Tredici 🌸 Il preside

26 2 0
                                    

"Quella perfida, stupida e malvagia strega!" Digrignò i denti per non alzare la voce.
"Rose..." Disse Hermione con sguardo cupo.
"Era l'unica cosa che probabilmente mi aveva convinta a tornare a Hogwarts. L'unica! E quella pu-"
"Rose!" Esclamò Hermione.
Rose non ci vedeva dalla rabbia.
"Okay okay, quella brutta donna lo ha mandato via!"
Dolores Umbridge aveva corrotto Caramell affinché mandassero via Silente dal suo incarico di preside, che sarebbe presto toccato a lei.
Il guardiano aveva tolto tutti i quadri che lasciavano una scia armoniosa per i corridoi di Hogwarts, solo per attaccare degli insulsi regolamenti e quadri che parlavano solo di lei.

Il castello non era più lo stesso.
Neanche Rosaline.

Era un inferno da quando lei teneva il posto di Silente, faceva irruzione nelle classi durante le lezioni, per correggere e giudicare i professori, non erano ammesse relazioni, e aveva mandato via molti docenti, le divise dovevano essere perfette, e bisognava mantenere la più assoluta calma quando per i corridoi passava, agitando la sua bacchetta per correggere qualcosa.
E un giorno Rose gliel'avrebbe spaccata in due.
"La Rose che conoscevo non avrebbe reagito così." Disse Ronald.
"Ron, le persone cambiano! E qua stiamo parlando di Silente!"
Il livello di ansia e stress erano saliti, e non solo per lei.
Persino Piton, che non mostrava mai emozioni, era annoiato e infastidito dalla presenza di quella professoressa, e Ronald se la rideva sotto i baffi con la gemella, nei sotterranei nelle ore in cui si teneva la sua lezione.
Le magie di Fred e George erano state abolite, così come i loro dolcetti magici.
Hogwarts era diventata una vera noia.

"Cho, che cosa succede." Disse Harry, mentre tutti gli studenti di tutte le case si avviavano per i corridoi, con un unico punto di riferimento, il cortile.
"Riguarda la professoressa Cooman."
Rose era sicura che un altro pezzo storico di Hogwarts se ne stava andando via, la stramba professoressa di Divinazione.
Era circondata dalle sue valigie, singhiozzando dal pianto, Rose lo sapeva, ne era così sicura, piano piano quel castello di stava trasformando in qualcosa che non avrebbe più avuto un senso, un'allegria, un'armonia, non era più il posto che aveva scoperto a undici anni.

"La professoressa Cooman?" Chiese sorpresa Hermione.
"Se ne va?"
Rose annuì solo con la testa, sapeva che se avrebbe aperto bocca sarebbero uscite solo parole tremolanti, in preda a un lungo pianto.
Aveva perso Cedric, si era avvicinata a Draco Malfoy più di quanto avesse dovuto, Silente se n'era andato, facendo così la sua condotta non stava andando per il verso giusto.
Cosa le rimaneva?

La Umbridge, con i suoi fastidiosi tacchi e i vestiti rosa, che accecavano ogni giorno, camminò verso la professoressa.
Avevano detto addio ai discorsi di Silente, al suo studio in vecchio stile, alla sua intelligenza e compassione.
La professoressa Cooman era una di quelle che tutti amavano, perchè era un po' strana e divertente.

Sperava che all'infuori di Hogwarts avrebbe trovato il posto giusto per lei.

"Per sedici anni ho vissuto e insegnato qui." Disse a scatti.
Rose non voleva sentire quelle parole, era tutto semplicemente devastante.
"Hogwarts è la mia casa."

Quella frase era così fottutamente vera, chiunque arrivasse a Hogwarts, sarebbe finito così, Hogwarts faceva sentire a casa.
Hogwarts era una casa.

"La prego, non può fare questo." Era inutile pregare, la Umbridge aveva un cuore di pietra, la sua espressione era sempre la stessa, e solo Rosaline sapeva quanto avrebbe voluto graffiarle la faccia per vederla cambiare ogni tanto.
"In effetti posso."
Ma lei stava solo usando il suo incarico come le pareva e piaceva, tutto quello lo faceva solo per divertimento.
Fortunatamente c'era ancora la Mcgrannit.

"Non me lo spiego."
Sussurrò tra sé.
"Ha già fatto abbastanza." Mormorò.
"Quello che è fatto è fatto." Disse rassegnata Hermione, alzando le spalle in un sospiro.
"Ti arrendi così facilmente Hermione?"
Ma effettivamente non c'era nulla da fare, solo che Rose non sapeva accettarlo.
"Una vera preside, responsabile e professionale dovrebbe metterci in riga, prepararci a quello che verrà, io sono sicura che lui è lì fuori, e non ci metterà molto per entrare."
Disse.

Ma con sua sorpresa, il portone si aprì, rivelando la figura di Silente.
Rose non si spiegava quanto in quel momento fu sollevata.
"Professoressa Mcgrannit, posso chiederle di scortare dentro la professoressa Cooman?"

"Silente, posso ricordarle, che secondo il regolamento didattico ventitré come emanato dal ministro-" Venne bloccata dalla voce raschiata di Silente.
"Lei ha il diritto di licenziare i miei insegnanti."

"Non ha tuttavia l'autorità di bandirli dal castello, quel potere spetta ancora al preside." Annunciò con sicurezza.
La Umbridge si fece piccola, come il primo giorno che era entrata in quella scuola, perché infondo, senza Cornelius Caramell lei non era nulla.

Silente rientrò, mandando gli studenti in classe, e Harry si allontanò per parlare con il preside.

🌸

"Noi non stiamo imparando a difenderci! Non stiamo imparando come superare i G.U.F.O." Esclamò Hermione andando avanti e indietro.

"Si sta impadronendo di tutta la scuola." Sospirò.
Hermione aveva ragione, ma loro non avevano abbastanza potere per mettersi contro alla Umbridge e al ministro.

La radiolina alle spalle di Harry, annunciava che tutto quello che era successo in quei mesi, compresa la morte di Cedric, era avvenuta per mano di Sirius Black.
Rose non aveva mai sentito una sciocchezza simile, e le piangeva il cuore sapendo che Cedric non avrebbe mai avuto giustizia, se il ministro la metteva in quel modo.

"Harry!" Si udì la voce di Sirius, che si era messo in contatto tramite il camino della sala comune.
"Sirius!" Harry balzò in piedi.

"Hai detto che eri preoccupato per la Umbridge, che sta facendo?" Chiese l'uomo.
Rosaline e Hermione si avvicinarono insieme al fuoco, dove a tratti si vedeva il volto dell'uomo.
Rose si sedette accanto a Ron, incuriosita.

"Non ci permette di usare la magia." Esclamò Rose in tono di disprezzo.
"Be' non mi sorprende, l'ultima informazione è che Caramell non vi vuole addestrati a combattere."
Affermò Sirius.

"Combattere? Che pensa, che formiamo una specie di esercito di maghi?" Chiese Ron confuso.
"È proprio questo che pensa!" Fu la risposta.

Rose era ancora più confusa di quanto già non lo fosse, e non capiva dove voleva arrivare Sirius.
"Che Silente vuole radunare le proprie forze per impossessarsi del ministero."

"Gli altri non vogliono che io te lo dica, Harry. Ma le cose non stanno per niente bene all'ordine.
Caramell sta ostacolando la verità a ogni passo e queste sparizioni sono l'esatta replica di come è cominciato in passato!"
Ogni minuto che passava Rose era sempre più confusa.

"Voldemort si sta muovendo." Affermò, con un inquietudine che Rose sapeva già come sarebbe finita quella notte.
Probabilmente a fumarsi un pacchetto intero di sigarette sperando di addormentarsi, sapeva solo una cosa, non sarebbe più uscita dalla sua sala comune nel cuore della notte se c'era il rischio di incontrare il ragazzo dai capelli biondi.

Hermione si avvicinò alla finestra, illuminata dai lampi di un temporale infinito.
"È veramente lì fuori, è così?" Chiese preoccupata.
"Dobbiamo essere in grado di difenderci da soli, e se la Umbridge rifiuta di insegnarcelo ci occorre uno che lo faccia." Annunciò con piena sicurezza, girandosi verso Harry.

Oblivion/ Draco MalfoyWhere stories live. Discover now