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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter seven ❜┊˚ ̥۪͙۪◌𝙏𝙮𝙨𝙤𝙣 𝙣𝙤𝙣 è 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙪𝙣 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙋𝙚𝙧𝙘𝙮

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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter seven ❜┊˚ ̥۪͙۪◌
𝙏𝙮𝙨𝙤𝙣 𝙣𝙤𝙣 è 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙪𝙣 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙋𝙚𝙧𝙘𝙮

 

𝐇𝐀𝐑𝐏𝐄𝐑

𝑰l sole tramontava dietro il padiglione della mensa mentre i ragazzi del campo si avvicinavano, lasciando le rispettive case.

Restammo al riparo di una colonna di marmo e li guardammo entrare in fila. Annabeth era ancora piuttosto scossa, ma promise che avremmo parlato più tardi. Poi raggiunse i suoi fratelli della casa di Atena, una dozzina di ragazzi con i capelli biondi e gli occhi grigi come i suoi - tutto mentre Henry la guardava ancora con la bocca spalancata.

Annie non era la più grande, ma aveva passato al campo più estati di tutti. Si capiva dalla sua collana: c'era una perla per ogni estate, e lei ne aveva sei. Nessuno metteva in dubbio il suo diritto di condurre la fila.

Poi veniva mia sorella, a capo della casa di Ares. Aveva un braccio appeso al collo e un brutto livido sulla guancia, ma a parte questo, lo scontro con i tori di bronzo non sembrava averla turbata minimamente. Qualcuno le aveva attaccato un foglietto sulla schiena con su scritto muuu!, ma nessuno dei miei fratelli si era preso la briga di avvisarla. Sbuffai guardando il biglietto e mi girai verso Percy. Lo salutai e poi trascinai Harry verso la nostra fila. Arrivai alle spalle di Clarisse e staccai il biglietto, stropicciandolo, per poi fulminare tutti i ragazzi presenti in quel momento.

«Idioti» sibilai.

Dopo di noi arrivò la casa di Efesto - sei ragazzi guidati da Charles Beckendorf, un enorme quindicenne afroamericano, nonché cotta di Silena. Aveva le mani grandi come guantoni da baseball, la faccia indurita e gli occhi piccoli a furia di stare nella fucina tutto il giorno. Non era male quando lo conoscevi, ma nessuno lo chiamava mai Charlie, Chuck o Charles. In genere lo chiamavano Beckendorf, me compresa. Era in grado di fabbricare qualunque cosa. Tu gli davi un pezzo di metallo e lui ne tirava fuori una spada affilatissima, un guerriero robot o una vaschetta per gli uccelli per il giardino di tua nonna. Tutto quello che volevi.

Seguirono le altre case: Demetra, Apollo, Afrodite, Dioniso. Le Naiadi ci raggiunsero dal lago delle canoe. Le ninfe si staccarono dagli alberi. Dal prato arrivò una dozzina di satiri. Non appena scorsi Gleeson, gli feci un fischio e lo salutai con la mano. Lui ricambiò, facendomi un cenno.

Gleeson Hedge era il satiro che aveva accompagnato me e mia sorella al Campo Mezzosangue. Ci aveva trovate dopo un giorno di cammino e ci aveva aiutate ad arrivare a destinazione. Era stato lui a insegnarmi tutte le mosse di arti marziali che conoscevo: andava pazzo per quella roba.

Dopo l'ingresso dei satiri, la casa di Ermes chiuse la fila. Era sempre la casa più grande. L'estate prima era capeggiata da Luke, ma siccome quel tipo si era rivelato un traditore, ora la casa era guidata da Travis e Connor Stoll. Non erano gemelli, ma si somigliavano così tanto che non importava. Solo dopo anni avevo imparato a distinguerli, grazie a qualche piccolo dettaglio diverso che avevano sui loro visi. Erano tutti e due alti e magri, con una zazzera di capelli castani sempre davanti agli occhi. Portavano la maglietta arancione con la scritta campo mezzosangue fuori dai pantaloni corti e larghi, e avevano i lineamenti elfici di tutti i figli di Ermes: sopracciglia inarcate, sorriso sarcastico, uno scintillio negli occhi ogni volta che ti guardavano - come se stessero per infilarti un petardo dentro la maglietta.

𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓𝐁𝐔𝐑𝐍,    percy jackson ¹ حيث تعيش القصص. اكتشف الآن