Accendi la luce

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"La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce"
                                                   Albus Silente

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Fece male, fisicamente male quella notte, come se mi avessero dato un ceffone in pieno volto, ma fu una liberazione dalla sofferenza. Un po' come quando strappi il cerotto da una ferita. Fa male ma è necessario farlo, perché solo dopo inizi a guarire davvero. Ogni pezzo mancante che riuscivamo ad inserire nel puzzle della nostra vita trascorsa lontani faceva male e bene nello stesso tempo. Fu allora che capii. Capii che dovevo lasciarlo andare. Dovevo lasciar andare Jake, dovevo lasciar andare il suo ricordo così com'era, perché era un ricordo bellissimo, di un amore forte e pulito, di un amore giovane che non avevamo potuto vivere ma che apparteneva al passato e non sarebbe più tornato. Ci eravamo portati tanta sofferenza appresso per poi distruggerci a vicenda. Ci saremmo annientati. Dovevo amarlo sì con tutta me stessa, ma amarlo in quel ricordo. E se lo avevo davvero amato, dovevo amarlo anche in questa vita, in questa forma diversa che aveva assunto, amarlo sì ma in maniera diversa e dovevo aiutarlo. Dovevo aiutare Jake ad andare via con la piccola me e dovevo aiutare Jay ad essere felice e a voltare pagina. Perché non lo avevamo fatto. Nessuno di noi due lo aveva realmente fatto. E se lo meritava esattamente come me lo meritavo io. Eravamo da troppo tempo prigionieri di un passato irrisolto esattamente come Hannah, Richy, ed Amy erano stati prigionieri del loro passato e questo non aveva fatto altro che annientarli, consumarli e distruggerli. Non avevano affrontato il passato, non avevano trovato perdono e quello li aveva risucchiati nell'abisso. Ma adesso durante questa notte io avevo risolto, avevo affrontato il mio passato, i miei traumi e i miei tasselli mancanti. Avevo messo ogni pezzo al suo posto e speravo mentre  parlavamo che lo avesse fatto anche lui e avesse chiuso l'abisso, che ci portavamo dentro, insieme a me. Che si sentisse meglio così come mi sentivo io in questo momento. Ma credo che lo avesse capito esattamente come me perché aveva cambiato espressione già da un po'.  Mi guardava sì con amore, ma con tenerezza. Avevamo strappato il vecchio cerotto e ne avevamo messo uno nuovo insieme sulle nostre ferite. Vivevamo lontani avvolti dalle tenebre ma avevamo cercato di accendere la luce in quella notte insieme. E avevamo intravisto che forse, c'era la felicità anche per noi.

"Ed ho provato ad odiarti ma la rabbia è andata via... io ti perdono, ora è tempo per me di andare avanti"
                                               Maître Gims

"Ti amo, ti ho sempre amato e ti perdono per essere stato lontano per troppo tempo"
                                                Nickelback  

Lo avevo perdonato. Avevo vissuto nel rancore e nella sofferenza così tanto a lungo... Prima lo avevo odiato per avermi lasciata sola, poi per avermi mentito tutti quegli anni.
Ma durante quella lunga notte avevo perdonato e compreso. Ed ora ero libera. Libera dall'odio che avevo provato nei suoi confronti, sia prima che dopo. E lo doveva essere anche lui. Volevo che fosse libero anche lui. Dal dolore, dai sensi di colpa che continuava a portarsi dietro. Doveva smettere di non vivere, in questa eterna punizione che si era autoimposto e che nessuno gli avrebbe mai chiesto.
"- Promettimi che cercherai la tua felicità Jay, io ti perdono. Devi perdonarti anche tu e devi perdonare me per le cose orribili che ti ho detto -" gli presi le mani.

(E tutto ciò di cui ho bisogno da te è questo)
And all I need from you Is this
(La cosa più difficile da dare per te)
The hardest thing for you to give
(Il tuo perdono)
Your forgiveness

             Your Forgiveness - The Rasmus

"- Ti ho già perdonata. Ho capito molte cose durante questa notte, ho ricomposto con te anni mancanti della nostra vita. Sì te lo prometto Hailey, ho capito cosa vuoi dire. È troppo tempo che soffriamo. Siamo bloccati nel tempo, condannati da noi stessi a soffrire. Ma è ora di andare avanti. Stavo sbagliando, vivendo prigioniero del passato senza affrontarlo, così come era accaduto a mia sorella. Il passato resterà sempre nel cuore, tu sei un tesoro da custodire, il tuo ricordo lo è ma è tempo di andare avanti. Sappi che non sei cambiata. Hai ragione, hai sempre avuto ragione tu. Mi hai aiutato allora a cambiare la mia visione della vita, a desiderare di averne una. Mi ero chiuso nel mio mondo e mi ci hai tirato fuori. Mi sono chiuso nel dolore, nel ricordo di noi, mi sono impedito di tornare a vivere e tu mi hai aiutato, ci siamo aiutati a vicenda questa notte ad uscirne fuori nuovamente. Era quello di cui avevo bisogno da una vita. Ti prometto che cercherò la mia felicità. E appena uscirò da qui, ti prometto anche che andrò a parlare con Lilly e deciderà lei, per se stessa, cosa farne di me.-" si portò le mie mani insieme alle sue sul viso.

"-Dovremmo davvero essere felici sai? Ma ho un'ultima cosa da fare, devo dire addio a Jake e tu alla piccola Hailey -" .

E dopo aver detto questo, solo dopo, lo tirai a me e lo baciai, da parte della ragazza di dieci anni prima. Stavo permettendo alla piccola me di dire addio al suo più grande amore. Stavo chiudendo le cose irrisolte. Mi baciò a sua volta. Non era un bacio di passione, non stavolta. Era un tenero bacio di addio ed era così per entrambi.
"- Ti ho sempre amato -gli presi nuovamente il viso tra le mani, i suoi occhi erano lucidi, esattamente come i miei. Ma il suo sguardo, non lo dimenticherò mai quello sguardo. Aveva una luce diversa negli occhi. Non erano più occhi tristi e sconfitti di chi credeva di non meritare niente. Era lo sguardo di chi era stato perdonato, lo sguardo di chi si è levato il dolore dal cuore - e ti amerò sempre. Ma adesso è ora che vai Jake.-" stavolta averlo chiamato così non gli fece effetto, sapeva che era giusto.
Lo presi per un braccio e lo accompagnai alla porta. Doveva davvero andare, volevo che andasse, volevo che corresse da lei prima che ci ripensasse. Stava albeggiando, una giornata stupenda. L'aria fresca respirata a pieni polmoni, il profumo degli alberi, il canto degli uccelli. Per la prima volta da tanto tempo pensai che la vita era un dono bellissimo. E volevo davvero viverla. Basta incubi, basta dolore e sofferenza, non ce lo meritavamo. Mi abbracciò forte, non lo scorderò mai quel momento.
"-Grazie. Per avermi salvato più volte Hailey, non lo dimenticherò. Ti amerò sempre e se mai avrai bisogno sarò sempre qui per te.-"  Ci eravamo davvero detti addio e ora si stava dirigendo verso la macchina. Non provavo più nessun dolore, solo leggerezza e speranza. E dal modo in cui mi aveva guardata, so che anche lui si sentiva così. Le nostre ferite erano state curate.

"Jay! - alzai la voce e si girò - Non ti salverò da Dan sappilo. Vai, corri da lei. Adesso! Non lasciare mai più le cose irrisolte. Sappiamo dove portano. E smetti di decidere per gli altri-"

"-Vado, prima che mi manchi il coraggio. A presto Hailey...se lui non mi ammazza-". E salì in auto con un sorrisino nervoso.
Lo guardai andare via e fu solo sentendo sulla mani il naso umido del mio nuovo angelo custode a quattro zampe che realizzai che sarebbe stato meglio mandare un messaggio a Dan.

"Sto mandando una persona da Lilly. Lo conosci già. E non da adesso. Per favore, non fare il solito caprone. Stalle vicina ma resta da parte. È davvero importante. Devi fidarti di me".

Sperai che servisse. In caso contrario avrei avuto il suo bel faccino sulla coscienza.
Mi inginocchiai e abbracciai il mio recente e fedele amico. Torniamo a casa Cerberus. Accidenti aveva ragione Jessy. Sei sicuro di non essere il mio cane? Sarei dovuta assolutamente andare da Frau Töpfer a dirle che non lo avevo rubato.
Radunai le poche cose che avevo portato e tornai a casa, non prima di aver lasciato le chiavi nella cassetta della posta così come concordato. Sarei potuta restare, avevo pagato anticipato per qualche giorno ma volevo solo andare a farmi una doccia e dormire nel mio letto. Dopo sarei andata da Phil. Lo avevo perso sicuramente ma aveva anche ragione. E in fondo non eravamo niente. Lo aveva detto, non siamo e non saremo mai una coppia. Eravamo solo due amici che ogni tanto finivano a letto insieme. Dovevo dirgli qualcosa ma avevo tempo per farlo. Tornai a casa, mandai un messaggio a Thomas e Jessy promettendo che gli avrei raccontato tutto appena mi fossi svegliata, li avevo rassicurati che stavo bene e che ero a casa nel mio letto. Aprii il frigo trovandolo come sempre vuoto e pensai che aveva ragione lui, dovevo davvero fare la spesa.

I'm here (Italian Version)Where stories live. Discover now