Uno 💠 Quidditch

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"Ehi Harry, sii sincero con me. Che cos'hai sognato stanotte?"
Harry si girò verso la Weasley ancora in sovrappensiero, puntò i suoi occhi su quelli verdi della sorellina di Ron, notando che aveva ancora lo sguardo assonnato e i capelli tutti arruffati, si fidava più di lei che di Ron in realtà, perchè a differenza sua, Rosaline aveva dei neuroni funzionanti.
A dirla tutta, era difficile per i Weasley avere dei neuroni funzionanti.

Erano in cammino per andare a vedere la finale della coppa del mondo di quidditch, quando Rose ebbe l'opportunità di confrontarsi con l'amico.
Lo aveva sentito dimenarsi nel sonno e sussurrare parole incomprensibili, al suo risveglio era rimasto zitto per ore a pensare e ripensare, inoltre Rose era una brava osservatrice e aveva notato come Harry più di una volta si era toccato la cicatrice sulla fronte, infastidito.

"Ho fatto un sogno su Voldemort. "
A quel nome Rose rabbrividì.

"Che tipo di sogno."

"C'era un signore, si era messo a origliare dietro a una porta, nella stanza c'era Voldemort con i suoi mangiamorte, stavano pianificando qualcosa, poi l'uomo è stato scoperto e in seguito ucciso da Nagini."
Rose, come tutti i suoi amici, sapeva che Harry parlava serpentese, lo avevano scoperto al secondo anno quando salvò sua sorella Ginny dal diario di Tom Riddle.

"Sicuro di star bene?"
Rose non sapeva cosa dire, sapeva del suo lato collegato con il signore oscuro, colui che solo Harry si permetteva di chiamare Voldemort, ma le dispiaceva per le situazioni che si creavano, anche perchè Harry lo aveva sconfitto la notte in cui aveva ucciso i suoi genitori, perciò, cosa significava quel sogno?

"Ti prego Rose, non dirlo agli altri. Mi fido di te. "
Rose era fedele, non avrebbe aperto bocca, spettava a Harry raccontare del sogno, non a lei.
Fece un sonoro sbadiglio e cercò di consolare il suo amico, prendendolo per mano.

"Grazie."

"Ci sono sempre, lo sai."

Rose era la sorella gemella di Ron, be' in realtà non erano proprio gemelli, erano diversi ma avevano la stessa età, frequentavano la casa grifondoro -come tutta la famiglia Weasley- e le stesse compagnie, spesso non si sopportavano, ma tra fratelli era normale...no?

La distrazione aiutò i due amici quando a pochi metri da casa Weasley apparvero nuovi compagni di viaggio, Cedric Diggory e suo padre Amos.
Cedric Diggory sembrava un ragazzo interessante oltre che affascinante, e tra di loro sembrava essersi creata da subito una certa tensione non appena i loro occhi dalle tonalità simili si scontrarono.

"Questi sono i miei figli, Fred, George, Ginny, Ronald e Rosaline."

Arthur Weasley ci teneva sempre a presentarli tutti, era come se si vantasse di avere così tanti figli, ma di una soprattutto, Rosaline.
Lei era una ragazzina davvero bella per avere solo quattordici anni.

"Piacere, mi chiamo Cedric. " Si strinsero la mano.
"Tu devi essere Rosaline."
"Rose." Lo corresse.

Cedric notò la presa stretta tra le mani di Rose e Harry, probabilmente si era creato un semplice equivoco, quando imbarazzato se ne andò via.

"Hai già fatto colpo, e sono solo le quattro di mattina."
Rose, in risposta, strinse la mano a Harry da farlo sussultare per il dolore.

"Pronostici per questa partita?"

"Io tifo per Viktor Krum."
Harry alzò le spalle provocando una risata all'amica.
"Ora vai da Cedric, sicuramente prima ha capito male."
Con una leggera spinta da parte di Harry affiancò il moro e per un momento lo osservò attentamente.

Con i suoi bellissimi capelli ribelli e i suoi occhi luminosi, le spalle larghe e l'altezza sicuramente non paragonabile a quella dei suoi amici.

"Prima non mi hai fatto finire la frase.
Io mi chiamo Rosaline, ma per gli amici sono Rose."
Cedric le rivolse un sorriso sincero, uno di quelli che regalavano serenità e allegria.

"Mi fa piacere essere considerato tuo amico, ma ti offendi se ti dico che mi piace di più Rosaline?"

Rose arrossì sotto la moltitudine di lentiggini rosse che aveva sulle guance.
"Oh, sei il primo che me lo dice."

"Felice di esserlo."
Sorrisero tutti e due questa volta, se Rosaline doveva associare una casa a Cedric, era certamente tassorosso, gentile, intelligente e simpatico.

"Sei emozionata per questa partita?"
"È la prima volta che vedo la coppa del mondo di quidditch."

"E immagino che tu e le tue amiche siate venute per vedere Viktor Krum."
"Chiedilo più ai ragazzi, e comunque, secondo me sei più carino tu di Viktor Krum. "
Rose non aveva mai fatto un complimento a nessuno, non era abituata ed era troppo timida, questo suo istinto di fare le cose senza pensarci non le si addiceva per niente.

"Ti piace il quidditch?"
"I miei fratelli sono appassionati, e poi, ho Harry che gioca in grifondoro a Hogwarts, è davvero forte, insomma, sono circondata da giocatori di quidditch."

Così passò il tempo Rose, chiacchierando con Cedric, condividendo tante esperienze e momenti felici.

💠

I ragazzi, insieme ad Arthur e Amos, arrivarono in cima a una collina, dove finalmente si vedeva sorgere il sole tra le diverse sfumature del cielo, proprio sull'estremità si trovava uno stivale vecchio e mal ridotto.
Rose corse incontro a quello stivale, avendo già capito la sua funzione.

"Perchè uno stivale vecchio e logoro?" commentò Harry.
"Non è un qualsiasi stivale vecchio e logoro bello."
Risposero a tono i gemelli Weasley, sempre in sintonia.

"È una passaporta." Puntualizzò la rossa.

Si misero tutti in posizione attorno allo stivale, Rose capitò proprio vicino al moro, vide che Harry era ancora confuso, mentre Arthur e Amos davano direttive, la cosa era semplice, bastava aggrapparsi e mollarlo quando si sarebbero sollevati da terra.

Quando anche Harry si aggrappò cominciarono a volare intorno a quello stivale, la ragazza vedeva solo una nube scura e grigia muoversi con lei, e già sentiva un forte mal di testa, ma ancora non lasciava la presa.

La paura era un lato caratteriale di tutti i Weasley, Rose ne provava tanta in quel momento, aspettando che suo padre Arthur desse ordini, riuscì a stento a trattenere le urla dallo spavento e dal divertimento, le sue sensazioni erano tutte un miscuglio.

Quando lasciò la presa tutto fu tutto molto veloce, cadde a terra rischiando di rompersi tutte le ossa della colonna vertebrale, la testa le girava e a momenti non riconosceva neanche il posto in cui era finita.

L'unica cosa che riuscì a vedere era Cedric, che, tranquillamente scendeva dal cielo  illuminato dai primi raggi di sole, come un angelo mandato a salvarla, infatti, non appena toccò con i piedi per terra aiutò subito la ragazza a rialzarsi.

"Grazie, ma come...come hai fatto?"

"Avete lasciato la presa troppo bruscamente, e poi è la prima volta, può capitare. "
Il ragazzo dagli occhi verdi porse di nuovo la mano a Rose, quest'ultima l'afferrò prontamente, sapendo che tra loro sarebbe nata una bella amicizia.

"Ora andiamo."

Oblivion/ Draco MalfoyWhere stories live. Discover now