Capitolo 3

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Camminiamo sul marciapiede infreddoliti, uno vicino all'altro.
«Non capisco perché Namjoonie ha mandato noi... poteva benissimo venire lui in questo posto a dare la conferma che sia davvero lei».
«E come? Facendola volare in aria? Ricorda Jimin, dobbiamo essere discreti e non farci notare» mi riprende Jungkook, mentre ci avviciniamo al posto che c'è stato indicato stamattina.

«Le cose si stanno complicando e dobbiamo agire il prima possibile»
Namjoon è entrato in palestra questa mattina verso le otto, mentre io, Kookie e Tae stavamo iniziando ad allenarci con i pesi. Il riccio, accanto a me, si è irrigidito immediatamente.
«Sono due anni che, ogni tanto, te ne esci con questa affermazione e ogni volta risulta essere un falso allarme...» mi sono lamentato ancora prima di sentire cosa sia accaduto questa volta.
«Sì, ma le ultime volte non abbiamo incontrato all'università delle spie reali in borghese...» quelle poche parole, mi fanno alzare lo sguardo. «Sono vicini a scoprire la sua vera identità» ci ha informati lui, guardandoci uno per uno.
«Come hanno fatto ad arrivare così vicini?» Tae era ancora rigido dalla notizia e potevo notare una punta di paura nei suoi occhi.
«Siamo sempre stati consapevoli che prima o poi sarebbero giunti a lei. Nonostante negli ultimi anni abbiamo insabbiato diverse prove che li avrebbero portati più velocemente a riconoscerla, Suga, entrando questa mattina all'interno dell'archivio dei servizi speciali reali, ha trovato il nome dell'università tra le novità» ha continuato Nam con la sua spiegazione. «La terremo d'occhio ancora, senza interferire con la sua vita, sino a quando non avremo altra scelta» ha terminato con la solita frase con cui finisce tutti i discorsi su di lei.
«Voglio che voi due» ha cominciato, indicando me e Jungkook. «Andiate in quella caffetteria, in cui ha dato appuntamento alla sua amica bionda. Stavolta, però, ho bisogno di una conferma che sia lei e che non stiamo seguendo una falsa pista. Fate qualcosa, ma niente che attiri troppa attenzione su di voi da parte delle persone comuni».
«Di quante prove hai ancora bisogno per essere sicuro che sia lei?» ha domandato il corvino, dando voce anche ai miei pensieri.
Namjoon e Suga seguivano questa pista da quando era sparita, ma a noi l'avevano svelato solo dieci anni dopo, che quella ragazza era la potenziale principessa, a meno che non si fossero sbagliati clamorosamente. Nel dubbio, Namjoon aveva fatto in modo di tenere d'occhio anche altre due bambine, le quali corrispondevano alla descrizione ed erano entrate in uno degli orfanatrofi della città nei giorni successivi alla fuga: una di loro è una cameriera ed è tenuta sotto controllo da Hobi al ristorante, ma non ha mai dimostrato nulla, mentre la seconda è rimasta all'orfanatrofio dove ora svolge dei lavori e continua a studiare.
Per quella che considero essere Scarlett, ci siamo tutti iscritti all'università e, se non fosse lei, avremmo solo sprecato tempo.
«Sino ad ora non ha dimostrato nulla di speciale, se non una spiccata somiglianza e la data di entrata in orfanatrofio coincidente. Cosa faremo se fosse una comune mortale?». Ci ha ammutoliti, essendo tutti consapevoli dei rischi a cui andremmo incontro se avvicinassimo una persona al nostro mondo.
«Ma perché...» non ho neanche fatto in tempo a finire la frase che era già uscito e sospirai di frustrazione.
Mi ha sempre infastidito che lui sapesse così tante cose di lei, mentre noi eravamo tenuti all'oscuro della maggior parte, se non il minimo indispensabile.
Ad esempio, come faceva a sapere che questa mattina sarebbe andata lì o che avesse un'amica bionda? Probabilmente, Suga erariuscito ad accedere al suo telefono per sapere qualche particolare in più della sua vita.
Sbuffando, mi sono seduto sulla panca piana per poi guardare Jungkook, il quale sembrava un po' alterato, ma non lo dava troppo a vedere.
«Tra quindici minuti all'ingresso... non tardare, per favore» mi ha detto prima di uscire dalla palestra e andare probabilmente in camera a cambiarsi.
Mi sono alzato anche io e, dopo aver lanciato uno sguardo e un cenno a Tae, mi sono diretto al secondo piano nella mia ampia camera.
L'abbiamo sempre tenuta d'occhio, ma non abbiamo mai potuto avere contatti diretti o parlarci, e, ora che siamo vicini a conoscerla meglio, ammetto di essere un po' euforico.

Checkmate | K.Th.Where stories live. Discover now