18 Thalia

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<<Ragazze ho un idea spaziale! Giuro! Fenomenale!>> irrompe Jhon entrando nel mio ufficio.

<<Illuminami il sentiero che ieri l'ho annientato>> commento svogliatamente <<Ma io posso cascare così nei suoi tranelli?>> domando agli altri ma forse più a me stessa mentre mando in stampa la proposta marketing per la collaborazione dell'NBA con Hauasa.

<<Che cos'ha?>> domanda Jhon accantonando la sua gioia per l'idea spaziale.

<<Ieri è uscita con Pope>> spiega Elis mentre sorseggia del jinseng scrollando l'Ipad,

<<Mi ha ingannata!>> ribatto puntando un dito contro la riccia <<Dovevamo solo parlare!>>

<<In realtà sbatteva adorabilmente le ciglia quando ha risposto alla sua telefonata!>> commenta Jack ghignando 

<<Pallista piemontese! Falso e cortese!>> borbotto stizzita avvicinandomi alla stampante <<E abbiamo scopato>> aggiungo esterrefatta.

<<Pure tu lo sei!>> puntualizza il castano, incrociando le braccia sulla difensiva.

<<Un quarto veneta!>> puntualizzo a mia volta fulminandolo con lo sguardo.

<<Fatto sta che ti è piaciuto>> sottolinea Diana,

<<Torna in Brasile per favore>> invito la castana incenerendola con lo sguardo,

<<No>>

<<Sì e stop!>> ribatto.

<<Quindi che farai?>> domanda Elis <<Dopo tutto te lo sei scopata>>

<<Semplice sparisco dalla sua vita!>> rispondo mescolando il mio espresso.

<<Come no!>> ride di gusto Jhon <<Avete solo fatto una figlia nulla che vi accomuni eh>> commenta facendo ridere tutti mentre io in risposta alzo il dito medio contro i miei ospiti, per poi immergermi nei fogli ancora caldi di macchina da stampa.

Se il problema fosse solo ignorare Pope, vi sarebbero delle complicanze, ma non così complesse da far sì che io fallisca; ma il problema è il suo invito per Los Angeles. Io accetterei ad occhi chiusi solo per staccare da New York, ma l'invito è per Zaihrah: per educazione lui lo ha esteso nei miei confronti. E se lei lo accetta, e tentasse di aiutare il padre a riconquistarmi io so che fallirei.

Ora la vera domanda è: visto il pessimo modo in cui si sono conosciuti come posso porgerle l'invito del padre?

Mentre mi crogiolo nei miei pensieri mi accorgo che si è fatta ora di pranzo e oggi mangerò con mia figlia, perciò in fretta e furia esco dall'ufficio per poi immergermi nell'ingorgo tra la ventiquattresima e Milton Street dove è situata una delle mie piadinerie preferite di Manhattan non che quella più vicina alla scuola Zaihrah. Parcheggio davanti alla porta d'ingresso del locale ed entro trovando mia figlia già seduta al nostro tavolo preferito, quello nell'angolo vicino alla vetrata. 

<<Ciao mamma!>> mi saluta la mia piccola abbracciandomi affettuosamente.

<<Ciao amore!>> ricambio il saluto stringendola a me per poi darle un bacio sulla fronte.

Sciogliamo l'abbraccio prendendo posto al tavolo, per poi inquadrare il QR Code con i nostri telefoni ed ordinare il pranzo, raccontandoci la nostra giornata; e per quanto io possa essere arrabbiata o nervosa non potrò mai non ascoltare il racconto della giornata scolastica di Zahirah, ma soprattutto non potrà mai non salirmi la nostalgia.

<<Mamma ascolta ti devo chiedere una cosa>> mi dice mia figlia mentre una cameriera bassa e con i capelli mossi ci serve le nostre piadine.

<<Dimmi tutto>> le rispondo sorridendo

Sinfully us - Peccaminosamente noiWhere stories live. Discover now