Cap. 5 - Per fuggire lontano

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Aveva voluto giocare con il fuoco e ora Saki si era scottata.

Quella serata non voleva darle tregua e continuava a tornarle in mente nei momenti più disparati.

Sapeva fin troppo bene che l'attrazione che provava nei confronti di Gojo non sarebbe sparita da un giorno all'altro, ma non si aspettava di rivolerlo in quel letto anche a distanza di mesi.

Saki non era così: presto nella vita aveva imparato a stare da sola e a non dover dipendere da nessuno. La sua famiglia non le aveva mai fatto mancare niente, ma a livello emotivo non erano proprio le persone più affettuose che conoscesse e, di conseguenza, lei era cresciuta senza troppo bisogno di attenzioni.

E proprio per questo le era ancora più insopportabile volere ora quelle di Gojo. Era la persona più piena di sé e narcisista che avesse mai incontrato, senza peli sulla lingua fino a sembrare maleducato e sfrontato fino all'impensabile. Eppure in quei momenti di chiacchiere che avevano condiviso a Saki era sembrato di scorgere qualcosa in più, qualcosa di nascosto in quel ragazzo.

Non doveva ingannarsi, però, la verità era palese di fronte ai suoi occhi: Gojo aveva sfruttato l'attrazione che era venuta a crearsi tra di loro per fini personali e, nel momento in cui non era riuscito a ottenere quello che voleva, aveva accettato senza troppe obiezioni di allontanarsi da lei.

Da quella sera erano passati mesi e Saki aveva continuato a vivere la vita di prima, tra lavoro e amicizie, nel tentativo di non pensare allo stregone. Per sfuggire da quella casa, da quella camera, da quel letto, decise di andare a passare qualche giorno di ferie a Kyoto, nella tenuta di famiglia; magari sarebbe riuscita a stare un po' con Utahime e parlare come ai vecchi tempi.

Così, appena arrivata, andò a trovare l'amica.

«È così strano averti qui» disse la ragazza con la cicatrice sul volto salutando Saki.

«Ogni tanto anch'io ho bisogno di fuggire da Tokyo»

«Da Tokyo eh» rispose ironica l'amica.

Utahime aveva colpito in pieno il tasto dolente, Saki non poteva controbattere.

«Spero che quell'idiota non si sia rifatto vivo» continuò Iori.

«No, tranquilla» rispose Saki.

«Se proprio devo essere onesta, anche tu ti meriteresti dell'idiota» disse Utahime lanciando un'occhiata all'amica; non era difficile per lei capire in che stato d'animo si trovasse.

«Sei cattiva»

«No, è solo che non voglio vederti così per colpa di quello lì»

«Ma se sono tranquillissima»

«Ah, sì? E dimmi, sei uscita con qualche ragazzo?»

«Non devo uscire per forza con qualcuno. Ora come ora preferisco non vedere nessuno»

«Guarda caso»

Rimasero in silenzio per un po', poi Saki non riuscì a trattenersi e chiese:
«Tu l'hai rivisto?»

«No, ho sentito che ultimamente è stato spesso via per delle missioni» rispose Utahime.

Saki non sapeva che farsene di quella risposta, che si era aspettata? "È rimasto a letto a piangere per te"? "È impazzito e urla il tuo nome tutto il giorno"? Alla fine si trattava solo di due persone adulte che erano andate a letto insieme, come succede a tanti altri, quindi Saki doveva prenderlo come quello che era stato: un episodio che si era concluso.

«Domani c'è un festival al tempio. Che ne dici se andiamo?» propose l'amica vedendo Saki persa nei suoi pensieri.

«Mi sembra una bella idea»

«Sai, conosco uno degli organizzatori» disse Utahime arrossendo.

«Iori, devi dirmi qualcosa?» chiese all'amica avendo intuito qualcosa.

«Ecco, insomma... Ha più o meno la nostra età, suo nonno gestisce il tempio. Ci siamo conosciuti lì»

«E me lo presenti domani?»

«Sì. Potrei avergli detto di portare anche un amico»

«No, Iori!»

«Che c'è di male?»

«Guarda com'è andata a finire l'ultima volta»

«Ma quella volta non sono stata io a presentartelo, figuriamoci. Ha fatto tutto da solo» rispose Utahime.

Saki sorrise al pensiero: Gojo era in quel modo, quando si metteva in testa una cosa non c'era modo di fermarlo. E diciamo che lei non ci aveva provato nemmeno più di tanto.

«Va bene, va bene. Ma lo faccio solo per te» disse Saki all'amica.

Rimasero a parlare fino a tardi, una chiacchiera tirava l'altra. Le erano mancati quei momenti in cui poteva confidarsi con Iori, che non tardava a rassicurarla.

Era come tornare indietro nel tempo, solo che ora Utahime non riusciva a calmare del tutto quello che Saki sentiva. Dentro di lei, infatti, c'era una piccola fiammella che non voleva spegnersi e aveva un nome ben preciso.

Inevitabile [Gojo Satoru]Where stories live. Discover now