Capitolo 25

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Si rilassa completamente tra le mie braccia e intuisco che gli antidolorifici hanno fatto completamente effetto.
«Credo che non sia più tra noi» annuncio, mentre il suo respiro si fa sempre più leggero.
«Quel mix di antidolorifici avrebbe ucciso un Interdit, lei invece sta solo facendo un pisolino» mormora Jin, guardando una tavoletta tra le sue mani, che solo ora noto.
«Che cos'è?».
«Le ho messo un braccialetto in modo tale da monitorare i parametri vitali e da qui posso vedere che è ancora tutto nella norma» continua mentre osserva il piccolo aggeggio tecnologico.
«Okay, ha già iniziato a bruciarli e questo non era nella previsione» dice ad un tratto un poco allarmato.
«Che significa?» domanda Jungkook, comparendo al suo fianco.
«Suga devi eseguire ora la ferita mortale, altrimenti rischiamo che si svegli». Un brivido mi percorre la schiena al pensiero che possa percepire il dolore prima della morte.
«Fallo subito». La sistemo come meglio posso lasciandole un bacio a stampo sulla fronte e sussurrandole che la aspetto e di tornare presto;
magari ovunque si trova ora riesce a sentirmi.
Suga si avvicina e i pugnali gli compaiono tra le dita.
Non credo di reggere la situazione e mi volto verso la porta, dandole le spalle.
Jungkook mi abbraccia da dietro e so che neppure lui ha il coraggio di guardare.

Aspettiamo qualche minuto in totale silenzio, mentre delle lacrime solcano le mie guance e quelle del corvino dietro di me che sento cadere sulla mia maglietta.
Guardo Namjoon impassibile come una statua che guarda la situazione, che io non oso imprimermi nella mente.
Ad un tratto un leggero allarme suona.
«Il cuore si è fermato» annuncia il castano. «Suga hai fatto un lavoro perfetto toccando i punti dove l'emorragia sarebbe stata maggiore». Sto immaginando il ragazzo chino sul corpo esanime della mia piccola circondata da una pozza di sangue.
«Andiamo fuori». Sento Jungkook spingermi verso la porta e una volta fuori mi accascio contro la parte e un senso di nausea mi invade.
Il corvino si siede accanto a me e mi posa un braccio sulle spalle, lasciando che mi sfoghi con lui mentre fa la stessa cosa.
Andiamo avanti per qualche minuto a liberare tutte quelle emozioni che nella giornata di ieri e odierna ho cercato di non manifestare per dimostrarmi forte davanti a lei.

Ad un tratto, mi compare un cellulare davanti al viso.
«Chiama prima un'ambulanza e poi i genitori». Namjoon, freddo come sempre in queste situazioni, me lo porge e io compongo il primo numero.
Rispondono dopo il primo squillo e spiego la situazione in maniera da sembrare il più convincente possibile.
Quando chiudo la linea, scorro tra i contatti di Scarlett sino a trovare 'Mamma' e mi sento male per come reagirà la signora ignara degli avvenimenti.
«Scarlett... credevo che quanto meno un messaggio per essere arrivata a casa ieri me lo mandassi» la voce limpida e un poco infastidita della signora, mi fa stringere il cuore.
«Signora Grace... sono James e...» la voce mi si incrina ma proseguo: «Dovete venire qui immediatamente perché... lei non mi rispondeva al telefono. Così sono venuto qui a casa sua, ma non credo ci sia più nulla da fare». Il silenzio che sento dall'altra parte è agghiacciante.
«Ma cosa stai dicendo» sento che il suo tono di voce si altera. «Scarlett stava bene fino a pochi giorni fa».
«Sì, ma la porta è stata scassinata e qualcuno deve essere riuscito ad entrare perché la casa è un disastro e...» mi interrompo per dare un'occhiata all'interno, ma prima di poterlo fare, Jungkook mi prende per il polso e mi tira indietro. «C'è tanto sangue, probabilmente era in casa o l'ha sorpreso».
«Arriviamo» dice, prima di interrompere la linea.
«Aspettiamo qui l'ambulanza e la polizia, gli altri sono già alla macchina e ci passano a prendere appena abbiamo finito qui» spiega il corvino.
Comincio a sentire le sirene impazzite dell'ambulanza che si fanno sempre più chiare via via che si avvicinano.

I minuti che passano prima che il paramedico compaia nel corridoio sembrano eterni.
Gli facciamo segno della porta aperta e lui si precipita all'interno seguito dagli altri collaboratori.
I poliziotti sono gli ultimi ad arrivare e, dopo che i medici ne hanno confermato il decesso, veniamo scortati al piano terra dove ci vengono poste le solite domande.
Nel mio racconto inserisco anche le similitudini con ciò che è successo la settimana prima a casa dell'amica per avviarli a quella pista.

Checkmate | K.Th.Where stories live. Discover now