10 Adak

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Sono due giorni che viaggio sperando di ritrovarli vivi.

Due giorni che setaccio senza sosta l'Australia alla ricerca di Linda e di Ezra, chissà come reagirà Thalia quando le porterò il mio bambino a New York. Sorrido inebetito guardando una sua foto, gliel'ho scattata di nascosto a casa mia mentre dormiva, è semplicemente perfetta.

Alle volte mi chiedo se uno come me, merita davvero l'amore di una come lei. I miei uomini, che ho designato in sua protezione, mi hanno informato che ieri sera è stata all'N&N ed ha rivisto Pope Noussir, un giocatore di basket nonché: suo pseudo ex storico e padre di sua figlia. So anche che lui l'ha baciata, nonostante i suoi continui rifiuti, e che sempre lei lo ha respinto. 

Al solo pensiero che le labbra di quel verme si sono posate su quelle della mia Lussuria, impazzisco. Quando tornerò lo spedirò tre metri sotto terra, e non mi fotte se è il padre della figlia della mia donna.

<<Adak concentrati sulla missione non sulla foto o consumi la tua bella e lo schermo>> mi ammonisce mio fratello minore Brian, cromaticamente il mio opposto, l'angelo bianco come copertura di un demone nero. 

<<Non guardarla>> ringhio bloccando lo schermo preso dalla gelosia.

<<Calmo boss ma tutti sanno chi è Thalia Notti>> ridacchia divertito mentre io mi ricordo un altro motivo per il quale non le ho detto chi sono veramente, o perché non ho mai voluto rendere 'pubblica' la nostra storia, per la sua notorietà che potrebbe ritorcersi contro lei solo per arrivare a me. 

<<Da quanto sei padre Adak?>> mi chiede Thomas Knight non che il mio migliore amico che sta guidando nello sconfinato deserto australiano.

<<Credo da due anni>> ammetto quasi vergognandomi di me stesso <<Ho scoperto di essere padre il giorno in cui hanno rapito Linda>> ammetto.

Linda Hess è stata per lungo tempo la mia migliore amica e poi la mia scopa-amica, ma un giorno decise di sparire e di non farmi più avere sue notizie. Non che io non potessi rintracciarla, ma non volevo. Volevo lasciarla libera di vivere lontano da me, era raro che una donna riuscisse a starmi accanto, sia da amica che da fidanzata. E così non ebbi sue notizie per due anni.

Fino a due settimane fa.

Due settimane fa, circa, a casa dei miei genitori sono arrivate strane lettere contenenti oggetti tra loro sconnessi: il primo oggetto fu un sonaglino, il secondo un paio di slip femminili rosso fuoco, il terzo oggetto delle ciocche di capelli, il quarto ed ultimo pacco conteneva il certificato di nascita di Ezra Hess, una lettera di minaccia e varie foto di Linda e del bambino. 

Quando riunii i pezzi del puzzle sguinzagliai i miei uomini per tutto il Canada, la terra d'origine di Linda, e li scoprii che due anni fa, nel pomeriggio del 29 febbraio Linda aveva partorito un maschietto. Subito mi allarmai possibile che quel bambino fosse mio figlio? 

La domanda aveva iniziato a martellarmi il cervello incessantemente, ridondava nella mia testa con la stessa forza e perseveranza con cui, un martello, batte un ferro caldo da modellare.

La conferma della mia paura, anzi del mio sospetto l'ebbi leggendo la firma dietro alla lettera, notai la volontà di far risaltare ai miei occhi il suo nome, una firma posta a penna, una calligrafia elegante e dura allo stesso tempo. Quei tratti fluenti e netti mostravano la potenza di chi l'aveva posta, così come l'inchiostro utilizzato: scarlatto come il sangue di cui mi ero sporcato le mani numerose volte. 

Quando decisi di concentrarmi sul nome e finalmente rivelare l'identità di quel pazzo, il sangue smise di fluire nelle mie vene, quel nome mi terrorizzava e mi terrorizza ancora a distanza di anni: Vlaz Weigman.

Sinfully us - Peccaminosamente noiWhere stories live. Discover now