-Salve!- esclama un signore. Sarà sulla trentina... dev'essere il referente per la mia squadra. Ci hanno diviso in quattro di esse, più facili da controllare. Io sono finita nella terza, l'unica con un uomo al comando. Di solito questi sono i migliori, meno gente ma più divertimento. Lo osservo bene. È alto e robusto. I capelli tagliati corti, non capisco se sono neri o castani. Poco importa. Gli occhi sono verde scuro. Mi ricorda mio fratello, Jimmy Adrian, solo che è un pochino più biondo. Chissà dov'è adesso.

-Edoardo, piacere- mi porge la mano.

-Kyla Connard- rispondo. Evito sempre di dire il mio nome completo.

-Kyla Rosemary?- mi chiede.

Annuisco. Alla fine lo aggiungono sempre gli altri.

-Bene!- esclama. -Sei in gruppo con Cesare Belluzzi e Giorgia Curtone. Sono in fondo all'autobus. Squadra tre, gruppo quattro. Insomma, l'ultimo. Lasciami qua lo zaino e la valigia. Niente cellulare dentro. Avrete così occasione per parlarvi senza niente che possa distrarvi. Divertiti!-

-Grazie- mormoro. Mi ha presa di sorpresa con quella valanga di parole, dette velocemente, forse troppo.

Mollo i miei bagagli lì ed entro. C'è già tanta confusione. Arrivo fino alla fine difficoltosamente, facendo slalom tra tutte le persone che si sporgono o sono ferme in piedi impalate.

-Kyla Rosemary?- mi chiede un ragazzo in fondo. Biondo, con un ciuffone che gli copre tutta la fronte. Gli occhi grigi mi danno una sensazione di tristezza. Il suo tono di voce è basso e calmo. Spero bene, anche se ho un brutto presentimento.

-Sì- rispondo.

-Cesare- si presenta. Poi indica la ragazza alla sua sinistra che dorme. -Lei è Giorgia, mia cugina. Questo posto è il tuo-

Evviva! Ho il posto in parte al finestrino, che bello.

-Oh, grazie-

Mi siedo alla sua destra.

-Scusa mia cugina. Sta dormendo perché stanotte non ha chiuso occhio da quanto le dispiaceva abbandonare la sua famiglia. Adesso è così-

-La capisco- sussurro.

-Ah, ma puoi parlare tranquillamente. Quando dorme nemmeno un cannone la sveglierebbe-

Sorrido.

-Quanti anni hai?-

-Sedici. Tu?-

-Io diciannove, credo di essere il più vecchio del gruppo. Giorgia invece ne ha quindici. Vuoi dormire anche tu o parliamo un po' durante il viaggio? Sono quattro ore ad arrivare a Rimini, potremo conoscerci bene. Due mesi saranno lunghi, spero andremo d'accordo-

Annuisco. Anch'io desidero non avere problemi. Poi penso alle sue parole.

-Quattro ore a Rimini?-

-Sì... un bel viaggetto eh?-

-Già-

L'autobus parte.

-Yeah!- esclama Cesare. -Inizia la vacanza. Non sei contenta? La tua faccia dice altro-

-La mia faccia non sempre corrisponde a ciò che provo-

È dentro il cuore che sento le emozioni, non esternamente. A volte è sconsigliabile mostrarmi fino in fondo. Preferisco essere di roccia.

-Capisco-

-Cambiamo argomento?-

-Sì. Parlami della tua famiglia no?-

-Ok-

Calma. Devo pensare cosa dire. Non posso rivelargli tutto.

-Allora. Ho un fratello che ha 26 anni e si chiama Jimmy Adrian. Attualmente non so dov'è. Lui lavora in giro per il mondo e ha un botto di conoscenze. Poi mia mamma si chiama Marlene e mio padre Josh. Ho solo una nonna, Katy, da parte di mia mamma e un nonno, Michele, di mio padre. La nonna vive con noi, mentre lui è sempre che si sposta. Attualmente è in Giappone-

Se il destino vuole...Where stories live. Discover now