Cap. 2 - Gioco sleale

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Saki l'aveva saputo poco dopo che era successo: l'attacco da parte di alcune maledizioni durante il torneo all'istituto di Tokyo era qualcosa fuori dal normale anche per gli stregoni.

Per fortuna stavano tutti bene, ma Saki non riusciva a stare tranquilla. Così, quando aveva ricevuto quel messaggio da parte di Utahime, aveva disdetto ogni impegno e si era precipitata sul luogo dell'incontro. Forse lei sapeva spiegarle meglio quello che era successo e tranquillizzarla.

Strano, è in ritardo.

«Guarda chi si vede! Che coincidenza!» aveva esclamato un ragazzo che stava camminando verso di lei: indossava una camicia bianca e dei pantaloni scuri e Saki non riusciva a distogliere lo sguardo da quella figura.

Non l'aveva riconosciuto subito, senza la divisa nera e la benda, ma il colore dei capelli e la voce erano proprio quelli di Gojo, non c'era il rischio di sbagliarsi.

Ma era veramente una coincidenza?

«Dov'è Utahime?» chiese Saki.

«Non si saluta? Comunque è all'istituto, la partita di baseball è finita da poco»

«Ma dovevamo incontrarci qui... No! Sei stato tu a mandare il messaggio?» 

«Beccato! Sapevo che non mi avresti permesso di rincontrarti e che Utahime non mi avrebbe mai dato il tuo numero, quindi ho dovuto farlo. Era così presa dalla partita, non se ne sarà ancora accorta»

«E tu saresti un professore? Sei un delinquente!»

«Esagerata, è una cosuccia innocente»

«Pensavo fosse successo qualcosa di grave, come l'altro giorno»

«Ah, sì. Un paio di visite inaspettate, ma niente di cui preoccuparsi»

«Sicuro? A me sembra abbastanza preoccupante»

«Finché ci sono io puoi stare tranquilla» disse Gojo col suo classico sorrisetto spavaldo.

Quel ragazzo aveva un'autostima infinita!

«Visto che ormai sei qui, posso portarti in un posto? Per farmi perdonare» aggiunse subito dopo.

Saki ci pensò su: una parte di lei sapeva che, se non voleva mettere a rischio la vita che aveva costruito, doveva andarsene. Ma c'era anche un'altra parte, quella che era rimasta senza fiato quando l'aveva riconosciuto, che non le rendeva così facile rifiutare quell'invito.

«Deve essere qualcosa di speciale per farti avere il mio perdono, e quello di Utahime» rispose Saki.

 «É la pasticceria migliore della zona, praticamente il perdono è assicurato» sorrise lui compiaciuto.

In effetti il locale era un gioiellino e i dolci erano qualcosa di speciale, ma niente di tutto ciò doveva fare abbassare le difese a Saki.

«Stai facendo tutto questo per via del sigillo?» chiese lei.

«Tutto questo cosa? Portare una ragazza a mangiare qualche dolcetto? Con che razza di persone esci di solito?» domandò sarcastico Gojo.

«Non con degli stregoni»

«Non sai che ti perdi» rispose con un'occhiolino.

Come dargli torto! Saki era divisa tra l'irritazione che le provocava quel suo modo di fare spavaldo e l'innegabile attrazione fisica che provava per Gojo.

«Perché non vuoi usare il tuo potere?» chiese a un tratto, tornando serio.

«Non voglio vivere in quel modo, tutto qui»

«E quando l'hai deciso?»

«A 15 anni»

«Ecco perché non ti avevo mai vista, perché non hai mai frequentato l'istituto di arti occulte, vero?»

«Sì, ho deciso di andare a una scuola normale e cercare di vivere una vita normale»

«E ci sei riuscita?» chiese divertito.

«Finora non andava male. Poi, però, ho incontrato un tizio fastidioso»

«Volevi dire "bellissimo", forse. E non ti manca il tuo potere?»

A volte ne sentiva la mancanza, dopotutto era qualcosa con cui era venuta al mondo, che faceva parte di lei.

«E Hiro l'ha presa bene?» aggiunse Gojo, senza darle il tempo di rispondere alla domanda di prima.

«È stato lui a mettere il sigillo, però ha voluto che continuassi ad allenarmi nel combattimento corpo a corpo e con gli strumenti. Per una questione di sicurezza, come dice lui»

«Non vado tanto d'accordo con le vecchie generazioni di stregoni, soprattutto quelli delle alte sfere. Hanno una visione ristretta e antiquata del mondo. Però Hiro è diverso, ha capito qualcosa»

«Che intendi dire?» chiese Saki.

«Negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale di potere, sia per quanto riguarda gli stregoni che le maledizioni. Quelle che hanno attaccato la scuola erano tutte dei livello speciale non registrati. L'universo ha sempre cercato di bilanciare le due cose e penso proprio che si sia messo in moto qualcosa. Ed è per questo che non posso far finta di niente quando mi trovo davanti uno stregone che ha rinunciato al suo potere»

«Quindi, ho ragione. Stai facendo tutto questo per un motivo ben preciso, ovvero convincermi a rimuovere il sigillo e tornare in campo»

Finalmente Gojo aveva scoperto le carte; ora Saki avrebbe potuto agire di conseguenza.

«Ti ripeto che hai delle aspettative estremamente basse nei confronti dei ragazzi» commentò lui, tornando al solito tono ironico.

Saki si sentiva confusa, ancora più di prima. E Gojo la spiazzava al punto che lei non sapeva come reagire: scappare o rimanere, andare avanti o tornare sui suoi passi.

Ma stava veramente mettendo in dubbio tutto per qualcuno con cui aveva parlato due volte? Però quel qualcuno era Gojo Satoru e, per quanto detestasse ammetterlo, aveva ragione su molti punti.

In quell'istante le tornò alle mente quella scena e tutto il dolore che aveva provato, quando il nonno glielo aveva spiegato. Quello che era successo, quello che aveva fatto.

No, la sua non era stata una scelta dettata da un impulso egoistico, non doveva scordarselo.

«Non intendo tornare indietro in alcun modo, nemmeno se è Gojo Satoru a chiedermelo portandomi in una pasticceria. Quindi, per favore, non rubare più il telefono a Utahime per tendermi delle imboscate» disse alla fine Saki, alzandosi per andare via.

Gojo non la fermò, forse aveva capito che non aveva senso insistere per quel giorno.

Mentre gli passava accanto, però, le afferrò la mano.

A quel contatto Saki sentì una scossa percorrerle tutto il corpo. Dopo un primo momento di intorpidimento, si accorse che c'era qualcosa nella sua mano. Gojo, infatti, le aveva dato un bigliettino; Saki lo guardò, c'era un numero di telefono, probabilmente il suo.

«Nel caso in cui dovessi cambiare idea?» gli chiese.

«No» rispose lui guardandola da sotto le lenti scure «Per qualsiasi cosa» 

Inevitabile [Gojo Satoru]Where stories live. Discover now