Cap. 6 - Se solo...

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Rientrata a casa quella sera, Saki trovò Hiro ancora in piedi, a fumare la pipa sulla veranda.

«Che ci fai ancora sveglio?» chiese al nonno.

«Dovevo finire di sbrigare delle faccende. Eri con Utahime?»

«Sì. Domani andiamo insieme al festival al tempio, quindi non ci sarò per pranzo»

«Va bene, però vorrei che tornassi per cena, abbiamo un ospite»

«Nessun problema, ci sarò. Lo conosco?»

«Non penso. È uno stregone»

«Capito» rispose la nipote.

Rimasero in silenzio, guardando i giardini.

«Ho sentito che hai conosciuto Gojo» continuò Hiro dopo un po'.

«Sì»

«E?»

«E ha scoperto il sigillo»

«Te l'avevo detto di stargli alla larga» disse Hiro, con un'occhiata alla nipote.

«Tanto non c'è più il rischio di ritrovarmelo intorno»

«Sembri dispiaciuta»

Hiro non aveva bisogno di sentirselo dire da Saki, sapeva benissimo quello che era successo, o comunque lo poteva immaginare dall'umore della nipote.

«No, era solo per dire» la ragazza si affrettò ad aggiungere.

«Sembra che nemmeno lui sia riuscito a farti cambiare idea sul sigillo»

«Perché dovrei cambiare idea?»

«Lo sai come la penso. Il tuo è un dono che capita a pochi e tu hai voluto buttarlo via. Ricordo ancora l'aura che avevi appena nata, capii subito che saresti stata lo stregone più forte della famiglia»

«Anche Gojo mi ha parlato di potere e cose simili. Di me non riuscite a vedere altro?»

«Oh, Gojo vede le cose fin troppo bene, non farti ingannare da quella sua aria frivola. E io di certo non vedo solo quello; sei mia nipote, ti ho cresciuto»

«Ma saresti più contento se togliessi il sigillo, così nessuno all'interno del clan metterebbe in discussione la supremazia del nostro ramo»

«Smettila di dire certe stupidaggini, per chi mi hai preso? Sono stato io a metterti il sigillo perché volevo portare insieme a te quel dolore, speravo di diminuirlo. Quel giorno è come se avessi dovuto seppellire una parte di te che non ho più visto»

In quel momento Saki si ricordò le parole di Gojo: "E non ti manca il tuo potere?". Aveva ragione il nonno, ovviamente: Gojo riusciva a vedere ben oltre, ormai avrebbe dovuto saperlo.

Infatti quel giorno di tanti anni prima aveva detto addio a una parte di sé.

Pensò che magari non doveva essere per forza un addio, magari quella parte era ancora lì ad aspettarla. Quella non era la prima volta che pensieri del genere le passavano di mente; negli ultimi tempi le era successo spesso e si era ritrovata a pensare a tutto quanto.

Inevitabilmente l'incontro con Gojo l'aveva forzata a riflettere sul sigillo, sul passato, ma anche sul futuro che voleva. E ora non era più così certa di voler essere la Saki che era in quel momento, quella che si era trasferita a Tokyo per allontanarsi dal mondo della stregoneria. A volte si domandava come sarebbe stato non essere mai andata via, come sarebbe la Saki stregone.

«Lo so, scusa. Non sono più così sicura del sigillo, anzi a dire la verità è da qualche tempo che ho le idee confuse su tutto»

«Allora vatti a riposare. Io sarò sempre dalla tua parte. Mi raccomando non fare tardi per la cena di domani» concluse Hiro.

Saki andò nella sua camera, quella dove era cresciuta. Stare lì le dava una strana sensazione, ma non avrebbe saputo dire se era una cosa negativa.

Una cosa era certa: l'arrivo a Kyoto glielo aveva fatto capire meglio. Nell'aria aleggiava un'atmosfera particolare, di aspettative, di cambiamento. E Saki non era sicura di potersi tirare indietro.

Inevitabile [Gojo Satoru]Where stories live. Discover now