Capitolo 36

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"E non avere paura di perdere. Se è la cosa giusta, accadrà." -Steinbeck

GIORGIO'S POV:

"Non ho capito bene" sibila Rafael facendo una smorfia appena sente la mia confessione.

Non posso biasimarlo, anzi si sta sorprendentemente trattenendo.

"Mio padre è l'assassino del tuo, è stato lui a sparargli" ripeto con so quale coraggio.

"Ripeti" sbotta di nuova Rafael avanzando minacciosamente verso di me.

Non mi muovo di un passo.

"Ripeti" ringhia afferrandomi per la felpa con le vene sulla fronte che sembrano stiano per esplodere.

Il secondo dopo mi ritrovo per terra e Rafael urla incollerito "Prova a ripeterlo, forza!" sta per prendermi a pugni, quando la madre gli blocca la mano e dice pacata "Rafael, contieniti."

Sembra che le sue parole abbiano un effetto immediato su Rafael che si rialza e va dietro alla madre, come a fingere che io non esista.

"Tirati su" la madre mi dà una mano che accetto molto volentieri e molto sorpreso.

"Perdonalo, era fuori di sè" mormora abbassandosi a togliere della polvere dal mio pantalone.

"Faccio io" cerco di dire, ma lei continua a pulirmi e rialzandosi chiede "Vuoi accomodarti?"

Sposto subito lo sguardo a Rafael che tiene lo sguardo davanti a sè e ha il pungo in bocca.

La madre appoggia una mano sulla mia spalla e conducendomi fino all'ingresso dice "Entra e fai come se fosse casa tua. Parlo un attimo con Rafael e arrivo, ok?"

"Ok" annuisco piano.

Mi sembra così strana la sua calma, mi aspetto che mi raggiunga con un coltello da macellaio da un momento all'altro.

Sento che socchiude la porta e io mi guardo subito attorno...la casa non è grande, neanche piccolissima...è adatta per due persone.

Con due passi arrivo in un salone arredato in maniera molto tradizionale, il parquet per terra con un tappeto persiano, la tv penso la metà della mia, due divani dai toni scuri, alla parete c'è una carta chiara con fiorellini rosa scuro e ci sono diverse lampade agli angoli. 

Mi avvicino alla finestra vicino alla tv e scostando di poco le tende osservo la madre discutere con Rafael che gesticola, è ancora incazzato.

Vorrebbe uccidermi in questo momento.

Rafael come a sentire il mio sguardo su di lui, alza gli occhi alla finestra e io mi scosto di scatto...merda, per un secondo.

Butto un respiro e accomodandomi sul divano recupero il cellulare.

Ho vari messaggi e chiamate perse di Ines, Bartis, mamma e papà...apro soltanto la chat di Ines e leggo l'ultimo messaggio "Dove sei? Ti prego rispondimi, mi manca l'aria"

"Sto bene tesoro, non mi trovo a Palermo. Ti chiamo appena posso e ti racconto tutto" scrivo e blocco il cellulare quando sento delle voci farsi sempre più vicine.

"Forza" sento dire da una voce femminile e Rafael entra in salone con lo sguardo basso.

Resto in silenzio non capendo la sua prossima mossa, avrà un fucile dietro la schiena per spararmi?

"Giorgio, giusto?" chiede la madre entrando anche lei in salone.

Annuisco piano.

"Gradisci qualcosa da bere? Un caffè?"

Il brivido di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora