Cap. 1 - Presentazioni

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Era arrivato il momento: il torneo con la scuola di arti occulte di Kyoto.

I ragazzi erano tutti infervorati e i professori non erano da meno.

«Saki!» esclamò Utahime.

La ragazza con la cicatrice sul volto corse incontro all'amica e si abbracciarono.

«Perché sembra passato un secolo dall'ultima volta che ci siamo viste?» disse Saki.

«Forse perché non vieni mai a Kyoto!»

«Hai ragione, dovrei venire più spesso» ammise Saki con aria colpevole.

«Vieni, ti porto da tuo nonno»

Entrarono in una stanza dove un signore stava prendendo il tè.

«Allora ti ricordi di noi ogni tanto» la salutò l'anziano.

Quello era il suo modo per dirle che era felice di vederla e anche Saki lo era. Fin da quando era piccola i suoi genitori erano spesso in missione, così era cresciuta con Hiro, il nonno materno. Anche lui era uno stregone, come tutti nella sua famiglia, e, come membro di uno dei clan più importanti di Kyoto, aveva un posto d'onore nel comitato dell'istituto di arti occulte della città e ora si trovava a Tokyo per via del torneo tra scuole.

«Pensavo non volessi più sentire parlare del mondo della stregoneria eppure ti presenti a un ritrovo di stregoni» commentò sarcastico Hiro.

«Nonno, non mi fare la predica anche oggi, per favore. Volevo venire a salutarvi visto che siete a Tokyo. Che c'è di male?» rispose Saki.

«Che non voglio sentire un lamento se poi qualcuno lo scopre»

«Ma è impossibile, lo sapete solo voi e poi l'hai fatto tu stesso il sigillo, nessuno lo può vedere»

«C'è anche Gojo Satoru» disse il nonno con una sfumatura diversa nell'intonazione; ma Saki non riusciva a capire se era preoccupazione o altro.

Utahime fece una faccia disgustata a quel nome.

«Sì, sì, quello con la tecnica dei Sei Occhi» rispose annoiata Saki.

«"Quello" è lo stregone più forte, forse di tutta la storia. Stagli alla larga» ribatté Hiro.

«Dai retta a Hiro-san per una volta. Evitalo» disse Utahime in tono supplichevole.

«Tranquilli, non ho intenzione di farmi amici un branco di stregoni. Sono solo passata a salutarvi»

Dopo la visita, Utahime stava riaccompagnando Saki all'ingresso della scuola, per salutarla.

«Se nei prossimi giorni sei libera, andiamo a prendere un caffè insieme, come ai vecchi tempi» le disse Saki.

Utahime era la sua migliore amica, da quando erano piccole. Per lei, figlia unica, era come una sorella e insieme avevano condiviso gli anni più importanti, e anche un paio o tre di segreti. Ma da quando erano cresciute e Saki si era allontanata dal mondo della stregoneria, ma soprattutto da quando si era trasferita a Tokyo, era sempre più difficile trovare un po' di tempo da passare insieme, tra chiacchiere, risate, e pettegolezzi.

«Va bene, ti scrivo. Magari possiamo andare...» ma Utahime fu interrotta da una voce maschile alle sue spalle.

Sul suo volto pietrificato c'era un'espressione di puro terrore che spaventava anche Saki.

«Utahime Iori, sei maleducata. Non volevi presentarci la tua amica? Ti vergogni di noi?»

«Gojo, non sono affari tuoi» rispose lei.

Inevitabile [Gojo Satoru]Where stories live. Discover now