12 Elis

17 3 0
                                    

Una settimana dopo...

<<Elis, ti rendi conto che questo è un suicidio mediatico?>> grida la mia socia leggendo dei fogli che non potevamo credere che fossero reali.

<<Si ma sono irremovibili quelli di Channel Four>> piagnucolo a mia volta buttandomi all'indietro sulla sedia. <<Io non mando in onda una campagna pubblicitaria dopo la pubblicità della carta da forno!>> aggiungo sondando il suo volto con lo sguardo, cercando di carpire i suoi pensieri rubandoli mestamente come la migliore ladra, da quelle iridi color grigie come i ghiacci e verdi come i muschi intrappolati al loro interno. Iridi che solo io e Diana sappiamo leggere veramente.

<<Io non mando in onda una campagna pubblicitaria che mi costa quattro reni e due uteri!>> commenta appoggiandomi, <<È deciso la campagna non si fa su Channel Four domani contatto altri emittenti>> commenta sbarrando violentemente dei fogli, sporcandoli con l'inchiostro della penna, fogli che ormai servono a nulla. 

Il silenzio cala tra noi. 

Se io e Thaly, siamo in silenzio, nella stessa stanza, vuol dire solo una cosa: una delle due ha un problema da confessare all'altra.

<<Amo>> richiamo la sua attenzione pronta a vuotare il sacco.

<<Dimmi>> risponde guardandomi negli occhi con potenza e algidità. Algidità che su di me non fa effetto.

<<Ma se sto lavoro lo rimandiamo a domani?>> propongo speranzosa temporeggiando su come sganciare la bomba.

<<Ci sto>> annuisce felice e lì non trovo il coraggio di spegnere la luce nei suoi occhi per i miei problemi, ma tanto so che lo scoprirà da Zaihrah.

E fu così che per la prima volta dopo tanto ritornai a casa ad un orario decente dal lavoro.

Mi ricordo quando la nostre bimbe era ancora delle bimbe, uscivamo dal lavoro in fretta e furia pur di essere le prime mamme a prendere la propria figlia all'asilo. Molte volte ci ritrovavamo le une a casa delle altre perdendoci per ore a giocare con Zaihrah e Blair sul tappeto dell'indiano del Bronx nei nostri vecchi appartamenti nel Queens. 

Il Queens, che ricordi! 

La Enlace era solo un progetto, un progetto che in breve ci ha rese ricche e famose. Un sogno che è diventato reale portandoci sulle più grandi passerelle: prima New York, poi Parigi ed in fine trionfammo vittoriose a Milano zittendo tutti coloro che ci consideravano delle fallite. 

In un battito di ciglia eravamo tra le cento donne imprenditrici di quell'anno. Un palpito cardiaco ed eravamo su Vogue in un articolo curato da Anna Wintour in persona.

Eravamo finalmente arrivate a toccare con mano tutti i nostri sogni più inimmaginabili. 

Conservo ancora oggi quell'articolo intitolato: "The blonde and the brunette, the white angel and the dark angel, the two new predators of the catwalks.Enlace the new brand to have in your wardrobe.Dives the luxury.Hausa what you can't do without." un titolo lungo ma di effetto soprattutto per la firma che riportava: la dea della moda, Anna Wintour.

Ricordo ancora come ci aveva descritte: "Elis the blonde cover girl, married with children, kind and friendly.

Thalia the brunette cover girl, single mother, cold, haughty and austere.

A perfect and unexpected mix for the fashion world. The breath of fresh air we deserved to have."


Rimugino su questi ricordi con un sorriso stampato in faccia, è passato tutto così in fretta che non l'abbiamo vissuto appieno. Un sorriso che muore appena varco la porta di casa per la prima volta in orario decente dopo diciassette anni.

Sinfully us - Peccaminosamente noiWhere stories live. Discover now