Non siamo una coppia

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Lo portai a sedersi sul divano. Si lasciò portare senza dire una parola. Aveva la faccia serissima e lo sguardo strano. Avrei giurato che fosse arrabbiato e ancora non gli avevo detto niente.

Avevo paura. Si, avevo paura della sua reazione. Stavo rischiando di perderlo per sempre? Non so perché mi sentissi così, in fondo non eravamo una coppia no? Forse per quello che aveva fatto per me. Mi aveva salvata.

Mi era stato accanto. Ed ero un' ingrata. Sì era quello il motivo. Gli tenevo ancora le mani e giocavo col suo anello cercando di scaricare la tensione. Pensai che quello glielo avevo regalato io. No, non era un anello per dei fidanzati, assolutamente no.

Era un anello in carbonio, nero e rosso con un motivo celtico che faceva il giro. Lo rappresentava bene ai miei occhi. Il nero, come l'aspetto freddo e impassibile esterno. Il rosso, come il fuoco passionale che aveva dentro. Comunque sia, lo avevo visto in una vetrina, mi aveva fatto pensare a lui e glielo avevo preso. Non ricordo nemmeno di averlo visto più senza, ora che ci facevo caso.

Interruppe i miei pensieri con una semplice domanda.

"-Da quante ore non mangi? E intendo un pasto vero, non cibo spazzatura. Non mentirmi ti prego-"

Non avrei potuto farlo nemmeno volendo. Mi leggeva dentro.

"-Non lo so. Dalla cena a casa di tua sorella probabilmente se escludiamo della cioccolata ieri sera-".

Mi lasciò le mani e si alzò. Senza dire una parola andò in cucina e cominciò a trafficare con la busta che aveva portato. Continuavo a pensare che doveva smetterla di pensare a me. Non lo meritavo. Non dopo quello che avevo da dirgli. Comparve con un sandwich al prosciutto, un bicchiere di spremuta di arance e me li porse.

"-Non è proprio un vero pasto ma ho potuto fare solo questo con quello che ho portato. Il tuo frigo è vuoto, dovresti davvero fare la spesa-"

"-Phil davvero...non ho fame. Grazie-". Gli ripresi la mano e si risedette accanto a me.

"-No. Non ti starò a sentire se prima non avrai mangiato. E non perché voglio comandare, lo sai che non lo farei mai. Per favore...sono preoccupato per te -". Si portò la mia mano al petto insieme alla sua e scivolando leggermente in avanti col bacino, poggiò la testa e le spalle allo schienale del divano chiudendo gli occhi. Segno che mi avrebbe ignorata finché non avessi prima mangiato. Cosa stava pensando? Cosa credeva dovessi dirgli?

Mi rassegnai a mangiare. Fu il sandwich più lungo della mia vita. Sapevo che quando sarebbe finito avrei dovuto parlargli ma non sapevo esattamente cosa dirgli e come dirglielo.

Ad un certo punto non riuscì più a trattenersi. Era glaciale. Furioso ma calmo e gelido. Non lo avevo mai visto così. Ogni volta riusciva a sorprendermi con questi cambi di personalità. Non era il calmo e solito Phil ma non era nemmeno quello che mi aveva urlato addosso. Si mise nuovamente seduto e mi fissò.

"- Hailey è stato lui a ridurti così? Cosa ti ha fatto? Lo so che c'entra quel tizio perché a parte essere andata con lui a cercare Alfie non hai fatto altro di rilevante -."

"- Hailey è stato vedere la miniera a sconvolgerti? Entrarci? -" proseguì senza nemmeno aspettare risposta. "- No, non è stata la miniera, mi avresti chiamato, ne avremmo parlato. Ne abbiamo parlato altre volte. Ora dimmi cosa ti ha fatto. Ho bisogno che tu mi parli.-" continuava a tenermi la mano.

"- Niente. Non mi ha fatto niente. Ma giura che qualsiasi cosa ti dirò non uscirai di qui immediatamente -".

"- Posso giurarti solo che non mi alzerò da qui e non lo andrò ad ammazzare. L'ho pensato è vero. Ma io sono qua per te, se vado in prigione non posso più farti i Sandwich. Non sai nemmeno fare la spesa. Te lo chiedo nuovamente, cosa ti ha fatto? -"

"- Non so da dove iniziare. Mio dio è un incubo... -" Mi portai le mani sul viso sganciandomi dalla sua presa.
Mi strinse a sé e lo lasciai fare. Mi nascosi sul suo petto e probabilmente fu il fatto che non mi vedesse in faccia e che non dovessi guardarlo a mia volta che iniziai a parlare. Rimase così ad ascoltarmi, immobile.

Iniziai a raccontare di aver trovato la macchinina di Alfie all'ingresso della miniera, di essere entrati. Gli raccontai della mia paura lì dentro, di come mi aveva aiutato a superarla, di come avevo convinto Alfie a venir via con me. Gli raccontai per filo e per segno tutta la nostra conversazione. Gli raccontai di essere tornata a casa e gli raccontai di come mi ero sentita.

Gli raccontai della conversazione identica, gli raccontai delle domande che mi passavano per la testa su chi fosse o non fosse. Non avrei mentito. Mai. Non a lui. Thomas me lo aveva mostrato cosa succede quando menti alle persone a cui tieni. Lo sentivo irrigidirsi, ma non osava muoversi e non parlava. Andai avanti.

Gli raccontai di come ero andata al Motel e di come gli avevo preso la porta a calci. Gli raccontai di come Garcia lo aveva convinto ad aprire. Gli raccontai ogni cosa. Gli dissi chi era. E gli dissi anche di averlo baciato. Ogni cosa, per quanto sgradevole fosse. Lo sentii, il freddo glaciale che emanava. Ma dissi anche di avergli detto di sparire.

Non nascosi niente, nemmeno il più piccolo particolare. Lui avrebbe deciso cosa farne della verità. Lui come Thomas e io come la versione che Hannah avrebbe dovuto essere. Mi allontanò da sé. Non con cattiveria.

Respirava a malapena e non mostrava nessuna emozione. Mi spostò i capelli dal viso e mi guardò. Perché mi stava guardando in quel modo? Perché sembrava che mi stesse guardando come se fosse l'ultima volta? Si alzò in piedi.

"- Phil... Non significa niente... sparirà così come ha sempre fatto -"
Non sapevo realmente cosa dire, era tutto così assurdo. Lo avevo pianto e ora che era tornato dicevo che non era niente.
Respirò profondamente stavolta, mi aveva già voltato le spalle, la mano sulla maniglia della porta.

"- Smetti di mentire Hailey. Smetti di mentire a me e soprattutto smetti di mentire a te stessa. Se non ti importasse non saresti in queste condizioni. Vai allo specchio. Guardati. Tu provi ancora qualcosa per lui e solo tu puoi sapere cosa devi fare. Ci sono per te e ci sarò sempre. Voglio solo che tu sia felice e non mi importa come e con chi. Se ti fa felice vallo a prendere. Non mi devi niente. E io non devo niente a te. Stavolta si voltò, a sottolineare quello che stava per dire.- Non siamo mai stati una coppia, non lo siamo e non lo saremo mai. Lo sai anche tu. Solo, riempi almeno il frigo, prenditi cura di te Hailey -".

"Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
E la lasci andare"
                        Let Her Go - Passenger

Uscì e chiuse la porta dietro di sé.

Avrei preferito che urlasse. Avrei preferito vederlo arrabbiarsi, avrei preferito che mi avesse insultata. Invece non gli importava. Ma forse ero io che finora mi ero fatta i film sul fatto che stessimo diventando qualcosa. In fondo andavamo e venivamo da anni.

Lo aveva detto. Non saremo mai una coppia. È vero, io non voglio essere una coppia, non voglio legami. E nemmeno lui. Allora fanculo, perché mi sento così? Era solo buon sesso in fondo. Sono solo egoista e vorrei che tutto il mondo fosse ai miei piedi e succube dei miei capricci?

Era tutto sbagliato in quella situazione, io ero sbagliata.
Dovevo andarmene da qui. Dovevo allontanarmi da quel posto. Presi una borsa e ci buttai dentro le prime cose che trovai nell'armadio, chiusi la porta di casa a chiave con la morte nel cuore e me ne andai da lì.

Dove sarei andata non aveva nessuna importanza.

I'm here (Italian Version)Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum