Capitolo 21

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Torniamo in sala da pranzo ma la troviamo sparecchiata. Avrei potuto dare una mano a mia madre...
«Mamma?» compare sulla porta della cucina incuriosita.
«Io e...» Ho un secondo di tentennamento, ma mi riprendo subito. «James usciamo con degli amici questa sera. È un problema?»Noto un cipiglio sul suo viso: probabilmente pensava che avremmo passato la serata insieme.
«No, figurati». Non si scompone troppo e subito sorride. «Hai le chiavi di casa? Così potete tornare quando volete». Annuisco e lei torna in cucina.
«Allora, saliamo a prepararci?» chiedo, spostando lo sguardo sul ragazzo accanto a me.
Acconsente e io lo prendo per mano, tornando al piano di sopra nella mia camera.
«Come mi devo vestire?» domando con le braccia conserte davanti all'armadio, dopo qualche minuto.
«Non so quali siano i loro piani, ma gli piace parecchio divertirsi, andremo in un bar o in una discoteca» risponde alzandosi dal mio letto, su cui si era sdraiato, dopo aver ripiegato il lettino da campeggio, sapendo che non l'avremmo usato.
Comincia a frugare tra i vestiti nell'armadio, passandomi un paio di pantaloni a zampa scuri, che mi fasciano bene le mie forme, e una maglietta boudreaux maniche lunghe con uno scollo a V importante, che si incrocia sui fianchi.
«Perché questa non è nel mio armadio?» la indica prima di passarmela.
«Non mi è mai piaciuta. Lo scollo non mi valorizza per niente».
«Invece, secondo me, fa esattamente quello» contraddicendomi, esce dalla porta, lasciandomi cambiare.
Sollevo gli occhi al cielo e mi cambio in fretta, per poi richiamarlo. Mi lancia un'occhiata non del tutto convinta e si dirigenuovamente verso l'armadio ed estrae i pantaloni di pelle che giacevano in fondo con ancora il cartellino attaccato.
«Non li ho mai indossati, me li ha regalati Meg un paio di anni fa» ammetto, prendendoli e passando le mani sulla stoffa lucida.«Se li avessi portati con me, forse avrei trovato l'occasione per metterli. Sicuramente due anni fa non li avrei mai indossati».
«Perché?»
«Ero molto diversa ed introversa, trovavo questi pantaloni troppo evidenti ed era l'ultimo dei miei obiettivi essere al centro dell'attenzione» lascio che le parole fluiscano, raccontandogli qualcosa di me.
«Avanti, provali. Ti staranno benissimo» dice tornando a chiudersi la porta alle spalle.

Una volta indossati, mi volto davanti allo specchio e mi sorprendo per quanto mi stiano bene.
«Lo sapevo che ti sarebbero stati bene» mormora Tae, alle mie spalle.
«Potevo essere nuda. Dovresti bussare prima di entrare» borbotto.
«Non che mi dispiacerebbe... ma hai ragione, scusami» ammette con un sorrisetto, prima di lasciarmi un leggero bacio sulla guancia.
Indosso i miei tronchetti per poi alzarmi in piedi, fiera di recupera qualche centimetro.
Prendo il mio cappotto e infilo nella borsa il mio telefono, portafoglio e chiavi. Scendiamo al piano terra, dove salutiamo i miei genitori.

Sto per dirigermi verso la macchina, quando la mano di Tae afferra la mia guidandomi verso il marciapiede.
«Ci passano a prendere» mi informa.
Dopo aver percorso qualche decina di metri una voce nell'oscurità, interrompe i miei passi: «Ma guarda un po' chi si vede in giro».
Un bel ragazzo, non troppo alto ma con un fisico slanciato e magro, con i capelli e gli occhi castani, compare davanti a noi illuminato dalla luce fioca dei lampioni.
«Han» Tae gli va incontro, sorridendo.
«Tae Tae» afferma il ragazzo, abbracciandolo in modo affettuoso.
«Per un attimo non ti avevo riconosciuto» ammette il riccio, lasciandosi andare ad una leggera risata.
«Sono decisamente offeso, come hai potuto non riconoscere la mia voce?» continua a ridacchiare contagiandomi.
A quel punto si accorge di me.
«Ciao, sono Han» esclama raggiante, abbracciandomi in maniera calorosa.
«Io sono...» comincio, ma mi interrompe.
«Lo so già. Tutti sanno chi sei, principessa» dice con un sorriso, che ricambio e solo ora noto quanto sia dolce il suo viso con le guance così paffute.
«Tocca a te la guardia?» chiede Tae, spostando l'attenzione da me.
«Già, sto aspettando Holly... lei e Channie sono usciti insieme a cena per l'anniversario». Sto già perdendo il conto dei nomi che dovrò ricordare.
«Chi è Holly?» domando, guardandoli curiosa.
«Sono io» una voce cristallina risponde alla mia domanda, facendomi voltare verso la bella ragazza bionda cenere che si sta avvicinando a noi.
La osservo meglio, incontrando i grandi occhi scuri da gatta che stanno facendo esattamente la stessa cosa con me. Mi squadra una seconda volta e sento quasi il bisogno di nascondermi, sotto i suoi occhi indagatori.
Avvicinandosi, noto quanto sia più alta di me: sembra una modella appena scesa dalla passerella; la coda alta le mette in evidenza gli zigomi alti e affilati, contornati da qualche ciuffo ribelle, sfuggito all'elastico.
«Piacere di conoscerti» dico, porgendo una mano che viene subito afferrata dalla sua, molto più grande della mia e con unghie lunghe e curate.
«Il piacere è mio. Vorremmo tanto restare a parlare con voi, ma la casa è scoperta e Bangchan vi sta aspettando in macchina»esclama, lasciando la mano e avvicinandosi a Tae, salutandolo con un bacio sulla guancia.
«Andiamo» afferra il braccio di Han, che ci lancia un saluto prima di sparire sul marciapiede.
«Come ti sembrano?» domanda il riccio, avvicinandosi e prendendo di nuovo la mia mano tra le sue grandi e affusolate.
Scuoto la testa con un sorriso e non rispondo avviandomi verso la macchina indicata.

Checkmate | K.Th.Where stories live. Discover now