" in un attimo riesce a girarmi il polso e la pistola adesso è all'altezza del suo petto.

Lo fulmino con lo sguardo mentre lui non stacca gli occhi da me e sibila autorevole "Spara, se vuoi che muoia. Fallo"

La mia mano inizia a tremare e abbasso lo sguardo alla mano di papà che tiene la presa ferrea sulla pistola contro di sé.

Non teme assolutamente per la sua vita.

"Spara, che aspetti? Dov'è il coraggio che mi hai mostrato prima?" continua a fomentarmi.

Sono insonne da non so quante ore, sono distrutto, annientato da tutto quello che ho scoperto. Vorrei solo morire al momento, ma non riesco a premere il grilletto per vendicare tutte quelle persone morte per mano sua.

"Cosa diavolo...Giorgio!" sentiamo urlare mamma che corre a prendere la pistola senza paura che possa sparare un colpo e la lancia fuori dalla finestra.

"Che cazzo fate, eh?" grida rossa in volto.

"Chiedilo a lui, me lo sono ritrovato in ufficio con una pistola in mano" papà m'indica fingendo di non saperne nulla.

"Non ti vergogni neanche un po'?" guardo con disprezzo papà.

"Mi volete spiegare che succedere per l'amor del cielo?" sclera mamma innervosita.

"Rafael, sapevate che è figlio di Aldo Herman?" lancio la bomba osservando le loro reazioni di pietra.

Non se lo aspettavano affatto.

"Si era intrufolato in casa di zio Bilel per trovare l'assassino del padre, aveva chiesto aiuto a me" continuo a dire per poi ridacchiare scuotendo la testa "Immaginate la mia sorpresa quando ho scoperto che l'assassino lo avevo proprio in casa mia"

Il brivido di amartiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora