33: Zaihrah

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<<No B non sono più andata al corso serale della Kauffmann>>

<<Quindi dici che si vendicherà?>>

<<Probabile>>

<<Devo veramente studiare tedesco sta notte?>> mi chiede Blair al quanto sconcertata

<<Vuoi prendere una D?>> le chiedo ironica

<<No?!?>> risponde stizzita 

<<Allora dammi dieci minuti prendo quaderno e iPad, chiamo un Uber e sono da te>>

<<Lo dici tu a tua madre?>>

<<Si scrivo anche alla tua tanto settanta a uno che sono assieme>> 

<<Ok a dopo preparo i Waffles>> 

<<Va be->> mi chiude il telefono in faccia, sempre la solita, devo dire che più passa il tempo più somiglia a zia Elis, o almeno a ciò che mia madre racconta di zia Elis quando avevano la nostra età.

Esco dall'ascensore, mi avvio lungo il corridoio del palazzo arrivo sulla soglia di casa mia, inserisco il codice e trovo tutte le luci accese. 

Ergo, non tutte tutte, solo quelle dell'ala della penthouse che da sulle camere da letto di me e mia madre. Che sia tornata? Impossibile, mi aveva chiaramente detto che ci saremmo viste domani sera. 

Che si siano introdotti dei ladri in casa? Altamente possibile.

Presa dalla curiosità mi avvicino furtivamente alla camera di mia madre dalla quale provengono numerosi strani rumori. Che sia fuggita qui con mio padre o un amante? Ipotesi ne da scartare ne da considerare prima su tutte.

Mia madre e mia zia non sono il tipo di donna che abbandonerebbe il MET Gala per un uomo.

Più mi avvicino più si alzano gemiti femminili, e l'odore di sesso si fa sempre più intenso.

Che sia davvero mia madre?

Man mano che mi avvicino compaiono lanciati sul pavimento pezzi di abbigliamento un intero abito di Elie Saab che per poco non mi fa inciampare e rompere il vaso Samburu poggiato sul mobile di mogano che si trova in linea con il muro, ove si incastona la porta della camera di mia madre anch'essa nera ma lucida, e sopra al mobile vi è una grossa tela di Betye Saar. 

Raccolgo il vestito furtivamente, lo ispeziono, che è un Eliee Saab si riconosce lontano due miglia, e come si riconosce lontano trenta miglia che non è di mia madre! 

Mia madre lo ammetto è la regina dei vestiti e buona parte della sua collezione è tutto fuorché pudica. Lei e la pudicizia sono due mondi diversi, ma questo Eliee Saab customizzato, lo noto dalla ripresa di alcune cuciture che si riconoscono al tatto, è troppo spinto, troppo elasticizzato per i tessuti che usa mia madre. 

E poi lei non ha indosso un Eliee Saab.

E considerando che il codice di accesso lo sappiamo solo io, mamma, Pope, zio Jhon, zio Jack, zia Elis e Blair, può essere chiunque tranne me, mamma, zia Elis e Blair. 
Nemmeno zio Jack e zio Jhon possono essere perché sono a Monaco.

Resta mio padre. 

Immaginare che mio padre possa di nuovo distruggere il cuore di mia madre, è una cosa che mi manda su tutte le furie.

Mi avvicino con cautela alla porta semiaperta della camera di mia madre, i cui gemiti femminili si intensificano sempre di più. Il mio cuore batte forte nel petto, mischiando preoccupazione e rabbia. Sento l'odore del sesso impregnare l'aria intorno a me, confermando le mie paure.

Con un respiro profondo, spingo la porta con decisione e mi trovo di fronte a una scena che mi lascia senza fiato.

Nella penombra della camera, vedo una figura distesa sul letto, avvolta solo da lenzuola disordinate e la luce fioca di una lampada da comodino. È una donna, ma non è mia madre.
Il suo corpo è sinuosamente avvolto dalle lenzuola nere, nere come il firmamento nelle notti tempestose che di solito usa mia madre, mentre i suoi capelli scuri, neri come la pece, cadono disordinati sul cuscino anch'esso nero.
Il mio sguardo si sposta sull'uomo accanto a lei, il cui viso riconosco immediatamente. È mio padre.

Una miscela di shock e disprezzo mi invade mentre lo fisso. Come può aver tradito mia madre in questo modo? Come può averlo fatto di nuovo? Come può aver di nuovo illuso mia madre? E come può aver illuso me!

Sono talmente assorti dal loro equilibrio che nemmeno si accorgono di me.

Vengo colta da un turbinio di emozioni dal momento in cui poso lo sguardo sulla scena davanti a a me, al momento in cui mi paralizzo giungendo a quello in cui esco di casa senza prendere ciò che avrei dovuto prendere. Inizialmente, credo che sia solo una sensazione di shock che pervade profondamente il mio cuore, facendo accelerare il mio battito cardiaco ma poi i miei occhi si allargano di fronte alla vista inattesa. 


La mente fatica a elaborare ciò che sto vedendo, mentre il suo corpo reagisce istintivamente con un senso di nausea che le stringe lo stomaco.

Poi, una fitta di rabbia attraversa come un fulmine le mie membra intorpidite.

La delusione e la tristezza si mescolano insieme, generando un groviglio di sentimenti confusi.
Il tradimento di Pope è l'ennesima stiletta che si conficca nel cuore, facendolo sentire ancora più vulnerabile e ferito da quell'uomo che dovrebbe essere mio padre.
Le parole si perdono nella mia gola mentre cerco di comprendere la portata di questa scoperta. Mia madre, mia zia, Blair... Tutti loro dovranno affrontare questa verità, questa ferita che mio padre ha inflitto a me e mia madre.

Nel tumulto delle emozioni che mi assalgono, una cosa è chiara: dovrò affrontare mio padre e farlo rendere conto delle sue azioni. Il suo ennesimo tradimento non passerà inosservato, né impunito.

Corro fuori senza prendere ciò che avrei dovuto recuperare, sbatto tutte le porte così da farmi sentire anche se credo che siano troppo presi dai loro sporchi giochi erotici.

<<Cuginetta sto venendo da te>> dico a Blair mentre corro a rifugiarmi in ascensore,

<<Tutto bene?>> chiede lei sentendo l'affanno della mia voce,

<<Più o meno>> rispondo alla ragazza all'altro capo del telefono

<<Cosa succede?>>

<<Pope>> sibilo inacidita <<Deve pagare per ciò che ha fatto>>

Sinfully us - Peccaminosamente noiWhere stories live. Discover now