Cap. 18 - Leggende

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«È meglio se stasera rimani qui all'Istituto, ti ho già fatto preparare una stanza» disse Gojo, mentre si avvicinavano alla macchina.

Se da una parte il senso di colpa per non aver chiamato il professore era stato scacciato via da lui stesso, dall'altra c'era ancora qualcosa che la preoccupava. Non solo la missione dei ragazzi era saltata fuori senza alcun preavviso, in più quella maledizione aveva una forza non equiparabile a un terzo livello e, di conseguenza, a una missione di quel tipo; Saki era sfinita e con la testa piena di domande.

«Tutto ok?» la voce dello stregone la riportò al presente.

«Sì, tranquillo. Dovrei passare da casa a prendere un cambio»

«Non c'è bisogno, ci penso io»

«Ah, sì? Hai dei vestiti femminili di scorta?» chiese lei, l'ironia che mascherava una domanda vera.

«Chissà»

Saki alzò gli occhi al cielo; era insopportabile quando riusciva a batterla al suo stesso gioco.

Una volta arrivati, Gojo la accompagnò alla sua stanza.
«Fai come fossi a casa tua, io intanto vado a prenderti il cambio» disse lasciandola sola.

Il letto la chiamava con la dolce tentazione del riposo, ma la cosa che l'avrebbe fatta stare meglio in quel momento era un bagno per togliersi di dosso la stanchezza, i pensieri e anche quella sensazione di paura che non l'aveva ancora abbandonata dopo lo scontro. L'acqua calda le stendeva i muscoli doloranti, il profumo del bagnoschiuma la faceva rilassare; dopotutto c'erano modi peggiori per concludere la giornata.

«Ti ho portato i vestiti» chiese una voce fuori dalla stanza.

Sembra quasi un bravo ragazzo...

«Sono nella vasca, me li puoi lasciare sul letto»

«Ok, ti aspetto» rispose Gojo con una nonchalance snervante, entrando in camera come se gli appartenesse.

Mi rimangio quello che ho pensato prima!

Dai movimenti sentì che si era messo a sedere per terra, fuori dalla porta del bagno e, sebbene la mettesse un po' in imbarazzo, Saki non poteva ignorare il battito accelerato che le faceva alzare il petto.

«Se mi vuoi descrivere quello che fai, ascolto volentieri» disse lo stregone. E lei poteva quasi vedere con una nitidezza fotografica il sorrisetto malizioso stampato sulla faccia.

«Scordatelo»

«Ci ho provato»

«È sempre così l'accoglienza all'Istituto, con tanto di stregone di guardia al bagno?»

«Naa, quello è solo per le più fortunate»

Saki si irrigidì a quel plurale al femminile.

«Sto scherzando» aggiunse Gojo come percependo quell'improvviso cambio di umore.

Lo sapeva benissimo che non poteva avanzare pretese e che, quindi, quella gelosia che aveva cominciato a strisciare nei suoi pensieri ultimamente non aveva ragione d'esistere. Ma sapeva altrettanto bene che combatterla con la razionalità l'avrebbe placata solo per un tempo limitato. Non aveva difese contro quelle scosse velenose e il fatto che lui sembrasse divertirsi a stuzzicarla non era d'aiuto.

«Satoru...» disse poi sforzandosi di pensare ad altro.

«Mmm?»

«Ci sono delle storie sul potere del Nulla Cosmico»

«Intendi delle leggende?»

«Forse lo erano una volta, adesso sono quasi delle storielle della buonanotte»

«Eppure non ti fanno dormire tranquilla o sbaglio?»

«Dicono che, per ottenere un potere immenso, il capostite dei Mizuno abbia sposato una divinità in modo che tutti i discendenti avessero quello stesso potere, almeno in parte. Ma nessuna versione parla di un matrimonio d'amore e ho come l'impressione di leggere tra le righe che sia stato tutto il contrario, perché da quel giorno le è stato tolto il potere per darlo ad altri, un potere antico confinato nei limiti umani»

«Quindi pensi che non le sia andata giù?» le chiese Gojo a conferma.

«Tu come la prenderesti?»

«Immagino non bene» ammise il ragazzo.

«Appunto»

«Ma perché dovrebbe essersi risvegliata solo ora?»

«Ad oggi sono l'unica donna della famiglia ad aver ereditato il Nulla Cosmico» aggiunse Saki dopo qualche secondo.

«Ne hai parlato con Hiro-san?» chiese Gojo in risposta, avendo intuito le conclusioni della ragazza.

«No, non so nemmeno se ha senso quello che dico. Comunque è meglio che esca dalla vasca ora»

Gojo si rialzò e, prima che Saki in accappatoio aprisse la porta, aveva già in mano i vestiti da darle.

«Sono tuoi?» disse lei prendendoli dalle mani dello stregone e studiandoli.

Il ragazzo rispose con un cenno della testa e un sorriso malizioso.

Quando Saki riemerse dal bagno, indossava una tuta maschile nera e aveva lasciato i capelli sciolti che le ricadevano sulla felpa.

«Soddisfatta del cambio?» chiese lui.

«Mi ci potrei abituare»

«Allora siamo in due» rispose buttandole un'occhiata che non aveva bisogno di altre parole.

Inevitabile [Gojo Satoru]Where stories live. Discover now