Capitolo 13

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Quello che provo per te non è un frutto d'estate dalla buccia liscia...ha a che fare con il tronco, con la scorza dura come una noce di cocco o guarnita di spine come i fichi d'India.
Fa male alle dita, ma contiene del latte. - Gustavo Flaubert.

GABRIELE'S POV:

"Gabri! Ehi, aspettami!" sento gridare dietro di me Ines che cerca di raggiungermi.

Esco dalla scuola a passi felpati e levando le catene alla bici, la porto fino al portone.

"Gabri! Gabri!" continua a gridare lei, vorrei che mi mollasse un attimo.

"Scusami Ines, non è il momento" borbotto salendo sulla bici e sfrecciando via.

Sono una furia mentre pedalo più veloce che posso senza meta e ripenso a tutto quello che è successo, a tutto quello che ho perso per colpa di quel farabutto.

"Fanculo!" sbotto in mezzo alla strada stringendo forte i manubri, vorrei poterli spezzare.

Sento il cellulare vibrare in tasca, ma continuo a pedalare finchè all'improvviso la mia mente mi riporta in camera di Clarissa, mentre sprofondavo dentro di lei facendola godere e gridare il mio nome al vento.

Freno di scatto e cambiando corsia torno indietro con una meta chiara adesso.

Ho bisogno di staccare un attimo o rischio d'impazzire veramente.

"Chi è?" sento la sua voce al citofono.

"Apri, sono io" mi limito a dire appoggiando un braccio al cancello per coprire il viso, non vorrei che qualcuno mi vedesse in queste parti.

"Lele?" chiede Clarissa perplessa.

Non rispondo e lei sbloccando il cancello dice "Ultimo piano"

Ricordo che era l'ultimo piano.

Prendo le scale per scaricare un po' di tensione e trovo Clarissa già alla porta ad aspettarmi "Che sorpresa Esposito"

"C'è tuo padre in casa?" la raggiungo ignorando le sue parole.

"No, sono sola"

"Ottimo." sbotto prendendole il viso e divorandola.

La sento subito gemere fra le mie braccia e alzandola in aria, la porto dentro.

"Aspetta aspetta" mugola sulla mia bocca sporgendosi per chiudere la porta.

Vado di sopra senza perdere tempo e buttandola al centro del letto, levo la camicia e sbottono i pantaloni. Sono molto chiare le mie intenzioni.

Clarissa sembra essere già pronta per me e levandosi la canottiera, rimane in pantaloncini che durano poco perchè li strappo in uno strattone agguantandole il culo.

"Il preservativo" mi ricordo e lasciandola andare per un attimo, mi chino nel mio zaino.

"Ce li ho" m'informa lei frugando nel cassetto del comodino.

Mi avvicino a lei che strappa la bustina e prima di mettermelo, lo massaggia facendomelo diventare più duro di quanto fosse già.

L'afferro dai capelli e accostando il mio cazzo alla sua bocca aspetto che me lo prenda in bocca, non devo aspettare molto.

"Cristo, sì." mugolo scostandole i capelli che m'impediscono di godermi lo spettacolo.

Clarissa ci sa fare con la lingua e provocandomi con la mano e con quella boccaccia, mi fa venire.

Il brivido di amartiWhere stories live. Discover now