Cap. 25 - Viaggi

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«Visto che sono il professore migliore del mondo e che, proprio per questo, siete stati tutti promossi, ho organizzato una gita» annunciò Gojo agli studenti del primo e del secondo anno.

Lo stregone amava annunciare in modo plateale le belle notizie, adorava vedere le facce dei ragazzi risplendere.

«Forte!» esclamò Yuji col suo solito entusiasmo, unico tra gli studenti.

«E sentiamo, quale sarebbe la destinazione?» chiese invece Nobara con poche aspettative.

«Andremo al mare e poi resteremo a dormire in un albergo lì vicino con le terme private» rispose il professore con un sorriso vittorioso.

«Non ci credo! Non vedo l'ora di entrare nella piscina termale e fare un bel trattamento al viso. Stare con voi mi fa venire le rughe» commentò la ragazza soddisfatta della risposta.

«Viene anche lei signorina Saki?» chiese Megumi.

«Sì, e ci saranno anche Nanami e la dottoressa Shoko. È stato un periodo intenso per tutti» rispose Gojo passando un braccio attorno alle spalle di Saki e scuotendola; in quel momento lei lo avrebbe voluto fulminare. Ma allo stesso tempo non disprezzava quei gesti dove lui cercava un contatto, seppur camuffato, anche davanti ai ragazzi. Quello che c'era tra di loro non era mai stato chiarito e tantomeno palesato agli altri, ma Saki non se ne preoccupava particolarmente, perché era lei la prima a essere riservata su certi argomenti e, soprattutto, poteva apprezzare meglio quei momenti privati che condividevano: erano qualcosa che apparteneva solo a loro due.

«Op, op, andate a preparare le valigie» esclamò Gojo spronando gli studenti ad andare al dormitorio.

«Direi che hanno apprezzato» commentò Saki.

«Ovvio, è una mia idea» rispose Gojo guardandola da sopra le lenti scure.

——

I ragazzi si erano goduti ogni singolo momento della gita al mare; il loro buon umore si era sparso per tutto il tavolo durante la cena, tanto che anche Gojo si era lasciato trasportare, contento di vedere i suoi alunni soddisfatti. Pensando di reggere il passo di Shoko, anche il professore aveva messo mano al bicchiere, ma mentre la dottoressa dimostrò una resistenza fuori dal comune, lo stregone mostrò presto i primi segni di cedimento.

Così ora Saki si trovava a dover trascinare lo stregone più forte del mondo fino alla camera dell'albergo, per assicurarsi che non svenisse o altro lì in mezzo al corridoio.

«Saki» biascicò Gojo, aggrappandosi alle spalle della ragazza.

L'alcol non gli si addice proprio.

Ma doveva ammetterlo: un po' la divertiva vederlo in quel modo, bisognoso e meno vigile del solito.

«Alla tua età ancora non sai dire basta all'alcol?» lo rimproverò lei bonariamente.

«È diverso, non riesco a reggerlo»

«Gojo Satoru ha un punto debole»

«Shhh è un segreto» disse mentre stringeva sempre più Saki e avvicinava il viso a quello di lei.

Nonostante la ragazza sapesse che quello non era né il luogo né il momento per cedere alle carezze di Gojo, non era semplice scacciare l'attrazione che inevitabilmente avvicinava i due corpi come magneti.

Lo stregone, infatti, l'aveva spinta verso il muro e, con le braccia appoggiate per sorreggersi, si era fatto sempre più vicino a Saki, gli occhi dietro le lenti che facevano avanti e indietro tra quelli della ragazza e le sue labbra.

«Satoru, qualcuno potrebbe vederci» disse lei cercando di interrompere quel contatto.

«Buon per loro» rispose Gojo che, al contrario, non aveva intenzione di allontanarsi.

Saki roteò gli occhi, lo prese per un braccio e lo trascinò via.

Nello stesso istante anche l'ombra che si nascondeva dietro all'angolo del corridoio si mosse e uscì dal campo visivo di Saki.

«Andiamo» disse tirandolo e buttando un'occhiata alle sue spalle.

«Dove mi porti di bello?»

«In camera»

«Mmm, classico, ma interessante»

«A dormire!»

Non poteva lasciarlo da solo, non in quelle condizioni. Grande, grosso e...

«Sdraiati» gli disse Saki una volta entrati nella sua stanza.

Il sorriso malizioso che Gojo le diede in risposta era quasi invitante, ma aveva completamente frainteso.

O no?

Aprì la finestra facendo entrare l'aria fresca della notte, poi andò in bagno per prendere un bicchiere d'acqua. Addosso poteva sentire gli occhi dello stregone che la seguivano, languidi come il sorriso sulle sue labbra.

«Bevi» gli ordinò Saki tornando da lui.

«Preferisco fare altro» rispose Gojo prendendola per i fianchi per avvicinarla a sé. L'impeto del gesto aveva fatto cadere qualche goccia d'acqua dal bicchiere, ma nessuno dei due sembrava preoccuparsi; ogni volta che i loro corpi si toccavano era come se il mondo intorno sparisse completamente. E come ogni santa volta, Saki voleva abbandonarsi alle mani dello stregone, ma quella sera avrebbe dovuto mettere da parte ogni istinto egoistico e cercare di far riprendere Gojo.

«Bevi!» ripeté lei mettendogli il bicchiere in mano per poi allontanarsi e andare a sedersi sul divano.

A quell'ultimo rifiuto Gojo si arrese, eseguendo controvoglia l'ordine imposto. Una volta finito di bere, si sdraiò con un tonfo che fece gonfiare le coperte.

«Secondo te i ragazzi si sono divertiti?» chiese portando il braccio a coprire gli occhi.

«Ci tieni proprio tanto a essere il loro professore preferito»

«Lo sono già» rispose buttandole un'occhiata da sotto il braccio, appena in tempo per vederla sorridere.

Dalla finestra entravano i suoni tenui della notte, una notte di fine estate, silenziosa e calma, in cui lo sguardo di Saki vagava, un'ombra di preoccupazione a velarle gli occhi.

«Te ne sei accorta anche tu, vero?» chiese Gojo.

Certo che se n'era accorta, qualcosa dentro di lei glielo bisbigliava già da un po'.

«La famosa quiete prima della tempesta?» rispose cercando di sdrammatizzare.

Saki continuò a guardare fuori, mentre Gojo rimase in silenzio. Si era addormentato?

«Spero che quando la tempesta arriverà sarai al mio fianco» disse a un tratto lo stregone.

Si voltò a guardarlo: disteso con gli occhi socchiusi al di sotto del braccio, il battito evidente sotto la maglietta che in quella posizione aderiva ai muscoli.

Le parole di Gojo la avevano colta di sorpresa e non era riuscita a rispondere, aveva potuto solo continuare a fissarlo, mentre poco a poco il petto si sollevava in respiri sempre più profondi e regolari e il braccio scivolava dal viso.

Si alzò dal divano e, con movimenti delicati, si sdraiò anche lei nel letto, accanto all'uomo che le aveva ridato se stessa.

Inevitabile [Gojo Satoru]जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें