20: Pope

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Ieri ho visto giocare mia figlia a basket per la prima volta, non è poi così scarsa anzi, devo dire che mi somiglia molto.

Accettare quello stupido invito mi è stato utile per aprire una breccia nel cuore di Thalia, una breccia che mi permetterà di riavere le sue fottute mani, sul mio fottuto corpo, il suo stramaledetto fiore pulsante e bagnato tornerà a stringersi contro il mio membro ed io tornerò ad essere tranquillo. 

O almeno spero.

Negli anni ho avuto tante donne, come lei ha avuto tanti uomini, ma so perfettamente da Jhon che non mi ha mai scordato, ma soprattutto non ha mai trovato nessuno meglio di me.

Però noto nei suoi occhi un bagliore strano, come se parte della sua anima non pendesse più dalle mie labbra. Questa cosa l'ho captata all'N&N così come l'ho percepita ieri quando l'ho baciata. 

Era rigida, tesa come una corda di violino, le sue labbra non erano malleabili come sedici anni fa.

Sono già passati sedici anni da quando le ho fottuto la verginità in quello stanzino del Lift Up, nessuno sa che era vergine, forse solo Elis e Diana ne sono al corrente; ma lei da bugiarda patologica la quale è ha sempre detto, e ribadito, su quel suo fottutissimo blog che era ciclo. 

Il giorno in cui gli asini voleranno sarò certo che quello era ciclo e non la sua purezza.

Quell'anno l'ho usata come meglio sono riuscito, era fottutamente persa per me, avrei voluto continuare a scoparla, il suo tocco delicato ma disinibito, le sue labbra timide e morbide ed i suoi movimenti sfrontati erano tutto ciò che riusciva a calmare i miei impulsi, il sesso con lei era meglio delle canne.

Però è rimasta incinta, ed io la rifiutai come il meglio bastardo, ma avevo bisogno di lei così come lei aveva bisogno della fantasia di una storia con me. L'ho tradita davanti ai suoi occhi, le ho urlato contro, l'ho sbattuta e me ne sono fottuto eppure lei sedici anni dopo mi pensa ancora.

Forse è vero che in amore vince chi fugge, ma io ho bisogno della botta di piacere che solo lei sapeva darmi.

<<Ragazzi stasera fate del vostro meglio!>> urla il coach Nelson Miller <<Trasformate questa fottuta arena nel vostro personale inferno!>> grida fissandoci negli occhi <<Sbattete quei bastardi come se fossero la vostra troia>> rincara la dose alzando un boato dai miei compagni di squadra, ma dalla mia bocca non esce un suono se non un mezzo gemito sommesso, quando la mia mente mi proietta un immagine poco casta di Thalia a novanta mentre gode sotto le mie spinte.

<<Bro! Sei pronto?>> mi domanda Towers riscuotendomi dai miei pensieri erotici, ancora qualche secondo e avrei avuto bisogno di una masturbazione in piena regola.

<<Sempre Kevin>> rispondo battendogli il cinque prima di seguire nell'arena il resto della squadra. 

Quando entro nell'arena svuoto la mente da ogni pensiero e l'unica cosa che cerco di fare respirare, ed è l'unica cosa che puoi fare quando sai di avere tutti gli occhi e riflettori addosso. Così come un peccatore può solo cercare di respirare mentre lotta per sopravvivere tra le fiamme dell'inferno, io cerco di respirare ogni volta che sento la pressione implodere su di me.

Inizio a fare qualche esercizio di riscaldamento, ma non riesco a concentrarmi come dovrei, sento uno sguardo bruciare sulla mia pelle, mi volto ed incrocio le sue iridi di ghiaccio contornati ed allungati dall'eyeliner nero, hanno un luccichio al loro interno, sembrano quasi cariche di orgoglio. La osservo seduta nella tribuna riservata ai VIP, indossa un top nero a collo alto che le arriva circa all'ombelico, un paio di pantaloni di pelle aderenti, del medesimo colore, fermati in vita da una cintura marroncina di Valentino che riprende la varsity jacket che ha in spalla. La osservo ancore e posso notare ai suoi piedi un paio di tronchetti neri, dal vertiginoso tacco dorato come la fibbia della cintura ed il logo della pochette nera di Yves Saint Laurent che ha in grembo. Riporto lo sguardo sul suo volto, etereo e diafano, messo in risalto dai suoi capelli neri come la notte, ed impeccabilmente truccato. 

È un mix diabolico quella donna. 

La guardo freddo e distaccato facendo morire il suo orgoglio, laddove era nato.

<<Noussir in campo!>> grida Miller mentre annunciano le squadre, un cenno di capo e sono nel mio posto preferito: l'arena.

Il gioco inizia subito pesante i nostri avversari giocano molto bene laddove noi facciamo pena: la difesa, cerco con ogni gesto possibile di indurre Thompson a mettersi con Loja al posto di quei cretini di Lorvetz e Starsky, ma non capiscono o per lo meno il nostro coach non capisce la demenza di quei cretini buoni a fare nulla.

Ho provato ogni tecnica che potessi rimescolare alla creatività ma ne io ne Nick riusciamo a portare a casa un punto anzi, siamo alla fine del primo tempo e siamo già sotto di nove punti.

<<Loja! Noussir! Voglio di più molto di più!>> ci grida in faccia quel tirannosauro di Miller <<Avete capito sacchi di merda?>> urla nuovamente al gruppo facendo scattare in me la voglia di ucciderlo personalmente.

<<Se lei togliesse dal campo Lorvetz e fidanzato forse recupereremmo!>> urlo additando l'ispanico e il polacco alla mia destra.

<<Tu non sei meglio di loro Noussir>> ringhia.

<<Coach non può negare che ha ragione!>> mi fa eco Nik affiancandomi.

<<Loja non sei meglio di lui>> gli sputa a due millimetri dal volto ma non riusciamo a replicare che suona il secondo tempo e veniamo lanciati nell'arena. 

Io e Nick ci conosciamo dalle superiori dai tempi in cui lui era il nuovo a scuola ed io il depresso. 

Lui a differenza mia si era davvero innamorato di Elis che poi lo ha scaricato come io ho fatto con Thalia.

Tento un tiro da tre, sapendo che davanti a me ho Nik su cui contare in caso il mio intento fallisse, mentre i miei piedi si staccano dal legno dell'arena il mio sguardo incrocia quello della mora e per la prima volta mi ritrovo a pensare che ha dei bellissimi occhi, accanto a lei c'è la folta chioma di Elis. Entrambe sono attente con gli occhi puntati sul campo, ma sono sicuro che capiscono niente.

Sono così distratto che non mi accorgo di aver fatto tre punti finché la voce di Miller non mi distrugge il timpano <<Ben fatto sacco di merda!>> urla tutto compiaciuto. 


Il secondo tempo è terminato poco fa e noi siamo sotto ancora di tre punti, nove li avevamo recuperati io e Nick prima che i difensori ci facessero tornare sotto di tre punti, Miller ha eliminato dal campo Lorvetz, ma il problema Starsky persiste. 

Ora siamo nell'arena a continuare il terzo tempo, il tempo peggiore, perché è qui che si decidono le sorti del quarto e quindi la direzione della partita. La palla conosce solo le mie mani e quelle di Nick, eseguiamo passaggi, e lanci di ogni tipo. 

Corriamo da un lato all'altro, corriamo e corriamo, ed alla fine siamo arrivati al temutissimo quarto tempo. 

<<Noussir passa la palla Loja>> grida il commentatore,

<<Loja la prende! Finta su Schullmann!>> 

<<Loja la passa la palla a Noussir ed avanza nel campo>>

<<Noussir tira>> 

<<Towers prende la palla>> 

<<Towers la tira a Loja>>

<<Loja lancia la palla a Noussir>>

<<Mancano dieci secondi alla fine della partita>> aggiunge il secondo commentatore

<<Noussir la prende, tira>>

<<Cinque secondi>>

<<Noussir segna! I Lakers vincono!!>>

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