Non mentire

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---------------------- Phil's pov -----------------------

Erano frequenti le nostre pause, i nostri allontanarci per poi tornare. Eravamo diversi ma simili. Appassionati ma liberi. Era bellissima, sicura di sé e sexy.

Stavamo bene ultimamente, davvero bene. Più del solito. Stavamo così bene che quasi quasi mi ero convinto a fermarmi. E intendo fermarmi davvero. Niente più allontanamenti, niente più pause. Perché no? 

Non ho mai voluto legarmi a nessuna, non ho mai desiderato condividere la mia vita e le mie emozioni con nessuna. Ho avuto tante donne, più o meno attraenti, più o meno interessanti ma lei è diversa. Me ne accorsi già quando mi chiamò la prima volta. E non solo perché era bella nella foto del profilo.

Aveva qualcosa in più che attirò la mia attenzione anche se non avrei saputo dire cosa fosse. Ho chiamato lei dal carcere. Non le mie sorelle ma lei. È stato grazie a lei se sono stato assolto da ogni accusa. A lei devo la mia vita. L'ho vista soffrire tanto e non l'ho mai abbandonata nonostante non sia stato facile.

Ero poco più che un ragazzo. In una sorta di strano incantesimo, io, Phil Hawkins, persi la mia famosa vena cinica e distaccata, il mio essere uomo, no anzi, il mio credermi un uomo provandoci con tutte, riuscendoci praticamente sempre e mi trasformai nel suo "angelo custode".

Non l'avrei mai toccata se lei non avesse voluto, non le avrei mai mancato di rispetto. L'avrei avuta sì, fisicamente. Era fragile, sarebbe bastato niente ad approfittarsi di lei. Ma il prezzo di una notte non valeva un briciolo della sua interezza.

L'ho sempre pensato che lei meritasse il meglio di me. La versione bella di me. Non il cinico bastardo. Solo una volta nella nostra vita l'ho trattata male. Le ho urlato contro tutta la mia rabbia. Io ero lì ed ero trasparente.

Le morivo dietro e lei non mi vedeva. Aveva amore solo per lui. Ero un ragazzo ed ero geloso in un modo infantile. Ma non le urlai addosso solo perché ero geloso ma perché ero un ragazzo spaventato. Spaventato di perderla per sempre. Spaventato e arrabbiato per quello che aveva detto. Quando mi chiese aiuto per morire non ce la feci più.

Lei non ce la faceva più e io con lei. L'abisso che si portava dentro ci stava risucchiando entrambi. E le urlai contro. Ero quasi soddisfatto. Per una volta piangeva per causa mia e non per lui. Me ne pentii immediatamente ma era necessario.

Si stava lasciando andare, continuava a piangere per lui, ridotta al fantasma di sé stessa. Lo rifarei mille volte di urlare se fosse per salvarle la vita. Fu il nostro primo bacio.

Non sapevo come chiedere scusa, non mi ero mai scusato per nulla in vita mia, ma dovevo chiederle scusa per averla aggredita in quel modo e così la baciai. Fu lì che mi accorsi di quanto fosse davvero diventata importante per me. Avevo atteso e desiderato quel bacio, io che mi prendevo tutto e subito.

Avevo atteso e anche se in parte rubato mi rese l'idea di quanto fosse preziosa. Lei mi baciò a sua volta tra le lacrime. E pensai che valeva tutta l'attesa del mondo.

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Mio dio quanto è bella e provocante con quel vestito, non riesco a toglierle gli occhi di dosso. Anche se in realtà la guardo così pure in pigiama. È appena entrata e si sta avvicinando. Sono definitivamente perso.

Me ne sto rendendo conto man mano che passa il tempo. Ci allontaniamo, vediamo altre persone ma poi torniamo sempre. In una sorta di coppia non coppia. Sospesi tra l'essere e il non essere. Non ho mai detto Ti amo in vita mia. Dovessi dirlo a qualcuna probabilmente lei sarebbe la cosa a cui somiglia di più, l'amore intendo,e lo direi solo a lei.

I'm here (Italian Version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora